Cutterhead (Ramsus Kloster, 2018)

Una giornalista ficcanaseggiante, si addentra nei tunnel ove si sta scavando per la nuova metro di CopenHagen, un incidente la renderà prigioniera assieme a due operai…

Ci sono tanti buoni propositi, la claustrofobia, il caldo e la mancanza d’aria vengono abilmente trasmessi allo spettatore, si sarà travolti da un inevitabile nube tossica disagio, peccato che dopo metà film si inizia a scavare nei testicoli dello spettatore diventando inutilmente lento e prolisso, alla fine non mi ha soddisfatto.
Scusate la volgarità, ma se solo avessi scritto in inglese avrei usato un gioco di parole più sapiente, dal momento che buona parte del film si svolge all’interno di una Tunnel-boring-machine.
Curioso come tunnel e annessi macchinari siano imbrattati con scritte in italiano, i soliti operai migranti pasticcioni di casa nostra.
Disponibile su primevideo.

PS: Per certi versi mi ha ricordato il tragico caso di Kim Wall, ma si va a parare altrove, sicuramente una base di ispirazione c’è, dal momento che siamo in Danimarca.

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Visto un paio di anni fa, ricordo che non mi era dispiaciuto e non mi aveva affatto annoiato. Comunque l’ambientazione mi era sembrata interessante.

Da quel che ricordo, guardando il film in lingua originale si sentono proprio degli operai parlare in italiano.

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