E' morto Bruno Lauzi.

Lutto nel mondo della canzone, l’artista genovese, Bruno Lauzi, è deceduto questa notte a Milano. Il noto cantautore aveva 69 anni e da tempo era affetto dal morbo di Parkinson. Solo pochi giorni fa la notizia che a lui, vincitore del Premio Tenco 2006, sarebbe stata dedicata la ‘Rassegna della canzone d’autore’ 2006 in programma dal 9 all’11 novembre al Teatro Ariston di Sanremo.

[b]BIOGRAFIA

[/b][i] Bruno Lauzi, nato all’Asmara l’8-8-1937 ma cresciuto a Genova, è ritenuto con Umberto Bindi, Gino Paoli e Luigi Tenco uno dei fondatori della cosiddetta “scuola genovese” da cui nacque la canzone moderna italiana ed il cantautorato. Ha conosciuto e condiviso insieme al suo amico e compagno di banco Luigi Tenco al Ginnasio “Andrea Doria” la passione per i films musicali e per il jazz: con Luigi - siamo all’incirca nel '53 - faceva parte della stessa “band”, la "Jelly Roll Morton Boys Jazz Band ". Nello stesso periodo i due iniziano a scrivere canzoni sotto la guida di Gianfranco Reverberi e di Giorgio Calabrese.

Dopo il '56, trasferitosi a Varese, conosce e collabora con Piero Chiara (di cui corregge le bozze dei primi libri) alla nascita del quindicinale politico liberale “L’Altolombardo”; scopre la canzone francese di Brassens, Brel, Aznavour ed inizia il suo percorso (mentre ancora studia Legge alla Statale di Milano ) componendo il brano che darà l’impronta a tutta la sua produzione artistica futura: “Il poeta”. Si diploma in inglese alla Scuola Interpreti di Milano che raggiunge quotidianamente viaggiando sul treno che da Varese porta a Milano assieme a studenti ed operai ( non prenderà mai la patente…!). Sono gli anni del boom economico e contemporaneamente del fenomeno dell’emigrazione; da questi treni Bruno vede con i propri occhi scendere famiglie di emigranti arrivate al Nord col miraggio del lavoro: compone così “La donna del Sud”.

