Nei titoli di testa c’è scritto STARING anzichè STARRING
“staring” vuol dire “stare a fissare impalati”, forse si riferiva al tipo di recitazione utilizzata…:-p
per me comunque non è film che meriti tante parole, è un capolavoro punto e basta.
Nei titoli di testa c’è scritto STARING anzichè STARRING
“staring” vuol dire “stare a fissare impalati”, forse si riferiva al tipo di recitazione utilizzata…:-p
per me comunque non è film che meriti tante parole, è un capolavoro punto e basta.
un Polselli che mi e’ piaciuto. Mi sono stupito
beh farà parte dle vocabolario inglese/polselliano, già assaggiato in Mondo pazzo gente matta con la canzonetta che fa “Uà tu ti fo!”
in pre-order per Vinegar Syndrome
Infatti mi pareva strano che questo titolo fosse ancora trascurato, in br. Anche il peggior cinema italiano d’antan, per la Vinegar, è come il maiale : non buttano via niente. Finché qualcuno paga…
e niente, ho dovuto ordinarlo . Son in particolare molto incuriosito dall’intervista alla figlia di Polselli (Vanessa), ma in generale i pochi fotogrammi visti fan promettere un’uscita (psicotronicamente) molto gustosa
…una figlia?
Non ero a conoscenza
la versione “hard” non è possibile includerla?
La scansione è ottima e fortunatamente non hanno eliminato i graffi, righe, spuntinature e macchie del negativo: non sono troppi, ma ci sono e aggiungono fascino.
Grazie alla magia dell’Alta Definizione scopro un dettaglio eccezionale che non avevo mai notato, la scritta sulla croce d’oro di Tano Cimarosa:
Mizzeca, che tamarro!!!11
Stessa cosa che ho pensato anch’io. Anzi, proprio un cafone orrendo…
A parte il clamoroso drip del Cimarosa, una scoperta che altera per sempre la mia percezione del cinema di genere italiano, il disco è ben fatto, la compressione è ottima anche considerando la complessità della fonte, gli extra pure sebbene non credo rivelino nulla di nuovo:
Ho ascoltato un po’ di commento audio e non mi sembra male, mi pare che i due critici parlino ad un pubblico straniero di appassionati di giallo cercando di spiegargli il fascino polselliano. Fascino che tra l’altro non viene del tutto reso dalla traduzione in inglese dei sottotitoli, ma è un impresa ardua se non impossibile.
Ah, i titoli di testa purtroppo sono in francese e non hanno l’iconico font polselliano.
Nessuno che si sia preoccupato di fare uno straccio di nuova intervista alla Calderoni. A meno che, non sia una di quelle che non vuole nemmeno farsi vedere, causa il tempo che implacabile passa per tutti. E tutte…
Utilizzata anche nel capolavoro polselliano “Riti, Magie Nere…”
Più che cult superscult. Un sound progressive beat dove si staglia come i cavoli a merenda un vocalist da western all’amatriciana