Django il bastardo (Sergio Garrone, 1969)

Visto oggi per la prima volta anche io mi accodo alle recensioni positive.
In linea con la trama del film anche il finaleDjango che scompare in un attimo mentre la Rassimov è intenta a raccogliere il denaro

La settimana prossima in edicola per la collezione Fabbri

Uscito oggi per la collezione Fabbri. E’ la stessa dela Cecchi Gori

Porca miseira da me non è uscito, metto un annuncio anche nel mercatino, se qualcuno riesce ad acquistarlo e spedirmelo metto a disposizione lista per scambio (oltre a pagare le spese)

Grazie

Ecco il commento del libretto allegato al dvd Fabbri: «…La prima inquadratura è dedicata a una pozzanghera nella quale cadono, come lacrime che arrivano dal nulla, le gocce d’acqua staccatesi da una foglia bagnata. Poi la cinepresa insegue la lunga camminata di un uomo vestito di nero attraverso le vie di un villaggio deserto. Non si limita a inquadrarlo ma lo affianca, quasi come se lo accompagnasse, con riprese dal basso, soggettive dagli oggetti e riprese a mano che ondeggiano seguendone il movimento. Lo spettatore entra così nell’animo del protagonista, al tempo stesso semplice e terribile per la sua determinazione. Django, l’antieroe interpretato da Anthony Steffen non ha altro interesse che la vendetta. Si muove attraversando la realtà come un fantasma, come se anche lui fosse morto insieme ai suoi compagni nell’agguato dei nordisti favorito dal tradimento. A ben guardare le somiglianze con il primo Django di Sergio Corbucci si limitano al cappellaccio nero e al poncho dello stesso colore. Mentre il personaggio interpretato da Franco Nero era circondato da un alone di tristezza e dal tormento di sapere che la vendetta non poteva comunque ridargli ciò che aveva perduto, il protagonista di Django il bastardo ha nella vendetta la sua unica ragione di vita. Il nostro Django è più vicino al mezzosangue interpretato da Thomas Milian in Se sei vivo spara di Giulio Questi. Come lui torna dall’inferno di un agguato in cui è creduto morto per vendicare i suoi compagni e si muove come se fosse un fantasma. Appare e scompare misteriosamente, sfugge come un serpente al cappio che Luke gli ha stretto intorno al collo e continua a rivivere il momento dell’agguato in un flashback che non l’abbandona neppure quando finalmente ha chiuso i conti con l’ultimo dei traditori. È il fantasma della vendetta che Alida vede sparire in un battito di ciglia… …Quando arriva nelle sale Django il bastardo il pubblico da molto tempo si è abituato all’idea di non vedere più Franco Nero sotto poncho e cappello neri che caratterizzano il più famoso vendicatore del western all’italiana. Altri hanno preso il posto dell’attore che per primo ha prestato il suo volto al personaggio di Django nel celebre film di Sergio Corbucci. In Django il bastardo il ruolo del protagonista è affidato ad Anthony Steffen, uno dei protagonisti principali dell’epopea western all’italiana. Pur avendo interpretato una lunga fila di personaggi, da Garringo a Shango a Ringo, l’italo-brasiliano Antonio De Teffé, questo è il suo nome vero, è talmente innamorato del personaggio di Django da scrivere anche parte del soggetto e della sceneggiatura. Tra i tanti attori che, dopo il fortunato film di Corbucci hanno prestato il loro volto allo spietato vendicatore, Anthony Steffen è quello che maggiormente è entrato nel cuore degli appassionati. Il suo esordio nei panni del personaggio risale al 1967 quando gira Pochi dollari per Django, il primo western di Enzo G. Castellari anche se attribuito nei crediti a Leon Klimovsky. Dopo Django il bastardo, che lo vede anche nel ruolo di soggettista e sceneggiatore, veste per l’ultima volta i panni dello spietato pistolero nel 1972 in W Django diretto da Edoardo Mulargia, uno dei film con il maggior numero di uccisioni della storia del western all’italiana…»

Salve Rangoon. Ma Django è morto o no? Se no, il film mi sembra poco interessante, troppo tradizionale. Il tradimento - il vendicatore vestito di nero - i flashback - la vendetta … Ma se è veramente un spettro, il film non è per questo un capolavoro, ma almeno originale. Anche Christopher Frayling, scrittore di un libro famoso sul SW crede che Django sia morto (Django the bastard is a revenge film, with the central character avenging his own death, p. 85). E ancora questo: se non mi sbaglio, nessuno ha parlato del film HIGH PLAINS DRIFTER di Clint Eastwood; molti esperti Americani e Inglesi pensano che il film di Garrone abbia avuto un gran’ influsso sul film di Eastwood. Il personaggio principale vendica anche il suo proprio morto (è un reincarnazione).

