Ammappate @rodar… Ariston, non ne abbiamo mai parlato
Il nome te lo posso dire, Marco. Almeno si presentò con questo nome ma quale ruolo ricoprisse nella produzione onestamente non lo so. Non c’erano contratti da firmare. Ti pagavano sull’unghia e questo fu una fortuna perché potei rifiutare e andarmene visto che non ero già stato pagato (mi sembra che fossero centomila lire), ne avevo firmato un qualsivoglia contratto. Sia chiaro, questo per quanto riguarda me. Per gli altri non saprei. Comunque parlando con questo tizio, che incontrai una discoteca, venni a sapere che le produzioni ogni tot andavano cercando gente nuova, soprattutto uomini, proprio per queste scene di orge visto che gli attori fissi erano veramente pochi. Fossi stato solo avrei pure accettato (non scene di orge, però) ma nelle mie condizioni se lo avessi fatto si sarebbero create troppe questioni e non era il caso. Tutto qui.
Probabilmente non c’è mai stata occasione. E a dirti la verità era un’esperienza che avevo rimosso. Non so neanche come ho solo potuto pensare di poter fare una cosa del genere.
Posso solo aggiungere che per fare certe cose o ci sei portato o lo fai per disperazione. Io non ero l’uno e né l’altro. E poi c’era una atmosfera strana. Sarò rimasto li dentro cinque minuti e ho incrociato lo sguardo di un paio di ragazze che sembravano condannate alla fucilazione (o forse lo avrebbero preferito, chissà). Poi c’era un uomo anziano su una sedia da regista con una faccia a dir poco scazzata. Forse era Siciliano? Confesso che ho anche avuto un po’ paura. Magari è stata solo una mia sensazione, ma è stato meglio rinunciare. M’avessero dato un milione, forse forse qualche pensierino ce lo facevo (pure all’orgia), ma per centomila lire proprio no.
Peraltro al tempo non credo ti facessero presentare col test delle malattie sessualmente trasmissibili come fanno oggi, e nemmeno che avrebbero usato i preservativi
Hai fatto decisamente bene a declinare…
Direi che hai reso benissimo anche l’atmosfera, e il tipo di persone presenti (volenti o nolenti) in quell’ambiente.
Peraltro se non sbaglio dalla tua età si era all’inizio del periodo nero dell’eroina, e posso immaginare le ragazze per quale motivo partecipassero
Incredibbile che non sia ancora stato splittato il thread
“Un’anima divisa in due” di Soldini, scena ambientata in un Coin di Milano, riprese dalla tarda serata all’alba. Ero tra gli avventori del supermercato quando Bentivoglio scopre la zingarella sorpresa a rubare. Pare che l’interprete, una vera nomade, mendicasse realmente fuori dal grande magazzino durante le pause. La paga era di 50mila lire.
Sarò rimasto li dentro cinque minuti e ho incrociato lo sguardo di un paio di ragazze che sembravano condannate alla fucilazione (o forse lo avrebbero preferito, chissà)
Questo breve “passo” del post di @rodar mi ha fatto ricordare una chiacchierata con una pornostar conosciuta durante la mia stagione estiva nell’hotel dove lavoravo a Cesenatico nel 2006.
La sua presenza era di tre giorni e una sera intorno alle 22 si mise seduta su uno sgabello del bar a bere qualcosa ed entrammo in confidenza dopo un pó a parlare proprio del dietro le quinte di un film porno.
Erano i primi di giugno e nella struttura c’era solo lei ed una “colonia” di “ragazzi e ragazze” dove l’età massima era tra gli 85-90 di un paesino in provincia di Bergamo, sorpresi di vedere una ragazza così prosperosa e veramente provocante.
Per la cronaca non abbiamo ricoverato nessuno:rofl:.
Mi colpì un suo discorso quando mi confessó che preferiva i set di produzione americana che quelli italiani.
“Qui Gianni, mi e ci trattano come carne da macello…mettitie llà, te voi impegnà a piallo bene, oggi che c’hai, nun c’hai voja, e tante altre…di attori e colleghe che usavano poco l’uso delle docce e della pulizia personale. In America é diverso, i registi e i partner ti trattano diversamente, siamo seguiti anche da un equipe medica, ma é tutta un’altra cosa.”.
Poi passó a raccontarmi dell’esperienza televisiva, ogni tanto era presente nei programmi dopo la mezzanotte condotti da un certo Corrado Fumagalli.
Il giorno dopo, mi disse la collega della portineria, venne un tizio che caricó le sue valigie su una specie di spider, gli pagó il soggiorno e terminó così la sua brevissima vacanza(semmai era una vacanza, io hp sempre immaginato che stava girando qualche film ) sulla costa romagnola.
