Borat

Credo che quelle di antisemitismo e di antislavismo siano accuse infondate perchè l’intento vero del film è proprio quello di ridicolizzare ogni forma di razzismo(il film è stato accusato anche di sessismo, di scorrettezza politica nei confronti dei disabili,omofobia) proprio attraverso la manifestazione estrema e paradossale di questi sentimenti e fobie del ceto medio occidentale e non solo.Ritengo che invece il bersaglio vero del film sia la società americana e i suoi eccessi e difetti,come hai giustamente fatto notare all’inizio del tuo post,attraverso lo strumento di una satira appunto politicamente scorretta e anche volutamente volgare(ma del resto la satira è satira).

E comunque Sacha Baron Cohen è londinese di origini ebree, quindi può fare tutte le battute antisemite che vuole proprio in virtù delle sue radici…

Va preso per quello che è: un film del cazzo, che fa una satira pesantemente sarcastica. Mi ha il più delle volte annoiato e quelle poche volte che è capitato ho sorriso e riso a forza.
Però devo dire che Le immagini con l’Inno Nazionale in sottofondo nei titoli di coda mi sono piaciute, erano di buon impatto visivo.

Forse non ci capiamo, non mi lamento delle battute politicamente scorrette ma dei “non detti”.

Tutti sanno come funzionano gli USA o le comunità ebraiche, qualsiasi battuta o oltraggio può essere solo satira costruttiva. Nessuno sa com’è la vita in altri paesi (tipo in questo caso il kazakistan): dicendo determinate cose, false, senza che lo spettatore medio abbia alcun termine di paragone, i fraintendimenti sono pressochè inevitabili, in alcuni casi…

Non credo che uno spettatore di intelligenza media possa pensare che quello descritto alla fine e all’inizio di questo falso documentario sia il vero Kazakistan,se una persona non capisce che quelle(tipo l’asilo coi bambini armati o il fabbro abortista) sono esagerazioni satiriche allora credo abbia bisogno di una visita medica urgente.Sarebbe come pensare che Brian di Nazareth è la versione ufficiale del Nuovo Testamento o che il Codice Da Vinci (un altro grande film comico) abbia un fondo di credibilità.Poi il film è discutibilie quanto si vuole,può essere ritenuto più o meno divertente,può piacere o non piacere,ma dare credibilità a cose che già da sole non fanno niente per accreditarsela (addirittura in originale il linguaggio usato dai cosiddetti kazaki è un misto di polacco ed ebraico) mi sembra esagerato.La questione per me è invece un’altra,ossia che la manifesta artificiosità e falsità di Borat possa mettere in discussione un vecchio concetto relativo ai documentari seri che tanto successo hanno riscosso ultimamente presso spettatori sempre più numerosi.La presunta oggetività e verità di un documentario è tutta da dimostrare in quanto le sue immagini sono manipolabili quanto quelle di un film cosiddetto di finzione.

Più che falsità del documentario parlerei di falsità del film in sè. Mi spiego: il film si presenta come una lunga candid camera dove Borat sarebbe/sembrerebbe il solo a recitare circondato da comparse ignare e prese alla sprovvista, peccato che spesso le inquadrature (e i cambi d’inquadratura) smentiscano in partenza questa verosimiglianza, oltre ad alcune sequenze oggettivamente pochissimo credibili (l’intervento alla tv locale, l’assurda aggressione alla Anderson).
A condire il tutto l’effetto-doppiaggio che banalizza ogni scena e ne disinnesca il residuo effetto verità.
Aspetto di rivederlo in versione originale perchè non mi sembra proprio lo stesso film di cui avevo letto recensioni e pareri entusiastici, ma posso dire che in sala le risate erano ben poche e che parlandone, a molti è sembrato il classico “film-pacco”.

io l’ho visto 3 volte, in lingua originale sottotitolato. e ho riso tutte e 3 le volte di gusto e in molte scene. l’ho trovato geniale.
è ovvio che ci vuole un minimo di intelligenza nel riconoscere che quello non è il kazakistan (e che l’america non è tutta così, anche se quello che lui fa vedere esiste).

