Django sfida Sartana

In uscita a novembre a per Cecchi Gori.
Anno: 1970
Cast: George Ardisson, Tony Kendall, Josè Torres.
Durata: 94 min.
Regia: Pasquale Squitieri


Prezzo popolare intorno ai 9€.

Recensione Spaghetti Western Database

Italia, 1970, regia di William Redford (Pasquale Squitieri)

TRAMA: “L’arrivo del famigerato pistolero Sartana (Giorgio Ardisson) nella città di Tombstone preoccupa il banchiere Singer (Adler Gray) al punto da indurlo ad offrire una grossa cifra al pericoloso ospite purché la banca non corra pericoli. Mediatore tra Singer e Sartana è un giovane impiegato della banca, Steve (John Alvar), il quale si vede però respingere sdegnosamente la proposta di cui è latore. Una notte, il banchiere viene aggredito, la figlia Muggy rapita e la banca svaligiata. L’opinione pubblica attribuisce immediatamente i vari crimini a Sartana e a Steve, il quale è stato sorpreso in stato di ubriachezza con addosso un discreto quantitativo di dollari di cui non sa render conto. Quando Django (Tony kendall -Luciano Stella), un pistolero, arriva a Tombstone e trova il fratello Steve ucciso, vittima del linciaggio della popolazione inferocita, ritenendo Sartana responsabile della morte di Steve, si mette subito sulle sue tracce…

DVD: qualità video buona (a parte qualche spuntinatura all’inizio), il formato è 1:85:1, l’audio -mono- è pulito e chiaro. Durata circa 85 min.
Come extra è presente una breve intervista a Tony Kendall (13 min.).

CRITICA: “Un mediocre western, basato su personaggi, situazioni e soluzioni più che scontati (Segnalazioni Cinematografiche)”.
In effetti l’incontro tra due icone del cinema western italiano poteva essere sfruttato meglio. Qui siamo di fronte ad un film dal budget chiaramente risicato. Le locations sono poveristiche e le comparse si contano sulle dita di una mano. Anche la regia pare alquanto tirata via.

lessi una volta che e’ stato girato nel lazio questo film ma dove sapete???:rolleyes:

Non sarebbe l’unico (Sette winchester per un massacro, per esempio).

probabilmente a Manziana

ASPITERINA SEMBRA UN PO’ LA VALLATA DI TOLFA;)

Simpatica l’intervista a Luciano Stella aka Tony Kendall, realizzata al centro di fitness Maximo di Roma (i miei amici di Roma dovrebbero fare un giro da quelle parti, tutte le mattine lui è là…scambiarci due parole non sarebbe male).
Nell’intervista rivela che il suggerimento di chiamarsi con nome americano gli fu dato da Vittorio De Sica, e poi che Squitieri lo chiamò a interpretare Django dopo averlo visto negli intoccabili di Montaldo.
Parla anche brevemente dell’esperienza come Jo Walker: rivela di aver interpretato 9 film a fronte di 15…a un certo punto si era stancato…

La vhs PAC ha i titoli iniziali nella versione in inglese, privi di colonna sonora (di Umiliani), mentre il dvd presenta sfavillanti titoli italiani, con tanto di figure e colonna sonora

dvd:

Il mitico Tony Kendall oggi:

e nel ruolo di Django:

