Gigi Burruano: storia di un siciliano

Il noto attore siciliano si è reso protagonista di un incredibile fatto di cronaca: ha provato ad ammazzare con un coltello l’ex genero, colpendolo al torace.

http://www.repubblica.it/2006/09/sezioni/cronaca/burruano-arrestato/burruano-arrestato/burruano-arrestato.html

Per chi non si ricordasse il volto di Burruano, ecco due sue foto prese dal web.

Luigi Maria è un bravo attore e un poeta illuminato… nonchè un’ottima persona…ma quando beve, e gli capita molto spesso, perde il controllo. Stavolta l’hai fatta proprio grossa, Gigi.

Scusate, ma se per un islamico è “tradizione” sgozzare la figlia ribelle, perché per un siciliano non dovrebbe essere “tradizione” accoltellare il malmostoso genero?
(ringrazio Bob Calderoli per avermi ispirato questo post ironicamente “leghista”)

questo articolo tratto dal “Tempo” sull’oggetto ha un che di poetico

Scattano le manette per l’attore
Luigi Burruano
di ROSANNA LI MANDRI PALERMO - «Guarda chi c’é, l’attore. Eh, Gigi…». E dalle panchine saluti e sorrisi per l’uomo di cinema e di teatro, palermitano che ama la sua città e che ci vive. E che quasi ogni sera fa un giro nella piazza di Mondello, borgo marinaro a due passi dal capoluogo. Perché quella è «casa sua», ci sono i suoi amici, gente di borgata che chiama per nome. Perché lì la birra ha un gusto diverso. Così anche lunedì, nel tardo pomeriggio, Luigi Maria Burruano, Gigi per il pubblico che lo conosce da una vita, ha «timbrato il cartellino» in piazza. «Guarda chi c’é, l’attore. Eh, Gigi…». E lui, camicia bianca, pantaloni scuri, occhiali con la montatura rotonda che un pò nasconde i tic che a volte gli disordinano il viso, ha risposto al saluto. Tutto normale. A rompere la routine sono stati i Carabinieri della compagnia di San Lorenzo, che poco prima delle 23 hanno raggiunto l’attore in un bar, sempre in piazza a Mondello. Burruano stava lì, beveva una birra con amici. Quando ha visto i militari non si è scomposto. Quella «visita» se l’aspettava. Perché, solo qualche ora prima, Burruano aveva accoltellato il suo ex genero, Fabio Guida. L’aveva raggiunto verso le 19,30 davanti a uno dei bar più antichi del paese, «Renato», dove l’uomo lavorava come fattorino. Aveva da discutere. Affari di famiglia. Perché Guida, pregiudicato di 34 anni, molti dei quali trascorsi da tossicodipendente, a maggio era stato lasciato dalla moglie Gelsomina, figlia di Gigi. La donna, 35 anni, aveva deciso di mettere fine ad una relazione da sempre traballante, fatta d’amore, sì, tanto che dalla coppia sono nati tre figli, ma anche e soprattutto di liti, di soldi che sparivano, di lotte perché il marito riuscisse ad abbandonare la droga. Gelsomina era stanca e la faccia del marito non voleva vederla più, nemmeno in fotografia. A darle man forte c’erano i suoi genitori. Mamma Rori, anche lei attrice, e papà Gigi. Ma a Guida l’idea di stare lontano dalla famiglia non andava giù. Da mesi tormentava la moglie con insulti e minacce e di pagare gli alimenti non ne voleva sapere. Più volte Gelsomina ha denunciato l’ex marito che avrebbe però continuato a infastidirla. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, ciò avrebbe spinto Burruano a «intervenire». Così l’attore, lunedì sera, ha attraversato la piazza di Mondello. «Guarda chi c’é, l’attore. Eh, Gigi…». E Gigi ha salutato. Solo un cenno però. Aveva da fare. Questioni da chiarire. Si è fermato davanti al bar Renato dove ha incontrato l’ex genero. Dopo una discussione breve ma accesa, l’attore si sarebbe scagliato contro Guida colpendolo al torace con un coltello a serramanico. Un solo colpo. L’uomo è stato soccorso dai colleghi, quindi ricoverato nel reparto di chirurgia d’urgenza dell’ospedale Villa Sofia. Le sue condizioni sono state ritenute gravi, ma non è in pericolo di vita. Intanto, nessuno ha fermato Burruano che andava via a passo deciso. «Ma cu s’innaddrunò». La gente del posto sostiene di non aver capito nulla di quanto accaduto. La vita della piazza è andata avanti. I borgatari hanno preso posto sulle panchine e sono rimasti lì a tenersi le pance. I «vucumprà» hanno allestito le bancarelle. La “Palermo bene” si è radunata per l’aperitivo, prima di andare a mangiare un’orata alla Montalbano. E lì, da un tavolo pieno di ricci di mare, qualcuno, poco dopo le 22, ha visto passare Burruano. «Guarda chi c’é, l’attore. Eh, Gigi…». Gigi ha salutato e ha continuato il giro. Si è fermato da «Nicolò», una trattoria, e ha scambiato due parole con un cameriere. Poi ha girato i tacchi e si è diretto al «Piccolone», una bruschetteria. Lì si è seduto con amici. Birra, chiacchiere. Come sempre. E non è escluso, dicono gli investigatori, che quella consumata prima di essere fermato dai carabinieri, non fosse la sola birra bevuta da Burruano quel pomeriggio. Non lo escludono nemmeno i borgatari, abituati alle incursioni dell’attore nei bar della piazza: «Attore bravo però ci piace a bere», commentavano ieri. Ma gli alcolici, secondo Toto Cordaro, legale di Burruano, non c’entrano. «È un dramma familiare - ha detto l’avvocato - che ha visto un padre protettivo a difesa della figlia e dei piccoli e inermi nipoti, da anni vessati e maltrattati. Sono fiducioso che presto verrà fatta giustizia su ciò che è accaduto». Oggi il gip Donatella Puleo deciderà se convalidare il fermo dell’attore accusato di tentato omicidio. Burruano lunedì sera è stato rinchiuso nel carcere dell’Ucciardone. «Guarda chi c’é, l’attore. Eh, Gigi…». Gigi, anche lì, ha salutato.

