Babel (Gonzales Inarritu, 2006)

Torna la premiata ditta Inarritu-Arriaga dopo Amores Perros e 21 Grams. Torna Arriaga anche dopo The Three Burial Of Melquiades Estrada. Ed io torno al cinema stasera eccitato come un bambino.
Nessuno è ancora andato a vedere questi maghi delle sceneggiature destrutturate?!

Stento ancora a crederci. Quattro storie, tre continenti, un solo denominatore comune: angoscia. Ora sono stanco e provato dalla visione per poter scrivere qualcosa di più. Inoltre il film è talmente denso che non basterebbe la notte per parlarne. Le sole location possono provare a dare una, seppur minima, idea dell intreccio, della solida complessità di una trama stavolta quasi priva degli eccessi di salti temporali dei precedenti film di Inarritu: deserto marocchino, confine texas messico, giappone urbano. Non è solo la disperazione ad unire questi tre luoghi così lontani. Basta, dormo sulla tastiera. Andate al cinema.
Premiato come miglior regia a Cannes. Se questo non ha vinto miglior film, come sarà il nuovo Ken Loach, lui sì, vincitore?!

Visto stasera, gran bel film, anche se non mi ha particolarmente affascinato. Non sò, c’è qualcosa che non mi ha fatto condividere l’angoscia del film, forse perchè è un pò quello che ti aspetti da Innarritu e quindi l’effetto trascinamento nei meandri del dolore umano non è riuscito in me come ad esempio in 21 grammi o in Million Dollar Baby di Eastwood che mi aveva distrutto.
Sono io che sto diventando troppo cinico?
Comunque da vedere.

Visto ieri sera. E’ il film dell’anno.

io condivido il parere di lucifer, a me non ha dato delle gran emozioni anche se è comunque un film originale, ben costruito e soprattutto recitato benissimo (brad pitt e cate blanchett sono ottimi). ho trovato estenuanti gli ultimi 40 minuti tirati troppo per le lunghe gratuitamente. di solito i film in cui si intrecciano più storie hanno il difetto di essere poco realistici, nel senso che ai personaggi capitano troppe cose e di tale portata che nella vita reale sarebbero troppe. in questo film invece c’è un senso della misura che lo rende più “plausibile” e che ho apprezzato. ma è un film che seppur bello rischia di essere sopravvalutato.

Visto ieri e piaciuto molto: Pitt credibilissimo in un ruolo per lui insolito (e -l’avete notato?- sempre “vestito”!), ma il film appartiene pressochè interamente agli “sconosciuti” (i marocchini, la messicana, e soprattutto i giapponesi - la parte del film più originale, interessante, bizzarra). Premio a Cannes alla regia strameritato, ma la giuria poteva osare anche di più, dato che la Palma se l’è portata a casa l’oramai “lesso” Loach e il Gran Premio l’ha conquistato l’orripilante Dumont (regista - per dirla alla Fulci- “da abbattere”! Anche fisicamente, certo). Poca azione, ma buon ritmo, a volte vera tensione, grande intensità: tra le cose migliori dell’anno, indubbiamente.
P.S. E complimenti alla distribuzione nostrana (senza ironie o cattiverie, per una volta!): due terzi dei dialoghi del film sono lasciati in originale (arabo, spagnolo, giapponese) con sottotitoli. Grazie a nome di tutti i cinefili!

a proposito del doppiaggio di Babel mi permetto di dire che era doveroso lasciare almeno le lingue diverse dall’inglese in originale. Il film già dal titolo fa riferimento alla diversità di lingua e quindi anche di razza, di popolazione.
purtroppo però il messicano è doppiato a metà, a volte quando parlano tra di loro sono doppiati mentre altre volte no. questo mi faceva strano, anche perchè sono doppiati malissimo, quasi ridicoli, con un’accento che sembra quasi veneto ai confini con quello di ferrara… ci voleva molto fargli un’accento spagnolo?
anche a me l’episodio giapponese è sembrato il più originale, la parte più bruttina invece è stata il finale dell’episodio messicano. bravo Pitt che fa vedere anche le rughe (echeccazzo… non potrai sembrare sempre un ventenne!)

Visto ieri sera. Tra i film visionati recentemente al cinema è quello che mi è piaciuto di più (e sicuramente di più del tanto osannato THE DEPARTED), anche se non mi ha entusiasmato. A livello squisitamente filmico è un passo avanti rispetto a 21 grammi, maggiormente calibrate le possibilità narrative e la struttura temporale circolare è perfetta, laddove nel film precedente latitava. Ai vostri apprezzamenti sul cast tecnico e artistico aggiungerei una particolare nota di merito alla splendida colonna sonora di un tale Gustavo Santaolalla. Davvero ottime le scelte musicali delle 4 parti diverse, sorpatutto di quella giapponese con un tappeto ambient di grande effetto, che si pone in contrappunto al caos visivo e “sonoro” della metropoli nipponica fornito dal montaggio. Una nota di particolare merito all’attrice giapponese Rinko Kikuchi, semplicemente sublime. Ma che altri film ha fatto?

Lei un pugno di filmetti… Ma Kôji Yakusho è immenso.

Scusate,non mi lapidate è un parere personale.
Ho assolutamente detestato Babel appena finito di vedere.
Storie mal intrecciate senza capo nè coda (come quella giapponese).
Ho l’impressione che il regista abbia voluto tentare la strada del film “largho” ma si sia perso per strada.
Peccato anche perchè l’interpretazione era sopra le righe (vedi Pitt).
Bella fotografia ottima colonna sonora.
Un occasione sprecata,per me un film insipido.

Visto in dvd una decina di giorni fa. In originale, purtroppo senza sottotitoli, per cui tutta la parte jap o araba l’ho solo dedotta. Concordo con Lucifer, onestamente sono rimasto più coinvolto da film come Grand Canyon che questo. Però è splendidamente fotografato e montato, niente da dire.

Non mi è piaciuto, sarà che non riesco a capire il suo “tocco”, ma questo regista proprio non mi va giù, mi lascia spaesata…
dalle premesse mi aspettavo chissà che…
ma a voi questo film cosa ha lasciato?

in generale mi sembra che negli ultimi anni non si riesca a fare un film senza arricchirlo a forza di scene gratuitamente crude e violente.

Quanto piccolo è il mondo. Nonostante tutto è un film sulla solitudine e sui sentimenti che ci legano alle persone a cui siamo legati. Un film ‘positivo’ ma che lascia intendere che i legami sono composti da elementi fragili. Racconta poco ed è meno potente dei films precedenti, non va comunque trascurata la capacità di mettere in mostra un ampio raggio di sentimenti, così vasta da mettere in crisi le convinzioni più solide.

Molto bello. Oscar alla colonna sonora meritato, minimale così come la solitudine dei singoli individui.

Io trasecolo letteralmente rendendomi conto che c’è gente che considera un capolavoro - o poco meno - questa roba qua.

Fatta in modo estremamente professionale, con attori di livello eccetera, ma insostenibile. Girare tutto un film con la macchina a mano, che tremola di qua e di là per 2 cazzo di ore, a quanto pare è diventato un plusvalore. Siamo alla follia.

Negli anni sessanta facevano degli happening teatrali nei quali lo spettatore pagava il biglietto, entrava e veniva insultato per mezz’ora da tutto il cast. Poi usciva, pare tutto contento della rappresentazione d’arte profonda e provocatoria cui aveva assistito.

Contenti voi.

ps - comunque la giapponesina è figa, ve ne do atto