Confessioni proibite di una monaca adolescente (Jesus Franco, 1977)

Dvd Vip un po’ costoso (29.50 e.) di grande qualità ricco di extra doppiato in italiano in VERSIONE INTEGRALE (director’s cut).

Una giovanissima monaca (Susan Hemingway), che ha osato denunciare le malefatte del convento, è accusata di stregoneria e consegnata all’Inquisizione per le torture del caso. Torture lunghe e particolareggiate che occupano tutta la seconda parte del film ( sulla fascetta c’è un avviso per i deboli di cuore!!!) ma che, a mio avviso, lasciano piuttosto indifferenti essendo girate con poco realismo. E la ragazzina (Susan è veramente molto giovane, forse sedicenne) sembra non patirle più di tanto. ( Un po’ come Corinne Cléry/O che, dopo una seduta a base di frustate, passeggia come se niente fosse per i corridoi di Roissy).

E l’attenzione, bisogna dirlo, è concentrata più sulle nudità, a lungo esposte, della bella Susan che sulle tenaglie che la tormentano.

Nell’edizione uscita nelle nostre sale pesanti tagli sulle torture (solo accennate) e una sforbiciata al sabba delle monache indemoniate.

Titolo originale: LOVE LETTERS OF A PORTUGUESE NUN. Per il regista deve essere importante che Susan sia di nazionalità portoghese visto che ce la presenta. nella scena iniziale, vestita che sembra la bandiera vivente del Portogallo.

Doppiaggio coi fiocchi, in questo Franco un pò troppo “pulito” (formalmente, intendiamoci…) per i miei gusti. Abbiamo una giovane Emanuela Rossi per la giovanissima protagonista Susan Hemingway, Sandro “Mr. Burns” Iovino per William Berger, e come “contorno” Massimo Rossi e addirittura Gastone Pescucci che doppia il fratacchione grasso.
P.S. Ma quanti anni aveva esattamente la Hemingway, quando ha girato 'sto film? Come viso e come corpo (acerbo ma gradevolissimo…) direi non più di 15. Franco, maialaccio…

Susan Hemingway, il cui vero nome era Maria Rosalia Coutinho, risulterebbe nata nel 1960, quindi dovrebbe aver avuto 16 anni quando ha girato il film, a Sintra, nel novembre-dicembre 1976.

Il sindaco è interpretato dal pachidermico attore portoghese Victor Mendès, che ha fatto ben 9 film con Jess Franco. Morto a soli 42 anni per problemi dovuti all’enorme stazza.

Zardoz, ormai sei imbattibile sui doppiaggi. Se scopri anche le voci di altri film franchiani posta tutto che io annoto… :cool:

Io l’avevo chiamato “fratacchione”, sorry! 42 anni, dici? Già in questo film, pareva un uomo vicino ai 60, caspita. Il film risulta (secondo l’IMDB) girato addirittura nel '75, perciò la Hemingway era effettivamente quindicenne, come dicevo io. Ho tirato a indovinare, diciamo: sono andato a…occhio (perverso, ovviamente!).
P.S. Speravo e auspicavo un tuo intervento, Andrea. Anche perchè, parliamoci chiaro: a chi vuoi che gliene freghi del doppiaggio di un film di Franco di 40 anni fa? Pochi, pochissimi. Ma buoni…

Solo una piccolissima precisazione: il film, come ho scritto sopra citando fonti ufficiali, è stato girato nel novembre-dicembre 1976 a Sintra, in Portogallo, non nel 1975 (mai fidarsi dell’IMDB)… Quindi la Hemingway, se davvero è del 1960 (su questo non ho la certezza) avrebbe avuto 16 anni… Mendès aveva solo 38 anni quando ha girato il film, e in effetti, come dici giustamente, ne mostrava (almeno) 20 di più.

Ok, grazie. In effetti l’IMDB non è sempre affidabile al 100%. Hai fatto la precisazione, perciò mi fido della tua saggia e venerabile parola.
P.S. 38 anni…messi molto male!

Mi unisco anche io ai complimenti a Zardoz, da appassionato di doppiaggio.
Cercherò di contribuire anche io con i doppiaggio di Franco, sicuro che Zardoz mi aiuterà a scoprire nuovi doppiatori !