Difficile dirlo. Le nostre sono soltanto ipotesi. Secondo me è morto visto che scompare nel nulla dopo aver completato la vendetta, ma i film sono quel che sono e nè Garrone nè il buon Anthony Steffen hanno mai commentato la pellicola. Per me è un fantasma.

Se non sbaglio lessi da qualche parte che eastwood disse qualcosa tipo “…d’altra parte high plants drifter non è altro che un rifacimento di Django il bastardo…” mi sembra, parola più parola meno…

Non lo sapevo, Tony. Sai dove l’ha detto?
Ancora questo: a un certo punto Eastwood ha preso in considerazione un remake di “Il grande silenzio” (l scrittore Alan Sharp l’ha detto alla TV Inglese). E. non ha mai girato il remake, ma secondo me il film ha avuto un influsso su qualche film di (o con) lui: Joe Kid (l’aspetto, il soggetto del bounty hunter), Pale Rider (la neve, i killer a pagamento) e Unforgiven (l’atmosfera).

Sudista, se non sbaglio la divisa grigia è del sud.
Secondo me Django non è uno spettro visto che sanguina e subisce percosse e ferite da arma da fuoco.
Mistico.

D’altra parte Garrone il personaggio lo codifica in modo ambiguo, ci lascia questo dubbio . . . . però aspettate a ben pensarci mi pare che viene ferito la notte??? e il giorno è invulnerabile . . . una specie di rovesciamento di dracula!!
Tutto può essere, anche se secondo me il bello del film è proprio il dubbio!!!

bel film, anche se non un capolavoro…

bellissimo film con il personaggio django-fantasma strepitoso!

Condivido. L’idea del fantasma non è meccanica, ma una geniale soluzione registica che si affida più alla fantasia dello spettatore che alla precisione della sceneggiatura. Anthony Steffen è poi fantastico. Credo che nessuno abbia amato il personaggio di Django come lui, forse nemmeno Franco Nero

Ho visto ieri sera questo film. Il mio giudizio non è certo positivo, anzi. Pochissimi film mi hanno annoiato come questo (“Mannaja” è forse l’unico che ho tolto dopo un quarto d’ora), la regia è a tratti buona ma in generale è parecchio scarsa; pessimo il montaggio, così come la fotografia. Buono Steffen nel ruolo di Django e buona la trovata del gruppo di pistoleri che si scambiano pistolettate con i loro “mandanti”, ma il film a mio avviso non funziona per niente. L’unica cosa che si salva è la presenza della bellissima Rada Rassimov.

Io non sarei così drastico…Garrone è un regista che nonostante i pochi mezzi che aveva a disposizione, si è sempre rivelato capace di dare qualche emozione…e Django il bastardo è uno dei suoi film migliori…se non altro, al di là dei giudizi soggettivi sul film, è uno di quei pochi western con venature horror gotiche…quindi da visionare sicuramente…
Poi alcune trovate, come il fatto che pianti delle croci davanti agli uomini che deve uccidere, sono geniali…e molte inquadrature e dialoghi ricordano i film di Leone: “Tu sei Sam Hopckins?” - “Sì…e allora?” - “E allora cercavo te!”
Molto bella anche la colonna sonora…

condivido pienamente il giudizio della Belva. non è certo un capolavoro ma questo film ha notevoli -secondo me eh- trovate di regia e un’atmosfera degna di questo nome.
anche se tra gli ultimi posti, sicuramente lo inserisco tra i miei spaghetti western preferiti;)

Concordo sul fatto che siano presenti buone trovate di regia, ma a mio avviso sono solo pochi sprazzi: in ogni caso alcune inquadrature e sequenze mi sono piaciute.
Riguardo il fatto che siano presenti venature horror a me proprio non pare: forse sono da ritenersi tali le visioni di uno degli assassinati da Django, che lo vede sdoppiato? Oppure la caccia notturna in paese? Spiacente, ma a me l’horror deve far spaventare e questo Django non ci è riuscito.

più che “venature horror” io direi “gotiche”.
l’innesto sarebbe già riscontrabile nel primo, memorabile, Django.
ma qui si esprime in maniera assai più plateale.
è la stessa concezione degli ambienti, delle inquadrature di essi ad essere abbastanza “gotica”.
secondo me, naturalmente;)

P.S.: ho letto bene?
acireale?
wow!
un altro siculo nel forum:)
benvenuto 'mbare;)

Concordo con te! Nel primo Django l’horror era molto più palese e direi anzi che tendeva un po’ allo splatter, ma in Django il bastardo io non ne vedo traccia, anche se nell’ambientazione/scenografia in effetti si possono riscontrare caratterische del gotico.

PS. Hai letto benissimo! Grazie del benvenuto :wink: