Quale visione migliore la sera della vigilia di Natale? Film che vidi da ragazzino con mio padre, ci piacque un sacco, e da allora è un mio piccolo cult. Non lo riguardavo da tanti anni.
Davvero un film delicato e profondo, che sotto la superficie chiassosa e ridanciana dell’umorismo toscano riesce a trattare molte tematiche delicate e critiche del nostro tessuto sociale.
L’istituzione della famiglia viene analizzata a raggi X e si portano in luce tutte le contraddizioni, le distorsioni, le dinamiche relazionali ambigue o del tutto negative che in essa possono prendere forma, insinuandosi in modo subdolo nelle crepe che si aprono nella sua facciata gioiosa. Questo non significa che non ci si voglia bene veramente, ma testimonia la difficoltà degli esseri umani di comprendersi, ascoltarsi, essere davvero aperti e sensibili alle necessità ed ai bisogni altrui, specialmente quelli di coloro che ci stanno più cari. Un’istituzione, la famiglia, in cui la cecità e l’incapacità di comunicazione spesso dilagano facendo calare tutti in una dimensione ottenebrata e ottenebrante… La quale però, ogni tanto, viene fortunatamente squarciata da qualche raggio di luce che proviene dal cuore. I sentimenti positivi, anche se anestetizzati, talvolta emergono e si manifestano con intensità. Un film di speranza?
Tutti davvero bravissimi ed azzeccati gli interpreti, a partire da Carlo Monni; interpretazioni intense anche della Cenci, la Occhini, il magnifico Novelli nel ruolo del nonno. Persino Ceccherini riesce a fare un’ottima prestazione, lo considero sicuramente il suo miglior film.
Un super film di Natale!