Café Society (Woody Allen 2016)

Con Jesse Eisenberg, Kristen Stewart, Steve Carell, Blake Lively, Jeannie Berlin, Sheryl Lee, Corey Stoll, Parker Posey


http://www.imdb.com/title/tt4513674/

Il nuovo Allen, più giocato sulla commedia se ho ben capito. Lo vedrò a breve, è uscito in Italia a fine settembre.

Visto 10 giorni fa. Una delizia. Elegantissimo, bellissimo da vedere grazie anche alla fotografia (in digitale, ma sembra su pellicola! ) di un Storaro in stato di grazia. Attori ispirati (perfino la Stewart convince, ma la Lively è bellissima), bei dialoghi, qualche buona “frecciata” alla religione. In fondo, nulla di nuovo, si capisce. Ma quando Allen non ci sarà più, i cinefili di tutto il mondo saranno un pò orfani, e qualcosa di bello nella vita mancherà. .

A me è parsa una discreta rimasticatura delle solite cose già viste in altri suoi film. Pessima la Stewart, sprecato l’ottimo Carell.

Qualche buon momento non manca (grandiosa la battuta “Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo; e un giorno ci azzeccherai”) e gran lavoro per gli esterni di Los Angeles.

La voce off, sempre troppo insistente a mio parere specie nella seconda parte del film, è doppiata da Leo Gullotta, che riesce ad imitare Oreste Lionello in modo quasi stupefacente, tremolio dovuto all’età compreso.

La “rimasticatura” è inevitabile, vista l’età dell’autore. Ma i suoi film continuerò ad andare a vederli, fino alla morte. Mia o sua…
P.S. Al posto di Carell (ottimo, ma non pienamente sfruttato), doveva esserci Bruce Willis. Licenziato dal set dopo pochi giorni di riprese per comportamento non professionale: non ricordava le battute, arrivava in ritardo. Evidentemente mr. Willis preferisce fare quei cacchio di spot per la Vodafone: che tristezza. .

Sì beh, pure io mi sto vedendo tutti i suoi film, come ho sempre fatto, ma questo non vuol dire che io debba essere acritico.

Comunque il finale è molto bello, molto romantico.

Lieto che tu l’abbia apprezzato: anche perchè non è un canonico “lieto fine”…
P.S. Avendo lavorato col defunto Lionello per decenni, l’eccellente Gullotta è riuscito a entrare con lui in simbiosi, almeno vocalmente.

Appena finito di vederlo: all’epoca chissà perché mi era completamente sfuggito, non ricordavo nemmeno che Allen l’avesse girato.
Non sarà chissà quale capolavoro o novità, ma per gli ultimi standard di Allen direi che si piazza nel settore “medio-alto”, e visivamente è una meraviglia.
Mi ha lasciato un po’ perplesso un passaggio nel quale si parla di una delle “feste di Billy Wilder”: il film è ambientato negli anni '30 e Wilder arrivò negli USA a metà del decennio e fino al '42 non ha girato nessun film, mi sembra strano che facesse delle feste… ma boh, chissà. Magari Allen ha voluto per forza inserire il suo nome per omaggiarlo.