15 dicembre 1969 anniversario morte di un'innocente

Dell’omicidio di Giuseppe Pinelli non è stato possibile fornire prove sufficienti per una sentenza di condanna. Circa l’illegalità del fermo l’assoluzione dei poliziotti è dovuta ad amnistia, istituto giuridico che personalmente disapprovo ma che trova molti sostenitori a sinistra.
L’inchiesta di D’Ambrosio, giudice iscritto a Magistratura Democratica, fu viceversa assai scrupolosa ma non riuscì a ricostruire con esattezza i fatti che portarono alla morte di Pinelli (certo il codice di procedura penale del tempo ha compremesso la partecipazione attiva dei periti di parte ma non si poteca fare altrimenti).

Certo con il codice dell giustizia proletaria le sentenze sono più semplici.

Sinceramente ho glissato perchè non renderebbe onore a Calabresi essersi macchiato di concorso in omicidio di un suo presunto amico o conoscente che fosse (si regalarono un paio di libri).
Le colpe di Calabresi a mio avviso furono:
-Aver subito indirizzato le indagini sulla sinistra extraparlamentare come autori degli attentati (se era così furbo, non poteva non capire che era il contrario).

  • Concorso in omicidio di un innocente (Pinelli) con l’aggravante della messiscena del suo suicidio.
    -Avere offerto alla Magistratura un colpevole (Valpreda) anch’esso innocente (Quest’ultimo uscì solo 3 anni dopo dal carcere. Senza contare la quindicina di fermati che si fece 7 mesi di carcere prima di essere rilasciati).
    -Non aver detto mai la verità.
    Uno dei brigadieri (Panessa) ammise :" E’ vero, ci siamo contraddetti, abbiamo dato diverse versioni, ma non siamo dei geni. Cosa si può pretendere da un povero sottoufficiale? Capisco un commissario… Ma poi, siamo giusti, anche un commissario può sbagliare, confondersi, contraddirsi".
    -Quanto alla sentenza D’Ambrosio. Il giudice affermò anche l’iilegalità della procedura tenuta dai poliziotti, ma sopratutto disse che gli uomini al servizio della questura di Milano, avvallarono la tesi di Guida :“Perchè gradita ai superiori”.

Non dimentichiamo che al processo per gli attentati alla fiera e alla stazione, la superteste , su cui si fondavano le accuse , dimostrò di essere una mitomane afflitta da manie persecutorie e ne venne chiesta l’incriminazione. Saltarono fuori particolari umilianti per la polizia come verbali spariti o falsificati e biglietti messi in tasca ad un imputato. Le accuse crollarono e Calabresi fu fischiato in aula.
Dopo il suo omicidio e le fanfare dello stato, alla famiglia vennero dati 10 milioni e una pensione di 130 mila lire al mese.
Ora è chiaro che Calabresi divenne il nemico pubblico numero uno della sinistra extraparlamentare, però credo che se si fosse comportato in maniera diversa, come dice Polla magari sarebbe ancora vivo lui e forse pure Pinelli. Senza contare gli altri morti indiretti della strage di P.zza Fontana. Ma questa è un’altra triste storia.
Quindi io non dico che Calabresi meritasse la morte. Ma dico però che purtroppo (?) ad azione spesso risponde reazione.

http://it.peacereporter.net/articolo/2406/
Certo che fa un certo effetto parlare della morte di un commissario ed un anarchico in un paese profondamente fascista, quando si hanno le chiappe belle al caldo, e male che vada la sera rischi di essere fermato da una pattuglia di cattivoni perchè ti sgridano che ti fai le canne, cosa che è contro la legge.
Nel resto del mondo, senza star troppo qui a menarcela stanno molto peggio mi pare, e mi sa che i conflitti non sono più generati da quattro bifolchi idealisti ma dai soldi.
Ergo, basta co sta cazzo di politica.

