Flaminia (Michela Giraud, 2024)

Flaminia è una ragazza agiata di Roma Nord in procinto di sposarsi. Segue i cliché tipici della ricca borghesia fino a quando nella sua vita non irrompe la sorellastra Ludovica, una ragazza problematica affetta da autismo…

Opera prima di Michela Giraud, stand-up comedian romana che è si ritagliata una piccola notorietà negli ultimi anni. A me personalmente non è mai piaciuta più di tanto per cui non l’avrei visto se non me ne avesse parlato bene una persona affidabile.

Effettivamente è un film costruito e girato bene anche se non si può gridare al miracolo o alla novità. Già sai che tutto verterà sulla “conversione” della pariolina da oca superficiale ad essere umano empatico ma secondo me questo processo è rappresentato abbastanza bene e con equilibrio. Scritto e personaggi forse possono risultare tagliati con l’accetta ma nel complesso la storia scorre molto bene ed arrivi alla fine piuttosto soddisfatto.

Mi ha colpito la bravura di Rita Abela nel ruolo della sorella autistica ed ho apprezzato anche il piccolo ruolo di Fabrizio Colica nel ruolo del dottore. Deluso invece da Lucrezia Lante della Rovere nel ruolo della madre arrivista che per me non ha sfruttato fino in fondo il potenziale comico del personaggio.

Un lavoro un po’ basico ma a volte le cose semplici sono le più divertenti.

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Visto ieri sera, anch’io non conoscevo questa Giraud, ma l’ho trovata molto barva (come le sue amiche) nel ruolo della pidocchia rifatta di Roma Nord che cerca la scalata sociale coi soldi di papà. Bravissima Rita Abela, non sapevo che la storia fosse basata sul rapporto di Michela con la sorella, c’è un accenno sui titoli di coda, anche lei affetta da autismo. Tutta quella parte mi ha toccato molto, soprattutto per tutte quelle persone “diverse” che mettiamo ai margini per non intaccare la nostra presunta vita perfetta. Non me l’aspettavo, chapeau.

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