http://www.imdb.com/title/tt2315588/
http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/consultazione.redirect?sch=57525
Il documentario di cui si parla tanto all’estero, e molto poco in Italia. Una lettera d’amore all’italia da parte di un giornalista dell’Economist, Bill Emmott, che analizza il declino inarrestabile dell’Italia fino al baratro attuale. Un pugno nello stomaco diviso in 3 parti, Bad Italy, Good Italy & Ignavi, ovvero la massa di chi non fa nulla e subisce passiva lo scempio. Molto duro e molto bello, andrebbe fatto vedere nelle scuole.
Io invece l’ho trovato inutile e assolutamente fuori tempo massimo… e non manca neppure qualche luogo comune di troppo sugli italiani. Forse va bene per spiegare la situazione italiana all’estero, un po’ come in tal senso funzionò “Videocracy”, che però alla fine, secondo me, risulta comunque più interessante rispetto a “Girlfriend in a coma”
E chi si ricorda più… l’ho visto praticamente subito dopo l’uscita, dato che lo hanno trasmesso su La7. Mi pare comunque i luoghi comuni fossero anche più di uno…
Bof, io di luoghi comuni non ne ho visti. Comuni realta` casomai sulla situazione desolante.
Mi sono ricordato un’altra delle cose che mi colpì negativamente del documentario: il panegirico nei confronti di Marchionne… va bene che Emmott era il direttore dell’Economist, però ci vuole “coraggio” per lodare Marchionne
E perche mai ci vorrebbe coraggio? Non ci fosse stato Marchionne la Fiat aveva gia
chiuso, altro che comprarsi la Chrysler.
Marchionne ha “messo una pezza” alla crisi della Fiat dovuta anche all’incapacità dei proprietari, che per decenni non hanno fatto altro che farsi dare sovvenzioni dallo Stato Italiano senza innovare e restando confinati al mercato italiano, al contrario della VW.
Se alla Fiat ci fossero state persone capaci di capire l’andamento del mercato e di effettuare le scelte giuste (e al contempo una classe politica capace di elaborare uno straccio di strategia per tutta l’industria italiana ormai liquefatta), del “magnager” Marchionne non ci sarebbe stato bisogno. E magari la compagnia sarebbe rimasta italiana, cosa che praticamente non è più. E non scordiamoci di Termini Imerese, della discriminazione contro la CGIL, dell’uscita da Confindustria, dello spropositato stipendio di Marchionne, che non paga neppure le tasse in Italia ecc ecc… in buona sostanza il mio pensiero sta tra quello di Landini e quello di Della Valle… ma stiamo andando spaventosamente OT
Guarda, secondo me Fiat e Marchionne sono nella sezione Buona Italia a ragion veduta. Perche
si, la Fiat avra
sicuramente ricevtuo aiuti di stato negli anni, ma allo stesso tempo era costretta ad assumere o a creare cattedrali nel deserto (vedi Termini Imerese) per favori ai politici. Ma qualcosa hanno fatto, hanno costruito, e lo si puo vedere in giro per il mondo, dal Brasile alla Francia, dall'Argentina a (adesso) gli USA. La Fiat si e
salvata grazie all’ultimo colpo di genio di quel drago di Agnelli, il matrimonio con la GM con la clausola punitiva che riempi i forzieri della Fiat, Marchionne ha fatto il resto, sfrondando l'inutile e ridando competivita
, fino al suo colpo di genio dell’acquisto della Chrysler per un tozzo di pane, la stessa Chrysler che per poco non aveva fatto fallire la Mercedes. E adesso ci ritroviamo con un gruppo non solo italiano ma internazionale, che continua a costruire in Italia.
La CGIL? Ma come si fa a difenderela CGIL? A Pomigliano d’Arco ogni volta che giocava la nazionale erano tutti malati, e ancora parlaimo di CGIL nel 2014?