Concerto per pistola solista (Michele Lupo, 1970)

E aggiungo: abbastanza ovvio ma comunque divertente l’utilizzo del grande R.Hundar (parrucchinato da paura) come cameriere dalla faccia trucida, inquadrato sempre nei momenti topici mentre fa dei ghigni agghiaccianti per far pensare che nascondesse segreti assurdi… quando invece -ovvio- non c’entrava un cazzo coi delitti

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Copertina home made (inserita anche nel thread apposito):

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http://img10.imageshack.us/img10/9676/concertoxpistolacopia.jpg](http://img10.imageshack.us/my.php?image=concertoxpistolacopia.jpg)

Doppiaggio:
Anna Moffo: Rita Savagnone
Gastone Moschin si doppia da solo
Evelyn Stewart: Maria Pia Di Meo
Peter Baldwin: Pino Locchi
Lance Percival: Nando Gazzolo
Giacomo Rossi Stuart: Pino Colizzi
Christopher Chittell: Massimo Turci
Marisa Fabbri: Anna Miserocchi
Quinto Parmeggiani si doppia da solo
Beryl Cunningham: Vittoria Febbi
Orchidea De Santis: Fiorella Betti
Robert Hundar: Carlo Alighiero
Franco Borelli: Cesare Barbetti
Ballard Berkley: Stefano Sibaldi
L’attore che interpreta il notaio è doppiato da Bruno Persa
L’attore che interpreta l’agente di polizia è doppiato da Luciano De Ambrosis

Visto. Spassosissimo. Un giallo all’inglese diretto dall’ottimo Lupo.
Una ottima colonna sonora di De Masi se non erro.
Ironico e incalzante fino alla fine.
Ho apprezzato Moschin che qui più di altre occasioni rivela la sua grande versatilità attoriale.

A mio avviso, Lupo avrebbe meritato di più. Troppo poco citato. Tanto dimenticato.

Ringo qui hai toppato… Moschin ha la voce di Carlo Romano.

Tra la vhs Creazioni e il master Mediaset dovrebbe esserci una differenza di montaggio, almeno così mi è sembrato visionando le due versioni del film su youtube. Inoltre sempre su youtube c’è un’altra versione del film, spagnola, dalla durata inferiore, rispetto a quelle italiane, di circa sei minuti

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uscita Oblivion

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Non avendolo mai visto, un titolo che prendo di sicuro. Grazie, Oblivion… :heart::ok_hand:
P.S. Anche se la sola idea di Moschin doppiato, è raccapricciante. Pur con la voce di un Romano… :thinking:

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Nuovo annuncio della Oblivion su Fb di imminente uscita …

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Probabile che la prese come una marchetta e non teneva più di tanto al film. Oppure era impegnato altrove. Anche Marisa Fabbri era un’ottima attrice eppure venne doppiata pure lei. Se io fossi stato un attore che faceva un western la prima cosa che avrei fatto mettere sul contratto è quella di farmi assicurare che mi sarei doppiato da solo. In Italia c’era la fissazione per cui nei western bisognava parlare sempre e solo nello stesso modo. Con le stesse intonazioni e con le stesse inflessioni. Ecco uno dei tanti danni del doppiaggio selvaggio. Mi sono sempre chiesto, inoltre, se Giacomo Rossi Stuart avesse una voce tanto brutta da dover essere sempre sistematicamente doppiato o che altro.

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Visto nel buon BR della Oblivion: sinceramente era da tanto tempo che non mi divertivo e non trovavo piacere a vedere un film come questa bella opera di Michele Lupo

La trama alla Dieci Piccoli Indiani in salsa più morbosamente italica è sapientemente bilanciata dai ruoli brillanti e divertenti di Moschin e Percival pur rimanendo un giallo in piena regola. Ci sono i delitti legati all’eredità, rapporti sfuggenti ed ambigui tra i riuniti al bellissimo castello e sfaccettaure anche drammatiche di alcuni personaggi (Peter Baldwin su tutti, che sembra uscito paro paro da un fumetto di Intrepido o Lanciostory).

La confezione del film è veramente di gran classe e questo dimostra che Michele Lupo era veramente un signor regista che sapeva spaziare - e in questo caso anche mischiare - tra i vari generi con estrema professionalità.

Le scenografie ed il paesaggio rurale inglese sono veramete fascinosi e il cast degli attori è da urlo: se tutti parlano del cast femminile (Anna Moffo che offre una prova veramente da ottima attrice, Evelyn Stewart, Beryl Cunningham, Orchidea De Santis, l’acidissima Marisa Fabbri) in realtà ho apprezzato moltissimo il giovane Christopher Chittell così come, in un ruolo secondario ma molto inquietante il grandissimo Robert Hundar oltre al duo di investigatori Moschin / Percival.

