Battaglia dei ponti - Irak

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/02_Febbraio/03/nassiriya.shtml

Peccato che notizie del genere troveranno conferma e condanna giuridica solo tra qualche anno(almeno spero).
Gli alti gradi dell’esercito mentono(è stato provato in passato), Frattini ha mentito, il governo ha mentito. Perché non sono stati mandati a casa? Un pò perché la gente non lo sa e un pò perché non gliene frega niente. In definitiva, la colpa è di chi non si interessa, non diffonde notizie e non si attiva.
In operazioni di pace non succedono così spesso queste cose, o sbaglio?
Non mi stupisce che i politici del governo difendano questa “missione di pace”…sono più dispiaciuto quando sento delle persone “normali” che danno loro ragione.

È cominciato il processo a un soldato italiano per la «battaglia dei ponti» di Nassiriya. L’imputato è il caporal maggiore Raffaele Allocca, colpevole, informano giornali italiani, di avere sparato su una ambulanza facendo vittime civili. Riteniamo nostro dovere informare l’autorità giudiziaria militare, e l’opinione pubblica italiana, di alcuni fatti gravi e importanti che hanno rilievo in questo processo e che esonerano il nostro connazionale.
Il primo è che la battaglia dei ponti non c’è mai stata e dunque il caporal maggiore Raffaele Allocca non può avere sparato sull’ambulanza.
Il fatto, ci hanno assicurato il ministro degli Esteri Frattini e il comandante italiano di Nassiriya Danzini in quei giorni (5-6 agosto 2004) non è mai avvenuto. Ne fa fede la soppressione di un video mai trasmesso del giornalista Rai Agostino Mauriello e le dichiarazioni rese al più accreditato talk-show di governo della tv di Stato dal ministro degli Esteri italiano e dal generale Danzini.
Il fatto non avvenuto, ci hanno informati in seguito il giornalista americano Micah Garen e il corrispondente inglese dell’Independent Robert Fisk, è stato ordinato da generali inglesi che avevano e hanno autorità di dare ordini agli ufficiali e soldati italiani. Ma il caporale Allocca non poteva essere sul posto perché la battaglia - benché descritta nei dettagli da fonti inglesi e americane - è stata dichiarata dal governo italiano, dai generali italiani e da assortiti gruppi di esperti mostrati in televisione, mai avvenuta.
Tale battaglia infatti avrebbe potuto avvenire solo se un generale inglese o americano avesse ordinato alle truppe italiane di iniziare una azione di combattimento in violazione delle leggi italiane e di quanto autorizzato dal nostro Parlamento.
Quell’ordine non può essere stato dato, e lo conferma il fatto che l’intero governo italiano a suo tempo lo ha negato.
Poiché il caporale Allocca non può avere violato di sua iniziativa la Costituzione italiana che ripudia la guerra (art. 11); poiché il generale Danzini avrebbe immediatamente respinto l’ordine inglese in quanto di esecuzione impossibile per gli italiani; poiché il generale inglese non può avere imposto il suo ordine di guerra che non riguardava l’Italia; poiché sia il generale italiano che il ministro degli Esteri italiano hanno negato che ci sia mai stato un coinvolgimento dei nostri soldati in azioni di guerra anglo-americana e in particolare hanno negato ogni battaglia dei ponti, e lo hanno solennemente e ripetutamente affermato in televisione, tanto che la Rai ha eliminato materiale che potesse indicare il contrario di tali affermazioni; per tutte queste ragioni il caporal maggiore Raffaele Allocca va immediatamente esonerato da ogni imputazione, accusa o responsabilità.
Naturalmente il giusto e immediato esonero del caporale, che deve diventare una richiesta di tutti i democratici, non elimina le fastidiose insistenze di giornalisti non italiani che confermano invece notizie sulla battaglia mai avvenuta.
Per sciogliere questo nodo, e l’onore di un Paese il cui governo non mente (e non scaricherebbe mai le sue colpe sui suoi soldati di grado inferiore come in una commedia di Brecht) non resta che invitare a rispondere, in luogo del caporal maggiore Allocca, l’ex ministro degli Esteri Frattini, affinché confermi quanto ha sempre affermato sulla estraneità dell’Italia ad ogni combattimento, e del ministro della Difesa Martino affinché dica che il generale italiano era certamente stato autorizzato a disubbidire a ordini di guerra estranei alla Costituzione italiana e alle direttive del Parlamento italiano.

Furio Colombo