Singolare giallo ambientato all’interno di una delle manifestazioni sportive più celebri in assoluto, il Tour de France.
Già allora, e probabilmente ancor più di oggi, la grande boucle era un evento di costume che polarizzava l’attenzione popolare e carpiva l’interesse di una grandissima fetta della popolazione, soprattuto in Francia. Non stupisce quindi l’idea di realizzare una pellicola di fiction che si svolge all’interno di questo contesto… D’altronde già l’anno precedente Totò era stato al Giro d’Italia! A differenza di quest’ultimo film però, l’opera transalpina non ritrae veri campioni del mondo del ciclismo, dando vita ad una serie di personaggi interamente partoriti dalla finzione. D’altro canto la trama racconta di un misterioso assassino che uccide uno dopo l’altro tutti i più grandi campioni che ambiscono alla maglia gialla, non si poteve immaginare che gli atleti professionisti si prestassero a ruoli così complicati, lunghi ed impegnativi.
La cosa che più colpisce sono il gran numero di scene ambientate sulle strade del Tour durante la corsa, con centinaia e centinaia di persone che tifano a bordo strada. Probabilmente grazie a qualche accordo con l’organizzazione le scene venivano girate poco prima del passaggio dei veri corridori, non me lo spiego altrimenti.
Per un appassionato di ciclismo la visione è piacevole poiché sullo schermo si susseguono tutta una serie di elementi che hanno fatto grande e reso mitico il ciclismo dei tempi eroici: le rivalità tra le varie squadre ma anche all’interno della stessa squadra (all’epoca il tour si correva per squadre nazionali, come oggi i mondiali, per cui spesso c’erano troppi galli nello stesso pollaio), i giornalisti sportivi che hanno un ruolo di primo piano anche nei confronti di squadre, direttori sportivi ed organizzatori della gara (non per niente la protagonista che investiga sui delitti è una veterana giornalista - modello Alessandra De Stefano - che si muove liberamente e totalmente a suo agio all’interno del gruppo), gli scafati meccanici che hanno un ruolo fondamentale che può decretare la vittoria o la sconfitta del campione di turno. E poi la polvere delle strade sterrate, le mitiche salite che hanno fatto la storia della manifestazione (che bello vederle immortalate ancora senza asfalto!), i celebri e maledetti passaggi a livello, le tese riunioni delle squadre nei ristoranti degli alberghi, i roboanti titoli sulle prime pagine dei quotidiani…
La trama gialla è leggera ed esile ma alla fine è il pretesto per fare un film che parli del fenomeno Tour de France e che mostri dall’interno le dinamiche della gara ciclistica più famosa del mondo.
Una visione leggera e piacevole, peccato non esista in lingua italiana. Strano pure che all’epoca non venne distribuito da noi, credo che sicuramente avrebbe avuto successo.
Il bluray francese si avvale di un ottimo master recentemente restaurato da Pathé.