Anzi, a dirla tutta - Moffo a parte che come detto offre una prova intensa e misurata - non è che il resto del cast femminile sia di così rilevante centralità checchè ne dica il solito Pulici negli extra (ma si sa…). Certo la Cunningham è una gran gnocca anche se in alcune inquadrature di profilo sembra quasi un viados brasiliano e Evelyn Stewart da buona prova drammatica però essendo un film assolutamente corale mi pare che i ruoli più interessanti siano quello del giovane e problematico Chittell e di Baldwin stesso che pare il sosia in carne ed ossa di Mannino Distretto 56.
Robert Hundar ha una faccia che si racconta da sé e il regista sembra proprio giocare con questa consapevolezza per inserirlo immediatamente al primo posto nella lista dei papabili responsabili, con quelle inquadrature dall’alto in basso mentre lui si affaccia dalle scale che di tanto in tanto si diverte ad offrirci.

Moschin offre una prestazione sublime e alla fine è molto meno stupido o svanito di quello che sembra, al contrario dell’ispettore di Scotland Yard interpretato da Percival che con i suoi metodi scientifici e il suo tatto verso una famiglia così aristocratica rischia sempre di rovinare tutto.

Ci sono anche alcune scene che sembrano quasi horror quando Chittel ha le visioni della sua insopportabile mamma: e, fortunatamente come si evince dal confronto tra la versione internazionale e quella italiana, nel film son presenti anche delle inquadrature e delle soluzioni di regia che apparentemente nella versione italiana erano assenti. Pochi secondi qua e la ma molto incisive ed inquietanti, a dir la verità. Ovvio che non mancano chiavature e tradimenti sessuali tra i vari protagonisti come da prassi italica ma si vede poco o niente benchè alla fine (quasi) tutti spurcellano

Lupo sa gestire benissimo tutto il nutrito cast a disposizione e l’equilibrio regna sovrano: non c’è mai un attore o un personaggio che scavalca o si impone sopra gli altri. Ognuno si muove di vita propria e con la propria identità e il tutto risulta sembre gradevolmente bilanciato. Il finalissimo poi è veramente divertente: non fraintendete, il finale è ovviamente drammatico e risolve le trame di un giallo in piena regola, però l’ultimissima scena finale sulla quale si conclude il film con Moschin e Percival mi ha fatto sbellicare dalle risate a dimostrazione che questa soluzione è riuscita veramente in maniera gradevole e naturale.

Così come gradevolmente bilanciato è tutto l’aspetto giallo della storia e della trama con i ruoli leggeri e divertenti dei due poliziotti, conditi da momenti anche drammatici (ci son diversi accenni al fatto che la Cunningham sia nera e quindi disprazzata da una famiglia nobiliare tradizionale; Baldwin che vive la sua consapevolezza di essere una nullità e un fallito nella vita, un buono a nulla secondo i canoni pratici e pragmatici del casato, Chittell soffocato da una madre opprimente e invasiva)…

Insomma, un bel film che scorre veramente bene grazie ad una regia molto ispirata e anche abbastanza moderna (le camere a mano di Massaccesi si sprecano e sono abbastanza innovative per l’epoca; l’inizio del film con tutto quel gioco di sguardi reciproci molto bello che si ripete pari pari nella seconda parte)… beh insomma, mi son divertito

Gli extra sono una intervista molto bella a Ida Galli / Evelyn Stewart che parla con molta scioltezza e ottimi ricordi del film (cosa che ultimaente ho visto sempre meno tra attori sempre più smemorati e/o rincoglioniti); una intervista a Pulici (che come al solito pone l’accento sull’aspetto femminile - ma si sa - e pare un pò arrampicarsi sugli specchi quando deve parlare del film stesso perchè sembra che in realtà non abbia poi moltissimo da dire e una seconda parte dove parla Roger Fratter) e la comparazione tra la versione italiana e quella estera dove si possono notare le differenze. Nella scena della vasca da bagno quella italiana mostra dettagli più truculenti (e mi pare che siano tutti inclusi anche nel film) mentre quella inglese mostra più dettagli - inquietanti - sulle ossessioni quasi horror di Chittell e i titoli di coda, divertenti, dove vengono presi in rassegna tutti i personaggi di questo bel giallo: visto che il master utilizzato è quello internazionale coi credit in inglese ovviamente queste ultime due varianti son presenti ma, come detto, mi pare che siano stati inseriti anche i dettagli più truculenti che compaiono solo in quella italiana.

Insomma, via, per 8 euro ho passato una ora e mezza come era da diverso tempo che non mi accadeva

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