Brice contro Brice - Brice 3 (James Huth, 2016)

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Undici anni dopo il primo Brice de Nice arriva questo inatteso seguito, denominato Brice 3 (già solo questo ci mette in guardia sulla cretineria dell’operazione, e lo spettatore che si accinge a guardarlo, se dopo aver letto il titolo resta in poltrona a proseguire la visione, è come se firmasse un consenso informato).

Mentre l’antecedente seguiva una logica narrativa coerente, qui la trama è totalmente demenziale: si tratta infatti di una storia che il nostro Brice, ormai vecchio, sta raccontando ad un gruppo di bambini riuniti intorno a lui; nella vicenda egli inserisce elementi fantastici ed inverosimili al parossismo spacciandoli per realmente accaduti, in puro stile nonno Simpson.

Per il primo quarto d’ora la pellicola riprende elementi, situazioni e topoi del primo film, tanto per innescare nello spettatore il meccanismo emotivo nostalgico. Poi parte la storia vera e propria, con una trama strampalata che salta di palo in frasca prendendo una serie di pieghe inaspettate e divertenti, andando a ripescare anche alcuni personaggi del film originale (non però purtroppo la sirena/compagna con la quale scattava del feeling nella pellicola del 2005, in quanto l’interprete, Alexandra Lamy, nel frattempo è divenuta l’ex moglie di Jean Dujardin, ed evidentemente i rapporti non saranno molto buoni…).

Diverse scene culto che strappano risate e restano impresse dopo la visione, tra cui la più memorabile è il mitico combattimento contro Gregor d’Hossegor, realizzato in animazione in puro stile Dragonball. Così come non mancano dettagli esilaranti sparati a profusione, in continuazione, piccole trovate stilose che divertono e strizzano l’occhio allo spettatore in puro stile Brice (come ad esempio il cubo di rubik tutto giallo che il protagonista non riesce a risolvere).

Purtroppo il titolo italiano spoilera di brutto la trama, in quanto anticipa la svolta narrativa decisiva, svelando una sorpresa che altrimenti avremmo scoperto solo nell’ultima mezz’ora.

Inedito per l’home video in Italia, è però disponibile in versione italiana su prime video (con un doppiaggio un po’ bruttino, voci poco azzeccate e poco efficaci… Per giunta poi un film così, pieno di giochi di parole e modi di dire, perde di brutto se non è visto in lingua originale).

Sicuramente inferiore al primo, inarrivabile prototipo, questo secondo capitolo della saga è comunque gustoso e divertente. Buona visione!

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