quanto schifo nel leggere tutte ste puttanate buoniste. è ovvio che calabresi e responsabile in buona parte della morte di pinelli (per lo meno in termini di responsabilità oggettiva) e in buonissima parte del fatto che non ne sappiamo un cazzo di certo ancora oggi. in quella (quelle) stanze c’era pure lui e non era un usciere però a seguito dei processi non si e ancora capito bene cosa fosse successo e mentre i suoi colleghi si contraddicevano l’uno con l’altro di certo lui non ha fatto niente per chiarire lo scenario. ovvio che uccidere qualcuno (soprattutto se non lo conosci personalmente) è follia e non mi appartiene ma se penso ad un periodo nel quale mi poteva capitare di essere portato e trattenuto illegalmente (ILLEGALMENTE) per tre giorni in una questura e poi il terzo fare un volo dalla finestra non mi sembra cosi folle. e per quanto sia agghiacciante dirlo ebbene si: in un momento di merda come quello (che non era certo tale a causa degli anarchici del ponte della ghisolfa) certe azioni di merda per quanto sempre tali appaiono molto meno insensate di quello che sono.

non mi esprimo su ste cazzate del commissario “che conosceva pinelli e si scambiavano i libri”. perché per come la vedo io se uno che si spaccia per mio “amico” però poi mi mette sotto, mi tortura (mi pare che la priovazione del sonno sia definibile tale), e non ha alcun dubbio sulla mia colpevolezza pur nn essendoci NIENTE sulle mie spalle allora devo pensare che
1 non e mai esistita alcuna amicizia
2 l’amicizia era solo un mezzo per avere un contatto per raggiungere i sui fini
3 fra tutti i nemici possibili e il peggiore che possa esserci

però ripeto perido di merda e situazione di merda. menomale che oggi siete tutti cosi bravi a indicare la retta via del buon senso.

giusto vorrei aggiungere che se non si riesce a ricostruire con certezza quello che è accaduto dentro una questura non so che speranza ci può essere di ricostruire qualcosa che accade in un posto qualsiasi

e soprattutto la miopia di chi per salvare un paio di culi accetta che sull’immagine di un importantissimo corpo dello stato si riversi una montagna di merda

ad ogni modo sì, probabilmente era un periodo di merda inserito in un contesto di merda

uscivi di casa la mattina e non sapevi se tornavi la sera

però mi sa che la gente ci credeva veramente

ci credevano i comunisti, ci credevano i fascisti, ci credevano gli anarchici e forse pure gli sbirri, ci avrà avuto ciascuno la sua visione stravolta però ci credevano

e oggi invece nessuno crede più ad un cazzo di niente e sinceramente non so cosa sia peggio

Le chiappe belle al caldo (nemmeno troppo) me le posso godere grazie a gente che ci è morta per garantirmele. E io a differenza di altri quaquaraqua non lo dimentico e cerco nel mio piccolo di tenere viva l’attenzione su di essi come minimo. E non parlarmi di puttanate contro la legge perchè la tua incoerenza in merito è fonte di ilarità di tutti quelli che ben ti conoscono.
Quanto alla guerra legata ai soldi…Bella scoperta.

pero e natale quindi dobbiamo cercare di essere buoni. lo dico senza scherzare

Se stai al caldo non è certo per merito di un anarchico (ANARCHICO), che come da definizione presuppone la totale assenza di uno stato che governa.
Fosse stato per le idee di Pinelli sai dove staremmo?
Dove stiamo adesso ne più ne meno, l’uomo è fatto cosi e se non lo vuoi accettare, bisogna che sputi in faccia a chi ti ha creato e non mi riferisco a tuo padre e tua madre.
Si lo so sono tutte belle scoperte ma a me, tutti sti ideali, mi fanno solo venire voglia di andare a cagare, tanto sono lassativi.
Un’altra cosa, e tengo bene a sottolinearlo, anche se io facevo quel che facevo, non ho mai maledetto un poliziotto perchè mi ha sgridato, mi rompeva parecchio i coglioni questo si, ma facendo certe cose sapevo bene a cosa andavo incontro.
Te invece sembra che questa cosa la vuoi ignorare.
Spero davvero che almeno una volta nella tua vita, possa vedere il mondo cosi come lo vorresti, ma mi sa che devi andare di la…
Ah in merito agli anarchici falliti e ai commissari guappi, bella scoperta.