ma questo film non è un documentario e nemmeno Baron Cohen vuole imbrogliare la gente dicendo che è un documentario. Immagino che esista chi invece ci creda e mi dispiace per loro se sono così stupidi. ritengo molto più pericolosi i documentari veri e propri fatti in maniera ingannevole.

p.s.: alcune candid sono vere, altre no. ho letto che la liberatoria dovevano farla firmare in anticipo e lo hanno fatto con qualche inganno. molte però sono finte e ragionandoci un’attimo lo si capisce. Ovvio che la scena con Pamela non era una candid, ad esempio.
Tra l’altro hanno fatto l’itinerario del sud degli stati uniti perchè la tv via cavo è meno diffusa ed era più probabile che la gente non conoscesse il personaggio Borat (già noto da anni al pubblico televisivo inglese).

scena memorabile:

quando il texano schifoso, si ridicolizza parlando male dei gays… in texas tutti cosi… non a caso bush viene da li…

Anticipazioni sul dvd del film, nei negozi dai primi di settembre
Ci sono sequenze piccanti, equivoci sui cani e vari altri extra
“Borat”, ecco le scene censurate in sala
e alcuni giornali rifiutano la pubblicità…

Il manifesto che mostra con molta evidenza il succinto costume verde del personaggio giudicato troppo volgare. Commento della 20th Century Fox: “Contenti di far discutere ancora”.

http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/spettacoli_e_cultura/borat-dvd/borat-dvd/borat-dvd.html

Sono riuscito a sopportarlo i primi venti minuti, poi ho dovuto spegnere, intossicato da questa scorpacciata di gomitate e strizzate d’occhio allo spettatore fatte all’unisono…

Visto in dvd qualche settimana fa, l’ho adorato, m’è proprio piaciuto. Spassosissimi gli extra del dvd, con scene se possibile ancora più toste. :smiley:

Intervista al Daily Telegraph: ‘‘Addio anche ad Ali G’’
Sacha Baron Cohen: basta con Borat, sarò Bruno

L’attore britannico Sacha Baron Cohen si toglie la maschera. In una delle rare interviste rilasciate senza interpretare uno dei suoi personaggi, ha rivelato di aver definitivamente abbandonato i due ruoli che lo hanno reso famoso in tutto il mondo: il grottesco giornalista kazako Borat e l’esagitato presentatore rapper Ali G. Al quotidiano Daily Telegraph, Baron Cohen, 36 anni, ha raccontato la fatica di interpretare i due soggetti: “Dovevo essere Ali G o Borat anche per 14 ore al giorno ma, con il tempo, ho finito per amarli. Non interpretarli più mi rattrista: è come dire addio a qualcuno a cui vuoi bene”. Anche se, aggiunge il comico, i personaggi si difendono da soli, nei film: “E’ fantastico pensare che ogni nuovo spettatore di ‘Borat’, mi conoscerà come Borat, di nuovo”. Mandando in pensione le sue due creazioni, Cohen, che recentemente ha recitato per il regista Tim Burton in ‘Sweeney Todd’, spera almeno di ridurre il numero di cause che molti spettatori infuriati hanno intentato ai suoi danni: “Dallo scorso anno sono stato citato in giudizio da circa 3mila persone”, ha dichiarato.
Ma Cohen ha rivelato anche l’identità del protagonista del prossimo film: si tratta di Bruno, un effeminato reporter di moda austriaco, già apparso in ‘Ali G’. Così se il governo kazako potrà tirare un sospiro di sollievo non altrettanto succederà a Vienna.
(da Trovacinema 22-12-2007)

Io di questo film so nulla tranne che, in un noto e frequentatissimo store del centro città (Milano, ma non quella Marittima) continuavano ad assieparsi capannelli di femmine della bene-borghesia innanzi a tutti i 34 monitor in funzione.

Sti cosi, con il “repeat” perennemente a manettone, trasmettevano la sequenza in cui viene illustrata la buona dimensionalità di un tristo e scarciofatissimo uccello.

