Su Netflix…
L’avevo vista al festival di Venezia, in un binge watching da 5 ore sul grande schermo, e ricordo che non mi era piaciuta per niente. L’avevo trovata un cialtronesco tentativo di clonare l’estetica alla Kill Bill con le atmosfere stralunate alla Twin Peaks, con un finale che aggiungeva pure il gotico nel calderone… Ma mi era sembrato tutto così falso, furbesco, studiato a tavolino e non un sincero omaggio ai Maestri Tarantino e Lynch…
La gracile Miu ha degli strani poteri (è uno spirito? un angelo della vendetta? un utente di Tumblr?)
La vediamo aggirarsi sconsolata per la Danimarca e diventare Bruce Lee in tuta blu ogni volta che incontra brutta gente. La sua nemesi è la glaciale e terribile Rakel, spirito maligno in tuta rossa. Lo scontro è dietro l’angolo
in Cowboy di Copenhagen tutto è dilatato a dismisura come in Too Old to Die Young del 2019 , là erano dieci episodi, 700-800 minuti di nulla al neon viola, blu e rosso con i drones elettronici di Martinez in sottofondo. Velocizzando ci stava tutto in 2 ore.
qua siamo a sei episodi, totale 300 minuti su per giù, premi ffwd e condenseremmo tutto l’indispensabile in 60 minuti scarsi
pochi dialoghi, attori immobili e volti impassibili, grandi silenzi, ralenti a iosa, ci sono i neon viola, blu e rosso e i synth abrasivi di Martinez. senza finale, come TOTDY.
stagione due si farà? non si farà? Amazon e Netflix continueranno ad assecondare l’egomania insolente di NWR?
domande non importanti che non necessitano risposta
c’è questa bella intervista però tra il genuino, sanguigno William Friedkin che dimostra di avere la pazienza di un santo al cospetto del poser stronzetto NWR
oltre ai divertenti battibecchi tra i due (NWR: “io sono la versione giovane di te, Billy” e WF : “chiamami Sig Friedkin”, oppure il bestiale sfottò rivolto a Only God Forgives),
illuminante è l’aneddoto circa la proiezione dell’ Esorcista in Indonesia. Il film veniva interrotto ogni 5 minuti per permettere alla maschera di spiegare i dialoghi al pubblico che non capiva l’Inglese. L’idea di Salario della Paura, si ripromette WF, è quella di far parlare le immagini, così chiunque può capire quello che succede guardando lo schermo
NWR fa lo stesso, la differenza è che quello che si vede sullo schermo nel caso suo è misero, va bene al massimo per una gif da pubblicare su Instagram.
Se infatti passiamo al setaccio tutta la fuffa vaporwave non rimane molto…
magari c’è da ammirarne la coerenza, come nota Friedkin forse troppo generoso, quando parla dei veri autori indipendenti che si autofinanziano i progetti.