5 è il Numero Perfetto (Igort, 2019)

Non male, bella fotografia, irreale e suggestiva. Napoli non è né una cartolina, né viene spersonalizzata, anzi ha degli scorci accattivanti, particolari e insoliti. Ovvio che si senta subito odore di riferimenti obbligati (Sin City, Tarantino, coreografie action pistolere orientali, volendo ci si rivede anche le movenze di Brad Pitt e Angelina Jolie in Mr. & Mrs Smith). Servillo è la forza ed il limite del film. Attore con i controzebedei, è fuori discussione che reciti ottimamente, tuttavia questa non è la sua dimensione, non è il suo palco (nonostante la napoletanità del contesto) e si avverte. Prova ne siano le dichiarazioni spocchiasnob che rilasciò all’uscita del film (Igort è uno straordinario autore di graphic-novel, un genere che si affranca dalla riduttività del fumetto e va verso una ambizione ormai conclamata di vera e propria letteratura e 5 è il numero perfetto appartiene a questo genere, per cui noi non abbiamo mai avuto la sensazione di dover passare dalla bidimensionalità alla tridimensionalità).

Clamorosamente bravo Buccirosso, che quando può affrancarsi da Salemme e da ruoli schiettamente comici, dimostra di avere un gran mestiere. La Golino ha un ruolo troppo minimale per assegnarle un voto, anche se va detto che col passare degli anni sta acquistando fascino. Appagante tutto ciò che è dettaglio, particolare e caratterizzazione estetica del film, personaggi e contenuti sono quasi di contorno, funzionali alla forma anziché viceversa. L’impressione che se ne trae alla fine è che il film esprima solo una parte del potenziale che avrebbe avuto in canna, ma al contempo si può esser soddisfatti che il materiale a disposizione non si sia trasformato in un inciampo dolente, cosa spesso più probabile che altrove, in Italia.

Film che alla fine mi ha lasciato abbastanza indifferente. Avevo visto trailer al cinema che mi aveva esaltato e ricordato i film dei Manetti. Quando sono riuscito a vederlo mi aspettavo un vero e proprio noir umoristico, molto fumetto e molto debitore al cinema dei fratelli appena citati…invece l’ho trovato molto molto anonimo
Ci sono delle scenografie e ambientazioni molto belle, ma non ho ritrovato quasi nulla di ciò che mi aspettavo. Forse ero io che avevo in testa i Manetti che rifanno un film alla Dick Tracy, ma alla fine il film per me è senza infamia e senza lode. Diciamo 6 politico
Non da buttare, ma nemmeno valido da recuperare e mettere in collezione
Da un fumettista, che quindi credo abbia avuto abbastanza carta bianca nella trasposizione del proprio lavoro, mi aspettavo davvero tanto, ma tanto di più. Proprio a livello di trovate e personaggi, che invece sono abbastanza scialbi e anonimi
Il fumetto italiano credo che ancora oggi non sia secondo a nessuno e si sa che dove manchiamo di budget hollywoodiani arriviamo con le storie e i nostri personaggi, in una parola: le idee…qui di idee non ne ho viste
Che poi tra i Muccino, gli Zampaglione, le stupide commedie e tutto l’obbrobrio che passa il nostro cinema odierno, si sia costretti ad essere ormai di bocca buona…alla fine la sufficienza gliela dai anche, ma a parer mio solo per colpa del basso livello della concorrenza

Mollato senza rimpianti dopo circa mezz’ora.
Vedere l’insopportabile Servillo che gigioneggiava a ruota libera senza essere minimamente diretto mi ha reso insopportabile la visione.
Non faceva per me.