E ragazzi, non sto a parlarvi di Uccellacci & Uccellini, i bricconcelli e Pasolini…

C’era sta salamella coi suoi ciuffettini, i centimetri in abbondanza, la virilità prossima ai numeri negativi.

Non ho potuto allora, forte del mio Spirto Natalizio, della mia pazzesca beltà, del mio fascino di spia, del mio fare ardito, dei miei modi a modo, del mio profilo alto, della conoscienza del Grattarola, della conoscienza dell’Almayer per non dire della raccomandazione del Guy61, mettermi ad inscenare una di quelle manifestazioni di ira ed inno alle gioie di una morale forte e che mai si celi!, di quelle che culminano sempre con l’arrivo dei negroni della sicurezza che tentano di occultarmi al popolino.

Ma io, lo si sa!, son di difficile occultabilità (notate la musicalità, il gentilissimo gioco di rima, la leggiadria di questa mia frase…).

Ovvio che la baruffa è terminata con sti due negroni obbligati dal vostro a perenne recita nel presepe vivente di Piazza Dei Mercanti.
Entrambi agghindati da Re Magi Ciuccia-datteri, scaldati dalle score del bue e dell’asinello.

visto oggi , e a me mi e sembrato una strunzata.

uno o due volte ho riso per il resto mi sono annoiato , mille volte meglio ali g.

sono rimasto veramente schockato e schifato dalla scena del

combattimento nudo con il ciccione che gli mette il culo in faccia e poi borat che lo prende da dietro bääääääähhhh

Io lo vidi al cinema e mi divertì molto, non solo ma forse proprio perchè è talmente “idiota” che alcune trovate continuano ancora oggi a farmi ridere molto!!! P.S. Ricordo pure che quando mi regalarono il DVD vi erano comprese quelle specie di buffe mutande verdi chiare che vidi poi indossate da un tizio a Cannes!!! :smiley:

//youtu.be/OqePlWj7Q3s

Recuperato anni dopo la sua uscita al cinema. Divertente e con alcune trovate veramente dissacranti e geniali.
Il litigio a letto con l’amico seminano è qualcosa di disgustoso visionato in gelido silenzio con la bocca spalancata.

E a proposito dei titoli di coda pare che un atleta alle olimpiadi abbia ascoltato l’inno kazako Borattiano per errore di quei ritardati degli organizzatori

Non erano le Olimpiadi (ovviamente, sarebbe stato uno scandalo troppo grosso) ma “soltanto” una gara di tiro in Kuwait.

//youtu.be/fJkSRQv44Iw

visto almeno una decina di volte da quando e’ uscito. Ogni tanto lo faccio vedere ai miei studenti per un’approccio “divertente” sui temi “culture shock”, “living abroad” “western vs. eastern cultures” ecc…

Che dire? La prima volta che l’avevo visto mi (ci) aveva anche divertito, forse perche’ conoscevo gia’ gli altri personaggi di Baron e sapevo piu’ o meno cosa aspettarmi. Poi, via via che l’ho rivisto l’interesse e’ scemato e ho notato parecchi difetti grossolani: una finta candid camera che all’inizio puo’ divertire ma poi risulta troppo artificiale, comicita’ grossolana che vorrebbe essere satira ma che sconfina spesso nel volgare e gratuito, autocelebrazionismo di Baron, scenette, o meglio vignette, che potevano essere sviluppate in maniera migliore, sbilanciamento tra la prima parte e la seconda parte (che perde di mordente e interesse), situazioni tirate troppo per le lunghe (come tutta la parte al rodeo o alla cena nella villa) alcuni tempi comici riusciti un po’ rozzamente (su tutti quelli nel negozio di antiquariato).

Peccato perche’ alcuni momenti sono abbastanza carini o anche lirici (l’addio e il reincontro con la mignottona nera, alcune scene “on the road”, Baron che fa il riepilogo della sua esperienza in America…) e il messaggio di fondo -lo scontro e incontro di culture- e’ sostanzialmente buono e positivo nel finale