Eh, beato te…

Ma piantala di papponare, bischeraccio. :smiley: Dici che Calabresi non fece nulla per chiarire lo scenario della morte di Pinelli: e tu che minchia ne sai? Lo accopparono piuttosto in fretta, magari fosse vissuto un po’ di più sarebbe stata fatta chiarezza. Altro che buonismi; ne ho le palle piene di veder spalare letame sulla memoria di una persona assassinata che tanti suoi detrattori non conoscevano. Ribadisco: nel Belpaese tutti invocano la verità, ma nessuno la vuole. A meno che non si tratti di una versione politicamente gradita, beninteso. Se sei di sinistra Pinelli era un martire e Calabresi un boia, se sei di destra Pinelli un suicida e Calabresi un martire, se sei Cossiga manganellate su tutti senza distinzione. 'Fanculo a tutto.

So di andare controcorrente, ma devo dirtelo: ho il terrore degli idealisti. Quanto sangue è stato versato in nome di qualsivoglia crociata/utopia/ideale? Oggi ideali ne son rimasti pochini, e questo è triste; ma ci sono meno gonzi disposti a farsi saltare in aria in nome di una causa (almeno nel Belpaese), e questo mi spiace meno. I grandi ideali lasciamoli ad Hamas; noi con Ordine Nuovo e le BR abbiamo già dato.

Poi alla fine a me la questione Calabresi colpevole o innocente fa incazzare non poco.
Ammettiamo che fosse stato lui in persona a buttare giù dalla finestra Pinelli.
E allora?
Grazie al cielo vivo in un paese in cui non è prevista la pena di morte.
E se anche fosse prevista, non sarebbero quattro stronzi a emettere la sentenza e a eseguirla sotto casa del condannato.

E’ un sentimento comune, Bluevelvet. Come ho già detto, mi fa schifo il modo in cui, alla commemorazione di Pinelli, facciano puntualmente seguito gli strali contro il “boia” Calabresi. Che era legalmente responsabile di quanto è successo ad un uomo sotto la sua custodia, lo abbiamo già detto; ma non ha avuto modo di esporre le proprie ragioni davanti a un tribunale, perchè altri boia (accertati, non presunti) han pensato bene di aggirare l’iter burocratico freddandolo in mezzo ad una strada. L’insabbiamento sulla morte di Pinelli è stato mostruoso; assurdo che uno precipiti dalla finestra della stanza interrogatori di una questura, alla presenza di un ufficiale dei carabinieri e tre sottoufficiali della polizia, e nessuno sia stato chiamato a risponderne; ma accoppare il commissario non ha fatto altro che contribuire alla linea omertosa, tappando una bocca in più.

giovanotti cari, calabresi è stato ucciso due anni e mezzo dopo pinelli, non due ore e mezza dopo

c’era tutto il tempo affinchè si accertasse in modo chiaro i fatti e affinchè ciascuno si prendesse le proprie responsabilità, anche calabresi che di quel luogo era il responsabile su tutti gli altri

invece si è fatto in quel periodo di tempo tutt’altro, una lunga sequela di giustificazioni tra il misero e lo squallido, e tutto questo non ha fatto altro che invogliare e scatenare le contro-inchieste o le inchieste vere e proprie di un gran numero di soggetti, da elio petri e gianmaria volontè a dario fo a lotta continua a chissà quanti altri, tutti esplicitamente o implicitamente alla ricerca di una giustizia qualsiasi visto che la giustizia di stato si è nascosta verso i “ma in realtà erano amici si erano prestati dei libri” oppure verso i “ma quando pinelli è volato giù dalla finestra calabresi non era neanche in quella stanza”, come se un responsabile di qualsiasi cosa si deve ritenere responsabile di quello che succede solo nella stanza dove si trova

continuando a pensare che nessuno dei due meritava di morire per mano di nessun altro non posso non pensare che esiste chi ha la possibilità di buttare acqua sul fuoco o viceversa benzina ma generalmente si finisce sempre per usare la seconda

