Begotten (E. Elias Merhige, 1989)

Visto tantissimi anni fa su una vecchia vhs malandata, mi è tornato alla mente questo film parlandone con un amico. Ma quanto bip costa il DVD?? Su Amazon si trova anche usato a partire da 118 $ :icon_hang
Sono abbastanza ignorante in materia di quotazioni di DVD, vale davvero così tanto?

Cmq del film ho un ricordo nebuloso, complice l’averlo girato in quel bianco e nero così sgranato. E’ surreale, delirante, oserei dire pieno di allegorie effettivamente difficili da decifrare.
Il personaggio del Figlio è davvero inquietante.

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Essendo un articolo fuori catalogo (vhs e dvd), purtroppo ognuno del suo usato (più o meno “collectible”) fa il prezzo che vuole. Naturalmente chiedere 118 dollari per un prodotto che all’uscita ne costava si e no 18, non sta né in cielo né in terra (tanto per prefigurare un po’ l’argomento del film).

Begotten si annuncia come tentativo, diciamo pure sperimentale, di coniugare diverse esperienze, forme e stili cinematografici, dal surrealismo bunueliano all’underground di Ken Jacobs, dallo sperimentalismo di Brakhage al noise di David Lynch. Ne scaturisce - come giustamente sottolinei - un oggetto filmico deragliato, sfrangiato, eccedente sia nella confezione che nel suo contenuto. Quel b/n sporco e granuloso è il prodotto di un processo fotografico (frutto di lentissime sovraesposizioni) molto complesso. Si narra che Merhige abbia impiegato circa otto mesi di postproduzione.
Il tema trattato, pur perdendosi nelle brume allegoriche di una prolungata agonia teogonica, credo voglia alludere ad una speranza palingenetica (alba-crepuscolo-alba potrebbe significare il ciclo stoico di genesi-apocatastasi-palingenesi), ma, richiamando antifrasticamente Heidegger, ormai neanche un dio ci può salvare. La scena enuncia un’ossimorica profana sacra rappresentazione (le maschere ne confermano la valenza di mise en scène) nella quale si assiste al suicidio di un dio (si può ipotizzare una sorta di sentimento divino del fallimento) che prima di morire ingravida col suo sperma e col suo sangue la madre terra per dare alla luce con chiari intenti soteriologici un figlio (fai bene Sweet Little Edie a scriverlo con la maiuscola, perché in effetti in teologia Begotten è termine che si riferisce al Figlio unigenito della SSima Trinità). Il risultato di quello che vorrebbe essere un’empia metafora cristologica è la messa a morte di questa strana procreazione mediante tortura e castrazione (come fine del genere umano, unione tra il naturale e il divino, tra il fisico e il metafisico) al cui dolore partecipa tutta la natura (pure la Madre Terra nel frattempo subisce la stessa violenza, offrendo una chiave di lettura anche “ecologica”) ad opera di alcuni individui dal volto coperto (per la vergogna forse?). Probabilmente la criptica simbologia di Edmund Elias Merhige, come alcuni trattatelli tardo-rinascimentali di alchimia e alla stregua di apocalittiche profezie dei Nostradami di turno, preannuncia il tragico destino del genere umano e del suo abitare il mondo, oppure la perdita del sacro nella sfera del suo agire. O un milione di altre cose.

Postilla: non l’ho posto bene a fuoco ma nella messa in rappresentazione emerge un divario, e nello stesso tempo un incontro, tra la cultura greco-arcaica e quella ebraico-cristiana.

Perdona(te)mi se mi sono dilungato. :wink:

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Invecchiando sono molto meno portato a fruire cinema sperimentale, la voglia di confrontarmi con la cripticità viene meno, il fascino delle immagini che scorrono si affievolisce in fretta lasciando spazio a vissuti frustrati ed insoddisfatti, in qualche caso alla noia. Non mi va più di sostenere la sfida della visione.
Non mi capita con tutti gli autori di cinema d’avanguardia ma quasi (si salva ad esempio il buon vecchio Jack Smith, che continuo a trovare intrigante e magnetico).

Questo Begotten ha dalla sua una magnifica fotografia in b/n e delle immagini estremamente evocative, un utilizzo furbetto di sequenze violente ridondanti sangue e viscere, una cura notevole nella caratterizzazione dei personaggi e dei loro costumi.
Si, a livello visivo affascina.
Eppure troppo faticoso arrivare in fondo, eccessivo lo sforzo richiesto allo spettatore per recepire il messaggio trasmesso.

Sarà colpa della generazione scroll & go della quale ormai facciamo (quasi?) tutti parte, dell’assuefazione ai ritmi e alle modalità di fruizione di YouTube, ma il cinema di avanguardia credo stia diventando un fenomeno sempre più elitario, e chi lo guarda probabilmente sempre più snob (suo malgrado o meno).

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Riassumendo: più invecchiamo, e più siamo scoglionati! :rofl::stuck_out_tongue_winking_eye::smirk:Se ho ben “recepito il messaggio”. Ciò detto, sento parlare di questo film ormai da decenni, su YT ho visto qualche spezzone e… appunto mi rendo conto di non avere più la “freschezza” per affrontarlo! Ammesso ma non concesso che vent’anni fa ce l’avessi, tale freschezza. Peccato, perché del buon Merhige ho apprezzato i successivi “L’ombra del vampiro” e “Suspect zero”. Dopodiché il regista, come un novello Keyser Soze, ha fatto sparire le sue tracce… :roll_eyes::no_mouth::thinking::shushing_face:

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