Apologia dell’attore accoltellatore sulla prima pagina de “Il Foglio” di oggi:

http://www.ilfoglio.it

LA COLTELLATA

Il Foglio, 6/9/2006

Tra tanti difensori di femmine a chiacchiere, un padre è passato alle
vie di fatto. Arrestato Burruano Contro i difensori delle femmine a
chiacchiere, finalmente un difensore che è passato alle vie di fatto. Gigi
Burruano, il popolare attore siciliano, l’interprete de “I cento passi” – la maschera
di quel definitivo casting che fa la Sicilia moltiplicata nei suoi film, dai
Montalbano, alla Piovra, fino al Proronaso di Rinaldo in Campo – da ieri è incatenazzato
all’Ucciardone. E’ accusato di tentato omicidio. Ha piantato una coltellata
all’ex genero, il padre dei suoi tre nipoti. Come in una scena di ruvida
malia rusticana, occhio sazio di troppe angustie, povero padre inseguito dall’esasperazione
della figlia martoriata da insulti e minacce, alle 19,30 di ieri l’altro
Burruano ha fatto tutto. E’ entrato nel bar di Palermo dove lavora il genero
e, senza troppe storie, ha dato il suo affondo. Con un coltello a serramanico,
ahinoi. E con una sola coltellata poi: a pelo col cuore. E senza neppure minacciare:
“Tenetemi ché l’ammazzo”. Senza dire che come se niente fosse – come se
aspettasse un nuovo ciak, un cambio di scena o l’indicazione dalla regia – occhio
perso tra tanta ira, povero padre in cerca di un sereno, come se fosse stata
solo una pigliata di caffè insomma, Burruano è uscito dal bar ed è tornato dagli
amici. Come solo in un colpo di sceneggiatura si sarebbe potuto pensare per
dare profondità al dramma. E’ stato poi arrestato nella notte nella piazza di
Mondello, in compagnia degli amici, davanti a una birra. L’ex genero nel frattempo
veniva soccorso e ricucito in ospedale. Prognosi riservata. Un tentato omicidio dunque. E se vale il diritto per un padre di famiglia di difendere l’incolumità della propria figlia
(quello di piantare una coltellata al malacarne punto e basta, questo è il diritto
di cui si parla), oggi che Hina la pachistana viene ammazzata in casa, un’altra,
la vedova indiana di Modena si suicida per non andare sposa a un vecchio cognato, oggi che tante povere femmine sono ridotte a fare carne da sfogo per i luridi più luridi, c’è da dire che finalmente una ragazza l’ha trovato un difensore. Con la coltellata, ahinoi. Come si
faceva una volta, con un padre di famiglia che difende l’incolumità della propria
figlia a costo di tagghiare la panza, dura chirurgia sociale, ahinoi, all’origine
di tutti i drammi: quello di una coppia sfasciata.