E allora? Anche vent’anni dopo Calabresi avrebbe potuto raccontare delle verità interessanti su quant’era accaduto. Non potrà più farlo perchè qualche coglione con velleità alla Charles Bronson ha ritenuto più intelligente impiombarlo. Ribadisco: della verità, nel Belpaese, non frega un cazzo a nessuno. Ognuno serba la propria versione della verità, e gli va bene così perchè non lede le proprie convinzioni personali. Io invece vorrei proprio sapere perchè Pinelli quel giorno fece un volo dalla finestra della questura, pensa un po’. C’è chi preferisce liquidare la cosa sostenendo che gli è capitato “perchè era un anarchico”. Sarà. Quanto alla responsabilità di Calabresi, ho già messo in chiaro che P. era sotto la sua tutela e avrebbe dovuto risponderne; allo stesso modo in cui io, insegnante, rispondo degli allievi minorenni che mi affidano. Una maestra finirà sotto processo perchè un bimbo sotto la sua custodia ha eluso la sorveglianza cadendo da una finestra, e lo trovo giuridicamente corretto; vuoi dunque che discolpi Calabresi? Però, il fatto che non si trovasse in questura al momento del fattaccio, se non ne cancella la responsabilità, dovrebbe pur far sorgere qualche dubbio. Se di omicidio si è trattato, vogliamo davvero negare la possibilità che il commissario non l’avesse voluto? Del resto, in questa storia non si può escludere niente; paradossalmente, neanche l’ipotesi che Pinelli si fosse effettivamente suicidato. Non eravamo lì, non lo sappiamo; e anche se alla tesi autolesionista credo poco o nulla, la mano sul fuoco in merito all’accusa di omicidio non ce la metterei. C’è chi lo fa invece con disinvoltura, non ritenendo di aver bisogno di prove. Ecco, è qui che siamo diversi: io non condanno e non assolvo nessuno, m’interessa solo la verità. E so che non la otterrò mai; sia perchè chi la detiene non è disposto a condividerla per ovvie ragioni, sia perchè siamo in pochi a pretenderla davvero.

Sull’argomento è In uscita il libro di Adriano Sofri “La notte che Pinelli” (Sellerio)

…Ora, Adriano Sofri, dedica a quella notte un libro, intitolato appunto ‘La notte che Pinelli’, in uscita il 15 gennaio per i tipi di Sellerio. In 283 pagine, di cui 36 di minuziose note, Sofri ricostruisce la storia del fermo, degli interrogatori e di quello che succede dopo che Pinelli è precipitato dalla finestra dell’ufficio di Luigi Calabresi. Lo fa come se fosse una messa in scena teatrale, tanto che il testo è preceduto, come nei drammi, dall’elenco delle persone con i ruoli che ricoprono. Talvolta, Sofri ricorre alla tecnica del giallo, altre volte a quella di un montaggio cinematografico, flashback compresi. Il tutto sotto la forma di un monologo in cui l’autore risponde alle domande di una ragazza ventenne che di quella storia sa niente o poco (dal 1969 ci separa lo spazio di due generazioni).

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/La-versione-di-Adriano/2055958&ref=hpsp

Se non ricordo male, anche Dario Fo nel suo spettacolo in difesa di Sofri (quello dove il pentito Marino viene impersonato da un pupazzo) rievoca il fermo e la morte di Calabresi.