Franco lo considerava uno dei suoi migliori film, ed in effetti a livello formale è davvero ben fatto. Qui risulta evidente che quando aveva a disposizione dei budget dignitosi era un regista in grado di padroneggiare la grammatica cinematografica e la struttura del racconto per immagini in modo perfetto. E appare altrettanto chiaro che quei suoi film che sono un pasticcio di sequenze quasi slegate tra loro, senza capo né coda, sono il risultato di un processo produttivo altrettanto sgangherato e lacunoso.

A livello contenutistico il film è estremamente iconoclasta e blasfemo, e mi stupisce che la cattolica Italia abbia rilasciato il visto censura per questa pellicola in cui si mostrano preti libidinosi e pervertiti che si masturbano in confessionale, suore sataniste che si dedicano a rituali orgiastici, gli alti prelati della chiesa corrotti che coprono le malefatte dei loro deviati ministri, e via dicendo. Era proprio il 1977, qualche anno prima o qualche anno dopo secondo me il film non sarebbe passato. Nonostante i tagli relativi a qualche elemento erotico era proprio a livello concettuale che il film vibrava vigorose sferzate ai tradizionali baluardi della morale borghese.

Per quanto riguarda la questione della giovane età della protagonista, effettivamente al giorno d’oggi è impensabile coinvolgere una ragazza di 16 anni in sequenze di quel tipo.
Oltretutto la trovo anche molto brava a livello recitativo, è un peccato che il suo talento si sia espresso solo in una manciata di filmetti erotici di bassa lega (tutti realizzati da Franco se non sbaglio), se fosse incappata in qualche altro personaggio nel mondo del cinema probabilmente avrebbe potuto avere una carriera molto più lunga e soddisfacente.

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Se, ricordo bene, la Hemingway è poi “scivolata” anche nell’hard core. Da maggiorenne, eh… :roll_eyes:
P.S. Il film è uscito anche in br, tedesco. Con audio italiano…

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Miracolo. Una recensione d’epoca che non liquida il film come “spazzatura”, o peggio. C’è quasi da commuoversi, per noialtri franchiani… :heart::sunglasses::ok_hand:

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Chi era (è?) L. A. ?

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Vorrei saperlo anch’io. Parafrasando il Banfi de “Il commissario Lo Gatto”, lo (o LA) definirei “bella penna”… :+1::+1::+1:

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in non ricordo più quale post, mesi addietro napoli svelò l’arcano, ma non ricordo più il nome.

Cari amici, L.A., ovvero Leonardo Autera, è stato, in campo cinematografico, davvero uno dei miei maestri. Persona veramente d’altri tempi, aveva una conoscenza formidabile del cinema. Era molto severo, questo è indubbio, ma non è affatto vero che disprezzasse il cinema di genere, come gli viene rimproverato oggi da chi parla tanto per parlare. Basta leggere, unico in Italia, alcune sue recensioni positive sui film di Jess Franco. Era stato uno dei pilastri di “Bianco e Nero”, poi l’avevano chiamato al Corriere nel 1968. Aveva uno stile di scrittura che ho cercato sempre di imitare anche nei miei scritti (non solo di cinema, non sempre riuscendoci). In poche parole un mito per me, ancora di più di Grazzini (con il quale più tardi avrei condiviso un progetto di ricerca e un libro). Di Leonardo conservo ancora qualche lettera che ci siamo scambiati, e dove gli esprimevo tutta la mia stima. Per favore, non trattatelo male anche se qualche volta leggete qualche sua opinione che non condividete…

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Grazie per le preziose informazioni, Andrea. Devo ammettere che il signor Autera mi era totalmente ignoto. Mea culpa.:roll_eyes: E rinnovo il mio compiacimento, nel leggere la recensione d’epoca. Proprio una GRAN bella penna… :cocktail:
P.S. No problem, se non sempre le opinioni coincidono. Grazzini stesso, nella sua onorevole carriera, mi ha riservato sorprese. Positive, e negative… :smirk:

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Vitor Mendes 1938/1980

L.A. era una persona estremamente schiva. Io l’avevo soprannominato, parafrasando un noto film di Don Siegel, “l’ultimo degli indipendenti”, perché - a differenza di Grazzini che era molto più cauto - non aveva paura di inimicarsi anche noti registi pur di esprimere i suoi giudizi in piena coscienza (Tognazzi l’ha odiato a morte per una stroncatura). E l’ha pagata cara, lentamente emarginato dal giornale che gli ha preferito Maurizio Porro, sul quale Porro - come direbbe Zardoz - meglio tacere…

Povero Mendes, bravo caratterista, morto a soli 42 anni (ma, come già dicevamo, ne mostrava più di 60).

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