Mi pare che in forum non si sia parlato di questo titolo, in uscita nelle sale in questi giorni, che mi pare interessante:
http://www.repubblica.it/2005/h/sezioni/spettacoli_e_cultura/nutitorna/nutitorna/nutitorna.html
ROMA - Dopo gli anni bui, i problemi con l’alcol, le reiterate minacce di suicidio (“se non mi fanno lavorare mi ammazzo”), Francesco Nuti torna finalmente sullo schermo. In un ruolo che più lontano non si può, dalle commedie che l’hanno reso celebre: in Concorso di colpa di Claudio Fragasso, thriller da venerdì 26 nelle nostre sale, interpreta infatti un poliziotto costretto a fare i conti con gli errori e gli orrori degli anni Settanta. Una situazione che potrebbe spiazzare il pubblico: un’icona del cinema disimpegnato anni Ottanta e Novanta - da Io, Chiara & lo Scuro al Signor Quindici palle - che stavolta incarna i fantasmi degli anni di piombo, costringendo il pubblico a rivivere gli eccessi violenti di allora. Eppure lui, Nuti, davvero ce la mette tutta, nell’interpretare il ruolo di Francesco De Bernardi: all’inizio della pellicola lo vediamo commissario di polizia in carriera, stretto collaboratore del giudice Santamaria (Gabriele Ferzetti). Ed è proprio il magistrato a cambiare la sua vita, affidandogli il caso di suicidio di un sindacalista. Un evento come tanti, in apparenza. Ma la compagna del morto, Laura (Antonella Ponziani), rivela che dietro quel gesto estremo c’è il senso di colpa per un episodio di 25 anni prima. In cui il suicida e quattro suoi compagni, nel corso di una spedizione punitiva, avevano provocato la morte di un giovane estremista di destra, disarmato. Per dipanare questa matassa complicata, che lo coinvolge più di quanto si possa pensare, il commissario rintraccia gli altri uomini coinvolti nella vicenda: tra loro c’è anche un professore universitario nostalgico, stile “formidabili quegli anni”, interpretato da un vecchio amico di Nuti, Alessandro Benvenuti (suo partner, insieme ad Athina Cenci, nel vecchio gruppo cabarettistico I Giancattivi, che lanciò i tre attori). Nel film, i quattro superstiti di quel tragico evento di 25 anni prima finiscono così per ritrovarsi faccia a faccia. E per scoprire che nascondere un crimine è meno facile di quanto si possa pensare. Anche perché violenza chiama violenza, omertà chiama omertà. Di più non diremo, visto che come in ogni poliziesco che si rispetti il “come va a finire” deve essere svelato al cinema. Quel che è certo è che la pellicola offre una visione davvero disincantata e amara di quegli anni, e dei suoi protagonisti: “L’idea - spiega il regista, Claudio Fragasso - è di raccontare, attraverso il meccanismo del thriller, parte di una generazione che ci è vicina per età e per cultura”. Guardando non solo agli errori del passato, ma anche alle miserie del presente: “Quanti dei così detti ‘realizzati’ della nostra era mediatica - prosegue l’autore - sarebbero pronti a tutto, pur di non perdere quello che hanno conquistato? Questo è il perno della storia”. E l’altro perno è, inevitabilmente, il volto segnato del suo protagonista, impegnato in un ruolo di infinita ambiguità. Mentre invece per il Nuti reale, per il divo della commedia caduto e risollevatosi, il peggio sembra essere passato.
Però Benvenuti…