Vince nel frattempo due concorsi nazionali di traduzione, ma abbandona coraggiosamente a due esami dalla laurea la Facoltà di Legge, decidendo di dare allasua vita una ormai irrinunciabile svolta artistica. In quel periodo compone “Ritornerai"e con questo brano cominciano ad arrivare i primi riconoscimenti.
A Milano inizia a frequentare e conoscere l’ambiente artistico di quegli anni, dai “Gufi” ad Enzo Jannacci e a lavorare al mitico “Derby” di Milano, il locale del cabaret degli anni sessanta assieme a Cochi e Renato, Felice Andreasi e Lino Toffolo: il suo successo come autore, cantante ed interprete comincia a diventare sempre più importante; inizia così la sua vera attività artistica che comincia ad impegnarlo in concerti e tournee internazionali fra le quali anche una insieme con Mina.
Alla fine degli anni Sessanta Bruno Lauzi conosce e diventa amico di Lucio Battisti che gli propone di entrare nella sua casa discografica, la “Numero Uno”: inizia una proficua collaborazione col duo Battisti-Mogol che Bruno suggellerà portando al
successo, come interprete, brani storici quali “E penso a te”, “L’aquila” e “Amore caro, amore bello”, con il quale raggiunge il primo posto in hit parade: vince varipremi della critica discografica con canzoni cantate da lui o scritte per altri quali “Lo straniero” per George Moustaki, “Quanto t’amo” per Johnnny Holliday, “L’appuntamento” per Ornella Vanoni, “Piccolo uomo” per Mia Martini incontrando artisti internazionali come Vinicius De Moraes , Toquinho, Petula Clark, Dionne Warwick,Tony Bennet, Peter Ustinov, Gabriel Garcia Marquez ,Serge Reggiani, scrive canzoni per bambini tra le quali"La tartaruga”, e “Johnny Bassotto” ed inizia a collaborare praticamente con tutti gli artisti nazionali, tenendo, tra gli altri, a battesimo “sconosciuti” come Edoardo Bennato, Roberto Vecchioni ( che gliene saranno sempre grati ) , i Gatti di Vicolo Miracoli.
Collabora con i fratelli La Bionda (per un periodo suoi chitarristi nei concerti dal vivo) ed è il primo tra i colleghi ad ospitare in televisione Baglioni e, forse, l’unico con Mina ad avere Battisti in un suo “speciale"televisivo. Sempre in quel periodo nasce una sincera simpatia personale con il suo avvocato di allora, un certo Paolo Conte, che gli fa ascoltare su un vecchio “mangia-cassette"un brano (“Onda su onda”) di cui subito Bruno s’innamora portandolo al successo. Sarà poi la volta di brani come"Genova per noi” e"Bartali” tanto che lo stesso Conte ebbe a definirlo “grande ambasciatore della mia musica”… Incide “Angeli” con Lucio Dalla, “Naviganti” con Ivano Fossati, “Maria dei parafulmini” con Ron ed il figlio Maurizio fino ad ospitare Paolo Conte al vibrafono nel proprio disco “Back to jazz”.Vince il premio della critica nel 1989 al Festival di Sanremo con il brano “Almeno tu nell’universo” scritto con Maurizio Fabrizio. Alla tenera età di 63 anni Bruno Lauzi è un cantante, compositore, autore di testi, cabarettista e poeta (ha pubblicato due titoli: “I mari interni” edito da Crocetti Editore e “Riapprodi” edito da Rangoni Editore, riuniti ora con il titolo “Versi facili” per le Edizioni Marittime dello stesso Lauzi. Nel tempo libero si occupa di politica (sua antica passione), giornalismo, gastronomia ed è, sissignori, un gran cercatore di funghi. Dice: ”Programmi? Diventare un bel vecchio. Nei prossimi vent’anni, dai 63 attuali agli 83”.
Con la sorpresa di ritrovarsi malato, fortunatamente per il momento in forma non grave, del morbo di Parkinson, la sua vita subisce un’imrovvisa acelerazione: si rende conto che il tempo potrebbe cominciare a scarseggiare da domani mattina, quindi moltiplica le iniziative in tutte le direzioni.
Decide di diventare discografico ed editore di se stesso: fonda una propria casa editrice che chiama significativamente ” Pincopallo” ed insieme a Maurizio Fabrizio pubblica per questa uno degli album più significativi della sua significativi della sua carriera "Il dorso della balena”.
Seguiranno una nuova serie di album che ne testimoniano la vitalità dirompente: ”Una vita in musica”, ”Omaggio alla città di Genova”, “Omaggio al Piemonte”,“Tra cielo e mare: la Liguria dei poeti”, e per altre case discografiche escono “Il manuale del piccolo esploratore”e “Nostaljazz”. Nel frattempo pubblica il secondo volume di poesie “Esercizi di sguardo” edito dalle Ed.Marittime di Milano (cioè da Pincopallo), libro che si impone all’attenzione di alcuni critici e di qualche poeta (Nico Orengo, Giuseppe Conte, Elena Bono) ma soprattutto commuove il grosso pubblico. Una delle liriche ivi contenute, dedicata allo sfarfallìo della mano colpita dal morbo “ La Mano”), diventa un gadget per la raccolta di fondi a favore della ricerca scientifica sul morbo di Parkinson.
Pubblica come gadget natalizio per un’importante azienda italiana il volumetto ”Poesie contromano”sempre edito dalle Ed.Marittime, un omaggio alla sua calligrafia scomparsa…
Gira il cortometraggio “Ora dicono fosse un poeta” sulle sue poesie presentato da Felice Andreasi che vince alcuni premi della critica.
Scrive un musical con Gianfranco Reverberi “Una volta nella vita” che diventerà “testo scolastico per le scuole di musical. Rinfrancato dal giudizio positivo di esperti del settore (Garinei si complimenta con Bruno dicendogli che nella sua lunga carriera non ha mai letto testi di maggior valore), scrive una nuova commedia musical con Pippo Caruso “Donna Flor”, rinnovando fra i due le sintonie che fecero scrivere di tartarughe e di bassotti poliziotti…
Diventa testimonial dell’AIP (Associazione Italiana Parkinson) contribuendo con diverse iniziative alla raccolta fondi per la ricerca.
Come massimo segno di fortuna il suo “non-romanzo”dal curioso titolo de “Il caso del pompelmo levigato” è pubblicato nel corso del 2005 nei Tascabili Bompiani. Dopo non poche vicissitudini, attraverso i buoni uffici di Franco Battiato, ed un attento lavoro di rilettura e di messa a punto del lavoro (ringraziamo Elisabetta Sgarbi, Cristina Poma e Daniela Padoan) e, dopo venti anni dalla prima stesura, vede la luce questo piccolo trattato umoristico sul libero arbitrio ed altre arbitrarietà…
Al momento restano in attesa del loro turno oltre alla biografia, due storie altrettanto improbabili alle quali Bruno alacremente ha lavorato negli ultimi tempi e l’uscita di un nuovo album intitolato "Ciocco Latino"e che conterrà, tra le altre cose alcuni brani inediti.
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Grande Bruno, ci mancherai!

Una bruttissima notizia.

Ho avuto il privilegio, l’onore e il piacere di conoscere Bruno e di passare del tempo con lui.
Una persona davvero meravigliosa, dalla simpatia travolgente (la gente spesso si sentiva male dal ridere quando raccontava le sue storielle) nonché un autore sensibile e un grande conoscitore della musica.

È una grave perdita…
Che possa riposare in pace e che, finalmente, possa dare a Mr. Parkinson quegli schiaffi di cui parlava nella sua celebre lettera.

Ciao Bruno…

Mi dispiace molto!

