Un ufficiale americano si risveglia in un ospedale, non ricorda nulla, ma la seconda guerra mondiale è finita e gli americani hanno vinto, si trova nella Germania liberata. Ma…
Basato su una storia scritta da Luis H. Vance e Carl K. Hittleman, la sceneggiatura fu offerta a Patricia Neal per il personaggio femminile principale, e lei notò una strana somiglianza con una storia (Beware of the dog) del marito, un certo Roald Dahl (Willy Wonka, tanto per dirne una). Risultato, mega causa e credits a Dahl.
Ma a prescindere da questo preambolo, è un solido film ambientato nel dopoguerra (?) con atmosfere suggestive e attori convincenti, James Garner, Rod Taylor e Werner Peters su tutti. Comprensibile per l’epoca il breve flirt con Eva Marie Saint, ma a io avviso allunga solo inutilmente il brodo, un venti minuti in meno avrebbero giovato al film. Taylor in particolare ha il personaggio più complesso, e si finisce per simpatizzare più per lui che per Garner. Grande John Banner (Sergente Schultz negli Eroid di Hogan) e una breve parte per Sig Ruman che era Schultz in Stalag 17. Master impeccabile.