Alan Smithee: il regista che non esiste...

:Da: http://www.bizzarrocinema.it/speciali/focus/alan-smithee-il-regista-che-non-esiste/

Uno, nessuno, centomila: chi è Alan Smithee? La storia del regista inesistente che ruba l’identità ai cineasti americani.

Se durante i titoli di testa di un film ci si imbatte nella dicitura “diretto da Alan Smithee”, bisogna iniziare a mettere in preventivo che lo spettacolo a cui si assisterà, probabilmente, non sarà dei migliori. Con questo non si intende dire che Alan Smithee sia il peggior regista della storia: lo scettro appartiene di diritto a quel gran genio di Ed Wood, semplicemente bisogna tener presente che Smithee non è un regista come gli altri. Anzi, è vero l’esatto contrario: gli altri registi a volte sono come Smithee.

STORIA DI UN MITO
Alan Smithee (o anche Allen Smithee) è uno pseudonimo utilizzato dai registi hollywoodiani quando vogliono disconoscere un proprio film. Generalmente questo avviene quando le ingerenze delle case produttrici si fanno troppo pesanti e il materiale di partenza di un film viene rimaneggiato così tanto che, il regista originale, non lo riconosce più come suo. Ed ecco spuntare Alan Smithee: un modo per rimanere anonimi e, allo stesso tempo, per denunciare i ‘soprusi’ di chi mercanteggia con la settima arte.

Il primo film ad utilizzare tale pseudonimo fu il western Ultima notte a Cottonwood (1969). Richard Widmark, star principale del film, non andava molto d’accordo con il regista originale Robert Totten e, in corso d’opera, riuscì a farlo sostituire da Don Siegel. Quando il film venne ultimato, Siegel, rifiutò di firmarlo, affermando che la parte più grossa era stata diretta da Totten. Ma Totten non poteva comparire sui titoli di testa, perché il capriccioso attore Widmark, si opponeva con forza a tale eventualità. Ben presto si arrivò a un compromesso e il film, con buona pace di tutti, venne accreditato al regista fittizio Alan Smithee. Da quel momento in poi, questo pseudonimo, venne accettato come convenzione dalla Director’s Guild of America (sindacato che rappresenta i registi cinematografici e televisivi statunitensi), ad uso di tutti quei registi e sceneggiatori che avrebbero potuto sentire la necessità di non firmare le proprie opere a causa di gravi manipolazioni esterne.

Alan Smithee iniziò a proliferare. Oggi, il suo nome, si può trovare stampato su film di tutti i generi, su opere destinate al piccolo schermo e, addirittura, su videoclip, fumetti e cd musicali. Se proprio si vuol rintracciare una poetica comune a tutti i film di questo regista inesistente, la si può trovare nella mediocrità che, per ovvi motivi, pervade molte delle sue opere (non mancano eccezioni).

PERCHÉ “ALAN SMITHEE”?
L’origine di questo nome è piuttosto dibattuta. Molti affermano sia l’anagramma di ‘The Alias Men’, ma questo rischia di non essere del tutto vero. Non a caso, infatti, il primo nome fittizio a cui si pensò per firmare Ultima notte a Cottonwood fu semplicemente quello di ‘Al Smith’, ma venne poi accantonato perché esisteva già un regista con quel nome. È molto probabile, quindi, che si iniziò a pensare ad un nome ‘singolare’, che avrebbe preservato i registi passati, presenti e futuri da imbarazzanti omonimie. ‘Alan Smithee’, con l’insolita doppia “e” finale, garantiva questa sicurezza.

“HOLLYWOOD BRUCIA” E SMITHEE MUORE
Tutte le cose, prima o poi finiscono. E la fine (parziale) del buon Alan ebbe inizio con il film Hollywood Brucia. Si tratta di una commedia del 1998 diretta da Arthur Hiller, la cui trama vede protagonista proprio un regista che si chiama Alan Smithee. Costui è chiamato a dirigere Trio, un film importante che può dare una svolta alla sua carriera. Ma l’industria cinematografica ci metterà lo zampino iniziando ad osteggiare il film. La reazione del protagonista non tarderà ad arrivare: a pochi giorni dalla prima cinematografica, ruberà il negativo di Trio minacciando di dargli fuoco.