Ringrazio Shangai per avermi fatto conoscere bene la vita di questo personaggio che conoscevo davvero molto marginalmente…non sapevo che avesse fatto tutte quelle cose…
Era davvero attivo a 360 Gradi!
Mi Unisco a tutti voi nelle condoglianze e nel cordoglio per la dipartita di un grande artista e un grande uomo.

Riposa in pace, Bruno.

  • Rip *

Ci sentiamo tutti più soli Bruno. Ciao. :frowning:

Fino a poco tempo fa lo avevo considerato solo marginalmente, come molti…
Quest’anno mi è stato vicino con la sua musica…
grazie Bruno
CIAO…

Non mi sono mai interessato particolarmente alla sua musica, ma come uomo, per quel poco che potevo conoscerlo, mi piaceva davvero molto.

RIP

Sono molto dispiaciuto, Lauzi mi e’ sempre piaciuto, inanzitutto per il suo talento musicale indiscusso, ma anche per la sua umanita’.
Ciao Bruno!!

Mi dispiace molto, uno dei grandi musicisti della scena genovese e non solo.

anche a me dispiace molto

Rai 1 lo ricorda stanotte alle 4:20, “Cercando cercando”.

Ricordiamolo anche come autore delle gradevoli musiche di UN POSTO IDEALE PER UCCIDERE.

O’frigideiro

Ma quande l’è che ti t’accatti o frigideiro,
cöse t’aspëti quest’inverno se ghe veu de stæ?
Ti metti in fresco a bïra pe-i amixi
quande vegnan a attreuvâte stanchi morti e suê.
E no ti pensi a-a röba che t’æ da parte:
o butïro, euve e i faxeu lumè,
se te vàn a mâ e ti-i deuviê cacciali via,
quand’a torna da-a campagna, ti m’ô dixi 'n pò
ma cöse l’è che ti ghe conti a tò moggê?

Ma quande l’è che ti t’accatti o frigideiro,
te fà giasso pe-e granite e pe levâte a sê.
Perchè t’inscisti a tegnî 'n fresco into treuggetto
e bottiggie co-a menta e l’ægua de viscì.
Ghe n’è de tutti i prexi, neuvi e vëgi,
grandi, grosci e piccinin.
I vendan doppo a fëa, in scî banchetti de sant’Agâ.

Ma quande l’è che ti t’accatti o frigideiro,
mì ciù fïto che stâ sensa me n’accattieiva 'n pâ.

Ma quande l’è che ti t’accatti o frigideiro,
ma quande l’è che ti t’accatti o frigideiro,
ma quande l’è che ti t’accatti o frigideiro.

Ciao Bruno!

Dispiace assai. Ciao piccolo uomo… :frowning:

Veramente una grave perdita

ritornerai
lo so ritornerai
e quando tu
sarai con me
ritroverai
tutte le cose che
tu non volevi
vedere intorno a te
e scoprirai
che nulla e’ cambiato
che sono restato
l’illuso di sempre
e riderai
quel giorno riderai
ma non potrai
lasciarmi piu’
ti senti sola
con la tua liberta’
ed e’ per questo
che tu ritornerai
ti senti sola
con la tua liberta’
ed e’ per questo
che tu ritornerai
ritornerai…
ritornerai…
ritornerai…

Lo voglio ricordare ascoltando lo splendido album che ha di recente realizzato col Renato Sellani Trio, bravissimo…

Conoscete “Io Canterò Politico”?
È una canzone del ‘77, una specie di invettiva (un po’ goffa, a dire il vero) contro i cosiddetti “cantautori impegnati”.
Riascoltarla oggi fa molta tenerezza.
Ne ho trascritto il testo:

[i]Io canterò politico
quando starete zitti
e tutti i vostri slogan
saranno ormai sconfitti.
Quando sarete stanchi
di starvene nel coro
a battere le mani
solo se lo voglion loro.
Ed avrete bisogno
dell’individualismo
per vincere la noia
di un assurdo conformismo.

Io canterò politico
ma il giorno è ancor lontano
per ora sono l’unico
ad andare contromano.
Ma i miei finti colleghi
che fan rivoluzioni
seduti sopra pacchi
di autentici milioni
dovranno ritornare
al ruolo di pulcini
lasciando intatto il candido
e poetico Guccini.

Io, io canterò politico
ma sarò troppo vecchiio
e ai giovani dell’epoca
io, io romperò parecchio.
Il gusto del dissenso
l’avranno ormai perduto
e il festival giù in piazza
lascerà il paese muto.
Che pace nel silenzio, sì,
questà è democrazia
ma il primo che lo nega
voi lo cacciate via.

Io canterò politico
soltanto per la gente
che è pronta a riconoscere
di non capirci niente
non è cambiando tattica
o il nome del padrone
che il popolo ha finito
d’essere peso per coglione.
volete stare comodi,
nessuno a disturbarvi?
Ebbeh, siete serviti
potete masturbarvi.[/i]