Fantomas (Chabrol-J. L. Bunuel 1980)

//youtu.be/UdseiwgkyQo

Sto finendo di vedere e sottotitolare questo sceneggiato in 4 puntate girato a 4 mani da Chabrol e Bunuel figlio (Jean Luis). Inedito da noi, è composto da 4 lungometraggi. Dimenticate il Fantomas Scanzonato e ridanciano di DeFunes, qui c’è ogni tanto una sottile ironia, ma il tema è serissimo
Fantomas è una sorta di Diabolik ante litteram che ruba e non esita a uccidere, a volte anche vigliaccamente.
Mago del trasformismo, la peculiarità è che non è interpretato da un unico attore che di volta in volta si camuffa, rischiando di cadere nel ridicolo. Ma ogni identità che assume Fantomas è proprio interpretata da un diverso attore. A prima vista la cosa spiazza e innervosisce lo spettatore, ma Fantomas è un simbolo. Il simbolo del male. E come tale non ha un solo volto

Nei 4 film non c’è molta azione, ma la parte gialla che spesso si intreccia ad una storia d’amore, e le indagini di Juve e del giornalista Fandor, tengono su la tensione. Lo svolgimento e soprattutto la fine di ogni episodio giallo hanno sempre del rocambolesco e quasi dell’incredibile. Mi manca ancora poco più di metà dell’ultima puntata e spero che alla fine tutti i nodi insoluti vengano risolti
Per intanto posso dire che è un buonissimo esempio di televisione che ovviamente ricorda molto alcuni nostri sceneggiati Rai
Forse un po’ più di azione non avrebbe guastato però

Finita visione e traduzione dello sceneggiato. Come anticipato in post precedente i 2 registi giocano con lo spettatore. Il prodotto si presenta un mix di genere con molte licenze autoriali. Come dicevi ciò che salta subito all’occhio e fare interpretare Fantomas da attori diversissimi tra loro proprio per dargli quella connotazione di simbolo del male senza volto. Espediente semplice, geniale, ma poco corretto verso lo spettatore che cerca di stare dietro alla trama gialla e scoprire di volta in volta chi sia Fantomas senza avere alcun elemento per riuscirci
Oltretutto le carte vengono sparigliate all’inverosimile con stratagemmi e pieghe narrative che sfociano addirittura nel surreale, dando letteralmente corpo all’etichetta di “fantastique” della locandina.
Bisogna affrontare la visione mettendosi il cuore in pace, non si può giocare agli investigatori. Bisogna per forza di cose accettare di scendere sun piano diverso del gioco. Del resto se capire chi è Fantomas e arrestarlo è l’ossessione che tormenta l’attempato ispettore Juve da tutta la vita, come possiamo noi pretendere di avere ragione di questo essere diabolico?
Se ci arrendiamo a essere sempre sconfitti come l’ispettore Juve, allora tutto assume un senso. Se ci arrendiamo al fatto che il male non si può sconfiggere allora abbiamo trovato la chiave di lettura dell’opera
Juve è come il cap Achab. Eterno sconfitto dalla sua ossessione. Fantomas addirittura dirà che è talmente stupido da concedergli volutamente qua,che piccola mossa vincente nella loro eterna partita a scacchi per rincuorarlo e rendere le cose più interessanti

A quarta puntata poi raggiunge l’apice in fatto di rocambolesco…ma non vi svelo nulla e un epilogo finale che ha del filosofico ed è un po’ la summa della vita di tutti i personaggi

Ruotano attorno tutta una serie di figure di contorno caratterizzate con poche sapienti pennellate, Su quasi tutti aleggia un alone di cinismo che non risparmia nessuno. Dalle portinaie, pettegole, fintamente cortesi sbrigative, alla guardia carceraria che a seconda della convenienza passa più volte la linea tra legale e illegale segno che il confine spesso è molto labile e alla fine non esiste differenza morale. Il giudice e tutti gli uomini di comando arroganti con i sottoposti e ossequiosi verso i propri superiori. Si ritrova per l’ennesima volta la critica spietata alla borghesia di Chabrol

Un prodotto televisivo di altissimo livello. Spiazzante. In un certo senso sfibrante e non semplicissimo da seguire proprio per il suo essere rocambolesco. Irritante per la totale assenza di plausibilità nella parte gialla/investigativa. Così deliziosamente anarchico da giocare secondo le proprie regole fregandosene.
Da recuperare assolutamente