Mercoledì in edicola per la collezione Fabbri

Uscito regolarmente in edicola. Questo il commento del libretto: «…L’idea di mettere a confronto due tra gli eroi più amati dal pubblico è una delle scelte che hanno caratterizzato la stagione dei “peplum”, i film d’avventura d’ispirazione classica o mitologica nati in Italia sulla scia dei grandi kolossal statunitensi. Il meccanismo è semplice. Riprendendo il gioco senza età dei confronti (è più forte Ercole o Maciste?) si costruisce una storia nella quale, per un equivoco iniziale, due personaggi che in genere dovrebbero stare dalla stessa parte finiscono per ritrovarsi l’uno contro l’altro, salvo poi allearsi in extremis per punire il cattivo di turno. Il gioco diventa ancora più facile quando agli eroi a tutto tondo dei “peplum” si sostituiscono gli imperfetti antieroi del western all’italiana, solitari per definizione e poco disposti a dare confidenza a chicchessia. In Django sfida Sartana il meccanismo è proprio quello classico anche se Pasquale Squitieri modifica le caratteristiche di Django che soprattutto all’inizio del film è molto lontano dall’ombroso e tormentato vendicatore nato dalla fantasia di Sergio Corbucci. Più eroe che antieroe è un inusuale pistolero buono e altruista quello che all’inizio del film lavora in squadra con altri bravi cittadini per dare la caccia alla banda del Corvo. Il suo mantello è pulito, di buon taglio e non interamente nero. Quasi a sottolinearne la sostanziale “normalità” gli affianca addirittura un fratello impiegato di banca. Per contrasto è Sartana ad avere le stimmate dell’ombroso e solitario pistolero che vive nelle zone d’ombra ai margini della legalità. Vestito interamente di nero, silenzioso e sfuggente è il reietto che viene vissuto come un diverso e respinto dalla comunità allo stesso modo del pianista nero del saloon che subisce i pesanti scherzi razzisti del giovane Fabian. Le caratteristiche dei due protagonisti si mantengono immutate fino alla fine e proprio l’unione di due personalità così differenti finisce per diventare l’elemento più suggestivo del film… …Non è l’eccessiva caratterizzazione dei protagonisti il rischio maggiore per un regista che ha il compito di dirigere un film come Django sfida Sartana, ma la possiobilità di essere prevedibile. Quando ci si trova a girare in pochi giorni una storia imperniata su due personaggi così amati dal pubblico la tentazione è quella di limitarsi a definirne i contorni e lasciare che il resto venga da sé. Non è il caso del film di Pasquale Squitieri, il quale evita la trappola grazie a una serie di sequenze e trovate decisamente interessanti, a partire dal messicano muto abilissimo a suonare l’armonica che appare quasi un omaggio a Sergio Leone. Suggestive sono anche alcune sequenze come quella del cerchio sfuggito alla bambina che Sartana salva dalle zampe dei cavalli in corsa o come quella dell’arrivo di Django a Tombstone sotto la pioggia mentre il paese è deserto dopo la sbornia collettiva. Originale è anche la colonna sonora di Piero Umiliani che spesso si avventura in inusuali e gradevoli brani dalle esplicite atmosfere jazz…»

Un film piacevole,scorrevole e ben diretto anche se non molto originale e filmato in paesaggi troppo fasulli per un western.Kendall e Ardisson sono bravi ma rispetto ai Django e Sartana di Franco Nero e Gianni Garko non c’è confronto.Bella(anche se ripresa da"Il figlio di Django")la colonna sonora di Piero Umiliani.

Edizione Cecchi Gori di qualità tecnica complessivamente discreta.
Il video, 1.85:1 anamorfico, è accompagnato costantemente da alcune puntinature, comunque non invadenti, e da una grana fine, che, per fortuna, non infastidisce più di tanto. Il croma è sufficientemente corretto e la definizione delle immagini è buona.
L’audio è sufficiente.

Il film è modesto, con una regia un po’ approssimativa e interpretato da attori non molto carismatici. I dialoghi sono elementari in alcune scene. A mio avviso è godibile solo per i veri fans del genere.

In un primo momento Squitieri avrebbe voluto come protagonista George Hilton ma l’attore uruguayano rifiutò e anche in malo modo.Diverse scene furono dirette da Sergio Garrone per motivi di metraggio.
Voci:
George Ardisson:Renato Turi
Tony Kendall: Pino Locchi
Bernard Faber: Carlo Alighiero
Adler Gray: Flaminia Jandolo
John Alvar: Michele Gammino

Visto l’altro giorno e francamente l’ho trovato pessimo. Mette a dura prova anche un appassionato del genere come il sottoscritto.
Capisco il budget risicato, ma proprio per quello allora dovevi evitare di coinvolgere due monumenti degli spaghetti western

è ripresa anche da Due occhi per uccidere come si può vedere nel video postato in quel topic

quanto a Django sfida Sartana non l’ho trovato così male, è un film insipido che avvince poco, ma i protagonisti si fanno valere ed è girato bene nonostante la povertà di mezzi

Vedibile e nulla più, fra i protagonisti convince di più Ardisson però siamo a livelli scarsi. Potevano risparmiarsi di invischiare Django e Sartana