Ironia della sorte: il regista Arthur Hiller ci rimase molto male quando, al suo montaggio del film, la casa di produzione preferì quello dello sceneggiatore Joe Eszterha; Hiller, per protesta, decise di firmarsi Alan Smithee!

Dopo questo film la Director’s Guild of America fece dietrofront, depennando la convenzione ‘Alan Smithee’ e screditandone la validità. Ma il buon Alan non muore mai. Ci sono film che, anche in tempi recenti, a convenzione decaduta, continuano a riportare l’infame marchio in copertina.

VERY IMPORTANT SMITHEE
Molti registi noti si sono celati dietro la rassicurante firma del regista inestente, spesso solo per ovviare a quelle versioni dei loro film ultratagliate poichè destinate alla tv e alla diffusione sugli aerei di linea. Ci sono infatti dei film che mantengono, nella loro forma cinematografica base, il nome originale del regista e si manifestano come prodotti di Alan Smithee solo in alcune versione ‘apocrife’, non approvate dagli autori reali. Questo accadeva principalmente negli Stati Uniti degli anni '90. Tra le vittime illustri, vale la pena citare David Lynch e il suo Dune (rilasciato in diverse versioni alcune delle quali disconosciute dal regista) e Michael Mann con il suo Heat (che non ebbe il cuore di firmarne anche la versione edulcorata e rassicurante realizzata per sollazzare i passeggeri in volo).

Ma anche Robert Altman, in un’occasione, ha sfiorato il noto pseudonimo. Minacciò di utilizzare l’infame marchio per il film Conflitto di interessi a causa di alcune diatribe con la produzione. Per fortuna non fu necessario scomodare lo sballottato Smithee, tutto si risolse per il meglio.

ALAN SMITHEE IN ITALIA
Oltre ai già citati Ultima notte a Cottonwood e Hollywood Brucia, ci sono altri film di Alan Smithee distribuiti anche dalle nostre parti. Di seguito una veloce rassegna.

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Innanzitutto complimenti per le molte faccine a chiusura dell’articolo :-p (suggerisco di farle diventare il tuo marchio di fabbrica :smiley:)
(Si scherza eh, lo preciso perchè, come sai, son tempi in gdr cui bisogna girare con le chiappe strette :emot-laug)

Cmq tornando al tuo interessantissimo articolo devo dire che mi ha ricordato la vicenda del film di Albertone denominato Mamma mia che impressione! (1951) uno dei miei primi film acquistati in divudì.
La pellicola fu firmata per la regia di Roberto Savarese sebbene successivamente emerse che:
“Vittorio de Sica è intervenuto così tante volte nella direzione del film da finire per dirigerlo lui stesso”
fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Mamma_mia_che_impressione! (così non dicono che copio :awe:)

DA QUI IN POI VADO MOMENTANEAMENTE O.T. (hic sunt leones)

Ti riporto per curiosità anche questo aneddoto:
Secondo una testimonianza del regista Mario Mattòli, del film Totò sceicco (1950) vennero girate alcune sequenze destinate al mercato estero - soprattutto francese - con le odalische a seno nudo. Quelle scene le diresse Mariano Laurenti, poiché Mattòli non se la sentiva. A un certo punto, mentre l’assistente dava ordini alle comparse senza veli, un proiettore della luce, inavvertitamente spinto, cadde sul sedile pieghevole del regista, fortunatamente vuoto. Quelle sequenze, in seguito, nessuno le ha più ritrovate.
fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Totò_sceicco

eppoi Gli ultimi giorni di Pompei (1959) con Sergio Leone non accreditato benchè subentrato a Mario Bonnard