Goosebumps - Piccoli Brividi (R. Letterman, 2015)

Non ho mai letto un libro della serie “Piccoli Brividi” perché sono usciti quando ero già troppo grande per apprezzarli come si deve (o forse li ho scoperto tardi io, onestamente non so quando siano arrivati in Italia) ma li ho sempre guardati con occhio benevolo. Tempo fa vidi su Netflix alcuni episodi della serie tv e trovai tutto molto gradevole, abbastanza innocuo ma divertente.

Così dopo aver trovato il dvd del film a pochissimi euro l’ho preso senza esitare e devo dire che mi sono divertito.
Una storia piacevolmente autoreferenziale (Jack Black interpreta R. L. Stine, il vero autore dei libri), con un sacco di mostri, personaggi simpatici e un bel ritmo.
Se avessi avuto 10 anni mi sarei divertito tantissimo, ma anche ora che ne ho qualcuno in più me la sono spassata lo stesso.

La storia è innocua, piacevolmente adolescenziale, con un sacco di effetti digitali ben fatti (e spesso consapevolmente esagerati) e un cast che funziona (anche Jack Black, che normalmente odio, ci sta bene).
Nel cast si segnala la giovane Odeya Rush, una ragazzina israeliana di una bellezza strepitosa (sembra una Mila Kunis in miniatura).

già vi vedo che googlate il nome, PORCI!

Il dvd contiene due brevi featurette, simpatiche e veloci.

In arrivo anche il sequel.

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Io essendo nato negli anni ‘90 ho avuto la fortuna di vivermi il periodo d’oro dei “Piccoli Brividi” quando vennero pubblicati in Italia. Furono i primi libri che lessi all’età di 6 o 7 anni. Erano scritti veramente bene, e la dose di horror che proponevano era giusta per l’età dei lettori a cui erano destinati (alcuni se ricordo bene osavano anche di più).
Anche della serie televisiva ho un bellissimo ricordo. Era un’ottima trasposizione dei libri. Effetti speciali niente male e notevoli le atmosfere horror per ragazzi.

Avendo questi bei ricordi ovviamente non potevo rinunciare a vedere cosa avevano tirato fuori con il film….ma purtroppo la delusione è stata grande. Il lungometraggio non c’entra assolutamente nulla con lo spirito di quelle storie che scriveva Stine. Le atmosfere sono completamente diverse…i personaggi più iconici delle sue storie sono banalizzati. È stata una mera operazione commerciale per attirare i nostalgici. Tutto qui.

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