“Il giovane partì insieme con l’angelo e anche il cane li seguì.
E’ una frase che sta nella Bibbia. E’ una frase del libro di Tobia, nella Bibbia. La Bibbia è un libro fatto di molti libri, e in ciascuno di questi libri vi sono molte frasi, e in oguna di queste frasi molte stelle, olivi e fontane, asinelli e alberi di fico, campi di grano e pesci ___ e il vento, dovunque il malva del vento della sera, il rosa della brezza mattutina, il nero delle grandi tempeste.
I libri d’oggi sono di carta. I libri di un tempo erano di pelle.
La Bibbia è il solo libro d’aria: un diluvio d’ inchiostro e di vento.
Un libro insensato, che ha perduto il suo senso, perduto nelle sue pagine come il vento nei parcheggi dei supermercati, fra i capelli delle donne, negli occhi dei bambini. Un libro impossibile da tenere fra le mani tranquillamente, per una lettura calma e distaccata: spiccherebbe immediatamente il volo, spargerebbe la sabbia delle sue frasi fra le dita. Si prende il vento fra le mani e istantaneamente ci si arresta, come al principio di un amore, appagati: ho trovato - ci si dice -, era ora finalmente, qui mi fermo, a questo primo sorriso, a questo primo incontro, a questa prima frase che per caso era là. [i]Il giovane partì insieme con l’angelo e anche il cane li seguì./i”
Dall’ultimo libro che ho avuto l’immenso piacere di leggere:
“Francesco e l’infinitamente piccolo” di Christian Bobin