Molto particolare: un rape and revenge “indiretto” a lenta carburazione dove la (troppo) lunga parte iniziale gioca in contrasto con la violenta follia della seconda. Il film passa quindi da un registro drammatico a un’esplosione delirante psico-thriller munita di forti accenti horror (la cena cannibale ricorda alla lontana lo shock de Il profumo della signora in nero) e l’efferatezza splatter completa al meglio il quadro. Scena finale cattivissima, cinica e spietata al punto giusto tanto da rendere il film in esame un passaggio obbligatorio nella produzione del mitico Joe D’Amato.
Rivisto proprio ieri, nel dvd CK. Buon film, girato con una certa cura, che sfida senza paura il rischio “ridicolo involontario” (presente spesso, nella seconda parte dell’opera). Superandolo, grazie all’accorta regia (quindi escludo a priori un gran coinvolgimento di Mattei, in tale veste…). Più che le signorine, funzionali ma impegnate soprattutto a spogliarsi, continua a convincermi la prova attoriale di Montefiori. Fisico statuario e scolpito, una tantum ben sbarbato, è alle prese con un personaggio molto sgradevole. E , pur doppiato (da Zamuto), si impegna come poche volte nella propria carriera. Per questo mi altero, ogni qualvolta lo sento sputare bile e fiele, in quasi tutte le interviste, che ha fatto per dvd e br vari nel corso degli anni. Dovrebbe essere più gentile e indulgente, nei confronti di sé stesso e dei registi con cui ha lavorato…
Mah, credo che si sia reso conto di aver sprecato buona parte della sua carriera. Come scritto altrove aveva già avuto esperienze di una certa importanza e dopo questo film venne chiamato da Avati per BORDELLA. Possibile che non gli arrivarono altre offerte di pari livello? Non capisco la scelta di ritornare alla corte di Massaccesi fino ad interpretare dei porno (anche se non ha mai interpretato scene hard sempre porno rimanevano).
Non dimentichiamo mai, una semplice inconfutabile verità: era troppo alto. “Ingombrava” la scena, e soprattutto “incombeva” su tutti gli altri attori che aveva attorno. Significativo, in tal senso, l’aneddoto da lui stesso raccontato, quando incontrò Franco Nero negli uffici della produzione, quando stavano preparando “Keoma”. Montefiori doveva avere il ruolo di uno dei fratelli del protagonista. Ma mentre parlavano, si rese conto che Nero lo stava “misurando”. Accanto a lui, sul set, non voleva avere un armadio simile. E infatti il ruolo andò ad Orso Maria Guerrini. Tornare dall’amico Massaccesi, fu scelta obbligata e inevitabile…