“un certo” Corrado Fumagalli?? Ma è il mito di Sexy bar!! Ricordi il nome della ragazza? Io lo guardavo.
PS piccolo OT: assurdo come, scrivendo il nome di Corrado, mi hai fatto tornare in mente che lo ho appena sognato stanotte, che camminava per strada ho un cervello malandato.
“Qui Gianni, mi e ci trattano come carne da macello…mettitie llà, te voi impegnà a piallo bene, oggi che c’hai, nun c’hai voja, e tante altre…di attori e colleghe che usavano poco l’uso delle docce e della pulizia personale. In America é diverso, i registi e i partner ti trattano diversamente, siamo seguiti anche da un equipe medica, ma é tutta un’altra cosa.”.
Questa mancanza di professionalità tutta italiana viene confermata anche da volti noti dell’hard come Rocco Siffredi.
A proposito della pornostar conosciuta al bar, una che partecipava spesso alla trasmissione di Fumagalli era Letizia Bruni… sarà mica lei?
Beh @Bruno_sacchi ma non era meglio che sognavi le ragazze che frequentavano il bar invece del proprietario?
Ma certo che mi ricordo il nome, come del suo costume da bagno trasparente coperto(si fa per dire) da un pareo…
Allora sia per te che per @Tuchulcha e gli altri che sotto sotto non hanno scritto, ma sono certo che gli interessa anche a loro la pornostar era Sheila Stone
Io penso di averlo fatto. Cioè stavo a camminare e fumare una sigaretta vicino all’ostello di Kuala Lumpur, vicino il mercato centrale e, ad un certo punto vedo che stanno girando scene di un film, una stronzatissima d’amore con due imbecilli indiani che erano più legati di due salami (ma il cinema malese non brilla certo per qualità tecniche).
COmunque, mi metto li a guardare tutta la troupe - ne avevo vista soltanto una in precedenza dal vero, a Helsinki dove però io e il mio amico italiano che studiava la, fummo scacciati via in malo modo perchè non volevano rompiscatole attorno. Insomma, fatto sta che tra una pausa e l’altra mi ero messo a fare domande stupide parlando un pò in malese per farmi vedere (con la speranza, ovviamente non segreta, di farmi fare la comparsa)
“Parli malese?” “Pochino”. “Parli inglese?” “Si, certo”
“Allora, guarda” (più o meno erano queste le parole) “c’è da girare una scena qui in Berjaya Times Square a questo caffè e abbiamo bisogno di qualche straniero seduto al tavolo” (probabilmente c’era qualche aumma aumma col bar per girare proprio costì)… “se te la senti, sei li a parlare con una ragazza”
“Vabè, non è difficile”
E mi danno sta cinese odiosissima - di queste costruite a tavolino all’università, du’palle, pure secchina, faccia anonima, insonna nun me diceva niente a livello ornitologico - però stiamo li, famo finta di chiacchierare un pò in inglese, un pò in malese, un pò in cinese ma non so se si sentiva l’audio e, soprattutto non so neanche se il film è stato completato, come si chiamava, boh…
Un’altra volta, e questo recentemente, quando lavoravo a Istanbul, il tipo che mi sostituiva la notte, Salih (simpaticissimo) ha girato una scena con me che accendo la tv e guardo le notizie del telegiornale. Era per un cortometraggio che stava girando e che ho visto era anche molto bello, una sorta di crime story ai tempi del covid. So che ha ottenuto il finanziamento ministeriale e stava facendo la post produzione, poi son venuto via e non ne so più niente. Però so che lo vuol presentare al festival del cinema di Ankara e a qualche altro perchè già i suoi 3-4 cortometraggi precedenti hanno ricevuto una certa attenzione là in Turchia
Poi, vabè c’entra poco, però il mio fratello Naso in Cina ha partecipato a diversi film come comparsa tanto per arrotondare: anche li, il classico straniero al bar, il classico turista, una volta l’occidentale tonto che non sa come muoversi in Cina, una volta un soldato russo in una scena di massa di un film di guerra dove viene fatto fuori quasi subito… boh… cose così
Porno… eh magari, mi piacerebbe… ora che vado in Giappone provo a sentire le case produttrici che seguo (quelle con le tettone jappo, ovviamente) ma mi sa che se mi fanno scopare, sarà solo il pavimento ad andare bene. O il guardone segaiolo. Però ci provo, un mio amico che c’è stato poche settimane fa m’ha detto che in due pornoshop che c’è stato aveva visto proprio troupe girare film, quindi… chissà…
Ahahah no, ti prego nasum, un porno no! Poi so che la mia curiosità mi costringerà a cercarlo e guardarlo!!
fare la comparsa in un porno poi è davvero il massimo del minimo!
Se avessi accettato avrei effettivamente fatto la comparsa. Non credo che per me ci sarebbero state battute da pronunciare…