Un girotondo all’Ucciardone

Burruano di sicuro non finirà ospite in un talk show per discutere questa vicenda,
suocero e genero non si troveranno a confronto da Maria De Filippi,
la tivù del dolore non saprà digerire questo potente ruggito che arriva dalle
viscere della nostra identità di rovinati. Se vogliamo rendere omaggio a ciò che
siamo stati, alla benedetta lama che ci riporta alla dignità del maschio mediterraneo,
l’idea del difendere una ragazza nel crescendo rusticano è solo un
balsamo che mette a riparo dalla nauseante ipocrisia della civiltà del diritto:
altrimenti come se la campa la vita una ragazza che ha sbagliato marito? A volta
è un bene che si abbandoni l’aristocratico abito mentale dell’uomo occidentale
e giusto per buttarla in modernità, anche i difensori delle femmine a
chiacchiere dovrebbero considerare l’urgenza di ascoltare le ragioni del sangue,
anzi, più propriamente, quelle ragioni del sangue agli occhi che, ahinoi,
sono la certificazione più sincera della verità della vita. Burruano ora dovrà vedersela
con gli avvocati, il tribunale, la fedina penale e le carte macchiate. Il genero
dovrà per forza tenersi la coltellata piantata addosso e la figlia infine, potrà
placare il suo rantolo rabbioso in un sorso di soddisfazione. E di solidarietà. Contro
i difensori delle femmine a chiacchiere c’è stato dunque un difensore che è passato alle vie di fatto. E adesso vogliamo vedere le femministe fare un girotondo intorno all’Ucciardone.

A “Il Foglio” leggono i thread di “Gente di Rispetto”, che è pur sempre, checché se ne ragli, “il forum esclusivo che fa opinione”.
Il corsivista del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara, come capisce chiunque non sia ottuso dalla lettura della “Settimana Enigmistica” e non sia solito sbagliare le porte degli uffici della Siae, non ha infatti fatto altro che sviluppare, in maniera fieramente neocon, teocon e mecojons, quanto scritto in maniera goliardcon dal sottoscritto in questo thread.
Ma va bene così, tornino pure a pascolare in questa suburra dell’impero i redattori dell’elefantesco foglio.

http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/cronaca/scarcerazione-burruano/1.html

Burruano, uscendo dall’Ucciardone, ha dichiarato nell’antistante piazza Enrico Albanese di essere stato accolto ‘da fratello’ da tutti i compagni di cella della settima sezione (la stessa che ospita mafiosi di grosso calibro, e che ha ospitato i boss Vernengo, Inzerillo, Aglieri, Contorno, La Mantìa etc.), e li ha ringraziati uno ad uno davanti alle telecamere del TG3. Si è inoltre scusato con i nipoti, figli del genero accoltellato, per il dolore arrecato, e s’è detto desideroso di tornare a lavorare al più presto, e ad un interprete come lui il lavoro non manca di certo. Bentornato Luigi Maria.

Si è spento ieri a 69 anni presso la sua casa a Palermo l’attore Luigi Maria Burruano. R.I.P.

Un grandissimo, mi spiace davvero.