Baober in love (Li Shaohong, 2004)

Storia d’amore surreale e sui generis tra Liu, un impiegato di alto rango della Pechino del business e degli affari ed una ragazza strampalata ed affascinante, che vive per la strada e si nutre di emozioni e di ricordi. Lei, Baober, ha alle spalle un’infanzia difficile ed ama vivere la vita e gli amori in modo intenso, irrefrenabile, con un’anima pura e sognatrice.
Lui si ritrova a sconvolgere tutta la propria vita per lei e a rimettere in discussione i solidi pilastri che la sostenevano.
Il film è poetico, vive di immagini, di sequenze oniriche, di emozioni palpitanti che traboccano fuori dallo schermo. La storia è costruita in modo postmoderno, alternando frammenti di realtà a frammenti di immaginazione, frammenti di presente a frammenti di passato, narrando le vicende attraverso gli occhi e la soggettività di diversi personaggi, ma affidandosi anche ad espedienti come il videotape ritrovato e visionato, il punto di vista di persone esterne alla dinamica della coppia, le personali visioni e fantasie di Baober.

Ci rendiamo conto infatti col progredire della trama che Baober in realtà ha una personalità psicotica, è convinta di vivere fatti e vicende che accadono solo nella sua mente, si è costruita una storia personale che non corrisponde con la realtà e sperimenta le emozioni in una modalità esasperata e assolutizzante, ma al contempo sublimata e volatile. Liu ne prenderà atto pian piano in modo doloroso, e cercherà comunque di stare sempre al fianco di lei, nonostante le difficoltà derivate dalla volubilità ed imperscrutabilità della sua condizione pischica.

La pellicola ci offre delle sequenze di grande impatto visivo, facendo anche un utilizzo non fastidioso (e anzi direi armonioso) della computer grafica e degli fx. Uno dei temi ricorrenti è la metafora tra la storia d’amore di Baober e Liu e la precarietà della situazione urbanistica di Pechino, un costante abbattere il vecchio e ricostruire il nuovo, una dimensione nella quale i ricordi perdono consistenza e vengono soppiantati da nuove concretezze che vanno a sostituirli in un battibaleno, senza che nemmeno ce ne si accorga.

Film strano, una vicenda semplice narrata a volte in modo poco lineare, a mio giudizio affascinante e coinvolgente a livello emotivo.

La regista ha diretto diversi classici del cinema cinese degli anni '90, che sto recuperando e conto di vedere a breve.

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