Roma, 24 feb. (Apcom) - Con il decreto milleproroghe che l’Aula della Camera si appresta a licenziare il premier Silvio Berlusconi “chiede un dito e si prende il braccio”. Lo sostiene il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, nel corso delle dichiarazioni di voto finale sul provvedimento. Il presidente del Consiglio “ha infilato dentro al decreto questioni che con la proroga dei termini c’entrano come il cavolo a merenda. C’entrano invece molto con la solita furbizia dei condoni e degli indulti per i furbi e per i potenti, di cui - ha osservato l’ex pm rivolgendosi direttamente a Berlusconi - Lei è maestro”. “Vuole spiegarci per favore - ha chiesto Di Pietro - per quale ragione ha inserito in questo decreto legge la norma che prevede la ‘sanatoria per le affissioni durante la campagna elettorale’? Non è una proroga ma una volgare impunità! A chi giova una decisione del genere se non ai furbi, ai prepotenti e a coloro che giocano sporco durante la campagna elettorale? E non è vergognoso farlo proprio a ridosso delle prossime elezioni di giugno? Non una sanatoria ma l’espulsione dalla competizione elettorale andrebbe applicata a chi tenta in questo modo di alterare il risultato delle elezioni!”. “E che senso ha - ha incalzato l’ex pm - rinviare l’introduzione anche nel nostro ordinamento della Class Action? Vi siete giustificati asserendo che volete scriverla meglio ma è una presa per i fondelli!”. E ancora: “Perché obbligare gli enti previdenziali a riprendersi a prezzo di mercato ciò che è stato tolto loro d’imperio a prezzi predefiniti? Mi riferisco alla vicenda delle cartolarizzazioni Scip, con cui sono stati immessi sul mercato una marea di immobili ed ora tutto ciò che è rimasto invenduto ed è invendibile per mille ragioni viene restituito agli enti che avevano conferito gli immobili alla Scip (e quindi al Ministero dell’Economia) manon al prezzo con cui loro l’avevano ceduto ma ad un prezzo maggiorato. Così, tanto per fare cassa, dimenticandosi che i fondi di cui usufruiscono gli Enti previdenziali (come ad esempio l’Inail) sono dei lavoratori, a cui prima sono state detratte apposite quote dagli stipendi e ora vengono defraudati dei loro risparmi”. “Anche i tanti soldi previsti nel decreto (oltre 160 milioni di euro l’anno) e buttati al vento per il sostegno alla ‘finta editoria’ - ha osservato Di Pietro - ci lasciano sbigottiti”. “Ci spiegate per quale ragione - ha chiesto ancora l’ex pm - anche in violazione delle regole sulla concorrenza fissate dalla Comunità europea avete inserito nel decreto Milleproroghe una norma che permette alle società autostradali di assegnare senza gara direttamente a se stesse (o meglio a proprie controllate) i lavori di costruzione e di manutenzione autostradale? Stiamo parlando dei maggiori appalti pubblici che ora, grazie a questa norma di favore, le società autostradali possono assegnare direttamente a se stesse, indicando il prezzo che vogliono perché nessuno potrà più verificare se c’è qualche altra impresa che può fare lo stesso lavoro a minore prezzo ed anche con migliore qualità”. “Anche tale decisione dimostra che a Lei, signor Presidente del Consiglio, non sta affatto a cuore la sorte delle migliaia di piccole e medie imprese del settore rappresentate dall’Ance. A Lei interessa solo fare gli interessi delle lobby di alcune specifiche grandi imprese di cui anche Lei e le sue società fate parte, alla faccia del conflitto di interesse!”, ha incalzato Di Pietro.
Mi sorprende che non lo avessi ancora capito… l’opposizione attualmente è solo lui… e il PD ovviamente non ha capito nulla… anche se vedo che Franceschini per certi versi sta cominciando ad usare toni dipietristi rispetto a quelli ‘senzapalle’ del segretario uscente…
Il problema del pd è che per essere un partito unito dovrebbe mandare a vendere patate tutte le varie primedonne come pupone Rutelli e gli altri filo-cattolici ex dc.
il problema del pd non credo sia quello delle prime donne quanto più quello dell’inesistenza di una linea comune se non forte quantomeno chiara e alternativa a chi adesso sta al governo
io trovo assolutamente agghiacciante che un partito che vuole essere moderno, europeo, progressista o del cazzo che è non riesca ad assumere una posizione comune ed alternativa cazzo alternativa a temi come il testamento biologico, le coppie di fatto, la stabilizzazione dei lavoratori precari e mille altre cose ancora
ma prendi rutelli, quell’altra idiota e i teodem o come si chiamano e buttali fuori a calci nel culo che non hanno più niente da spartire con te, aggiungici gente come la iervolino o bassolino, ma che minchia ci fanno ancora là dove stanno, tanto il comune di napoli e la regione campania sono già perse, approfitta per buttare fuori a calci in culo pure loro perso per perso e ricomincia da capo sfoggiando un minimo di novità e pulizia
invece no se li tengono stretti per paura di perdere questa proficua immagine moderata col risultato di consegnare agli avversari pure le proprie roccaforti dal momento che quelli dalle idee un pò più decise col cazzo che li votano e nell’ipotesi migliore votano per di pietro, nella peggiore se ne stanno in casa a guardarli perdere
Allora Di Pietro secondo me ha solo un problema che non lo farà mai decollare: è greve come il suo più acerrimo nemico Berluscao e questo non lo porterà mai su un gradino di comunicazione più alto.
Fa troppe sparate in pubblico insomma e questo non giuoca a suo favore.
E la butta troppo sul personale per risultare credibile. Non fraintendermi, ne ha tutti i diritti dopo la campagna d’odio mediatico montata contro di lui dai servi di Arcore; ma è ugualmente una mossa sbagliata.
Non mi è simpatico, non sa parlare in Italiano, ma ammetto che è l’unico che dimostra di avere le palle.
La questione del “dare del mafioso” come al solito è un travisamento dei media. Il suo discorso non faceva invece una piega…
Ma rimane un politico di merda. Lo preferivo Giudice.
Residente fino a poco fa a pochissimi km da me.
Numerosi titolari di agriturismi in zona potrebbero raccontare di averlo avuto ospite.
La moglie è una stimata avvocatessa bergamasca nonchè appartenente ad una delle famiglie più influenti della città.
Vi sono invero lo studio e la casa di mia moglie (che, come Lei sa, fa l’avvocato da una vita e fa pane di una famiglia benestante di avvocati e prima di notai che Lei, gentile direttore, essendo di Bergamo, credo conosca molto bene).
Ma io infatti non dicevo che non bisogna segnalare gli scheletri di alcuni e quelle di altri sì… però queste mi sembrano pagliuzze rispetto alla travona che ha qualcun altro…
che peraltro invece che nel suo occhio va a finire nel nostro posto dove non batte il sole!
Perchè la tua e la classica affermazione qualunquista, sono tutti uguali e quindi non c'e differenza. Col cazzo. Di Pietro è stato infamato per delle cose che non ha fatto, infamato da gente che ha corrotto mezza Italia, anzi Europa, e aveva contatti con la mafia. E ste infamie funzionano, difatti l’italiano medio legge, non giudica, non aziona il cervello e dice “tutti uguali”.
Tu quando mi tiri fuori la questione dell’infamata stai parlando di un altra cosa, che , per altro, se avessi letto meglio il mio post :
…mi trova d’accordo al 100%.
Per la questione del qualunquismo preferisco lasciartelo credere.
Sicuramente non hai capito il mio discorso quindi pensa pure ciò che vuoi, mangio e dormo lo stesso.