Cient'Anne (Niní Grassia, 1999)

Pellicola fondamentale nella cinematografia partenopea perchè segna il passaggio di testimone da Mario Merola al suo pupillo Gigi D’Alessio nel 1999 quando ancora quest’ultimo non aveva quella fama (inter)nazionale poi riscossa :rolleyes:

trama: Gigi (Gigi D’Alessio) lavora come cantautore nel piano-bar di un hotel gestito dal padre adottivo, Mario (Mario Merola); suo grande desiderio è incidere un album discografico ottenendo fama di artista almeno a Napoli.
Un giorno, il giovane cantautore scopre di essere figlio naturale del suo datore di lavoro, Mauro De Angelis (George Hilton), oltretutto padre di un suo rivale in amore, Sergio De Angelis (Giorgio Mastrota)…

Regista: Nini Grassia
Attori: George Hilton, Gigi D’Alessio, Mario Merola e Giorgio Mastrota

DVD:

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A Napoli per i fan “veraci” di D’Alessio questo film è un cultone. Come George Hilton si sia ridotto a fare sti filmetti non me lo spiego. Ricordo in una puntata della trasmissione “Matricole e Meteore” Gnocchi sfotteva Mastrota di questa pellicola mostrando anche delle parti dove Giorgio stesso recitava in un modo abbastanza approssimativo :slight_smile:

Ricordo di averlo visto molto tempo fa, si può notare comunque come Merola abbia perso la sua vena recitativa sembrando quasi un dilettante, forse perchè non interpretava film da molti anni.Come dice Impact pare abbia avuto molto successo in campania all’epoca dell’uscita.

…e lo ha tuttora! questo e l’altro film con Gigi D’Alessio, di cui spero di aprire un thread presto, sono gli unici a non calare come costo (nemmeno sulle bancarelle): anno dopo anno, li trovo sempre a prezzo pieno rimandandone, ahimè, l’acquisto :frowning:

Certo il film evidenzia limiti di budget, regia, recirazione ed idee ma trattasi di sceneggiata napoletana dove da sempre la parte preminente è rappresentata dalle canzoni (che in molti casi, come questo, fanno anche da titolo) rispetto a quella recitata: interessante anche mettere lo stile generazionale a confronto, Mario più classico mentre Gigi neomelodico.

Indecente,orripilante,disgustoso spreco di pellicola e di bellezze femminili e turistiche per un tragico melodramma senza capo ne coda infarcito senza ritegno di luoghi comuni e momenti di puro imbarazzo. La sola motivazione che posso trovare nella partecipazione di George Hilton in questo film sono pesanti debiti di gioco cancellabili solo con questa umiliazione. Mastrota agghiacciante, Merola è la sua bruttissima ed indegna copia, D’Alessio forse il meno peggio quando canta, fa quello che sa fare. Poi le sue canzoni possono piacere o non piacere.
Momenti memorabili la Fiat Tempra che il protagonista guida con orgoglio ed il finto tunisino, onnipresente. Quasi quasi ripiango due ore di visione forzata dei soli siparietti di Mastelloni e Montanaro.

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HUGE SPOILER AHEAD, discuto del finale:

Che poi alla fine Merola si sarebbe salvato, dopo la sfrenata e frenetica corsa dell’ambulanza in ospedale e il portantino che dice: “Presto presto in rianimazione” esclamato con la fermezza di un Vigile Urbano a fine turno, arriva quel rincoglionito del figlio con la tempra e piuttosto che far salvare il padre preferisce intonare una canzone suicida.
Sarebbe da fare un sequel a sfondo giudiziario dove il figlio stesso denuncia il personale sanitario per non aver salvato il padre…

Finale:

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Padre che peraltro manco è il suo vero padre

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