Distinzione tra attore e caratterista, c'è?

Dal momento che nessuno nasce imparato, io men che mai, sono qui a chiedervi se, come da titolo, esista o meno qualcosa che differenzia un attore da un caratterista. Non sto ovviamente parlando di confrontare un ottimo attore con un pessimo caratterista e viceversa, sarebbe troppo semplice trovare delle differenze ma proprio di capire se la linea di separazione tra le due professioni sia labile, come credo, oppure ben distinta. O se magari la tappa del caratterista sia intermedia per arrivare al ruolo di attore, un pò come pilota e copilota, col secondo che nel tempo diventa primo. O magari preferisce rimanere in ruoli comprimari tutta la vita. Tanto per fare un esempio, il grande Franco nero, attore navigato, in die hard 2 ha un ruolo secondario che potrebbe portare a pensarlo caratterista in quel film quando in realtà ha appunto fatto molti film come protagonista assoluto, ossia attore. È una questione dell’aver fatto o meno scuole di recitazione o cose del genere? Insomma, fatemi luce che sono nel buio totale.

penserei che l’etichetta di attore o caratterista te la appicchino produttori e registi. Alla fine fine, la differenza sta unicamente nell’aver ruoli da protagonista o da comprimario, anche indipendentemente dai reali talenti dell’attore, poiché in giro ci sono e ci sono stati ottimi caratteristi e pessimi attori, e viceversa. Così come ci sono stati caratteristi promossi ad attori e attori impiegati come caratteristi (magari in una fase calante di carriera). Credo dipenda unicamente da cosa vede in te il produttore che ti paga o l’autore che ti sceglie per raccontare la sua storia.

Io penso che la specializzazione dei ruoli faccia si che un attore sia etichettato come caratterista, ad esempio Guido Nicheli chi più caratterista di lui, specializzato nel ruolo di commendatore o milanese doc per l’arco di tutta la sua carriera.Un attore di rilievo che a mio avviso era più caratterista che attore è Paolo Villaggio…nei vari Fantozzi ci sono una schiera di caratteristi da scriverci pagine e pagine.
Abatantuono ha fatto il passaggio inverso da caratterista-terrunciello è divenuto attore a tutti gli effetti.

Quindi in effetti mi confermate che c’è dell’aleatorio, come immaginavo.

Sì, ma così la definizione di “caratterista” è un po’ riduttiva, cioè è un attore che porta uno o due personaggio sullo schermo.
In questo senso, Villaggio è in effetti un caratterista.

Per me i grandi caratteristi sono Walter Brennan, Edward Everett Horton, Charles Coburn. In Italia Mario Carotenuto, Marisa Merlini, Tina Pica ecc ecc… cioè attori sopraffini e di classe che in un attimo davano vita, calore, simpatia al personaggio che interpretavano.
E non si limitavano a ripetere un personaggio. Erano attori a tutto tondo. Mi vengono in mente Martin Balsam, Lee J. Cobb, attori usciti dall’actors studio, sempre considerati caratteristi. Attori a cui però mancava la giovinezza, la bellezza o un super talento comico, a seconda dei film, per essere delle star.

Poi ci sono altri come Bombolo, grandissimo, ma che effettivamente era più una maschera.
Franco Nero non potrà mai essere un caratterista, né alla Bombolo (scusate…mentre scrivevo mi è venuto da ridere a pensarlo mentre imita Bombolo :)) e né alla Martin Balsam, per dire…

Il caratterista è un attore.
Farei la differenza fra attore caratterista e attore “star”.

Tecnicamente il termine caratterista sta ad indicare un attore specializzato in ruoli-tipo, vuoi per l’aspetto fisico, il modo di recitare ecc.
L’importanza della sua parte dipende dal film, può avere ruoli di primo piano, cioè da attore diciamo, o ruoli secondari o addirittura da comparsa.
A mio parere la parola è abusata, spesso i cosiddetti caratteristi erano solo dei generici, delle comparse che avevano fisici e volti particolari e per questo erano utilizzati.

Dalle vostre risposte ne deduco che una volta tanto non ero tanto lontano dal vero con la mia teoria al riguardo, meglio così.