Habemus papam (Moretti, 2011)

Si, peccato che in un certo periodo, quando andava sui palchi della politica, in buona compagnia di Sancho Pardi ecc., non è che abbia brillato per capacità propositive…

Scusa, Alma, io non sono un morettiano doc: mi spieghi il senso della partita di pallavolo?

Beh, lo sport per Moretti (che era pro di pallanuoto) e sempre stata una metafora della vita, qui pare di vedere parti di Palombella Rossa, e emntre si ride a vedere i cardinali che giocano a volley Moretti ci mette del suo con qualche commento filosofico, vedi Darwin. Insomma, per dirla con lui, non c'entra, pero c’entra. :slight_smile:

Senza contare le partite di pallone disseminate in “Bianca” e ne “La messa è finita”… diciamo che l’inserto “sportivo”, più o meno ampio, è sempre stato una caratteristica morettiana… però magari nei primi film, oppure diciamo fino a “Palombella Rossa”, che è il film in cui la metafora sportiva morettiana giunge al suo apice, funzionava perfettamente… adesso magari, da autore più adulto, forse qualche volta potrebbe pure farne a meno… e lo dico da morettiano della prima ora…

completamente d’accordo
il film non è male ma mantiene molto meno di quel che promette
dopo i primi 20 minuti pensavo di essere di fronte a un capolavoro mentre invece tutto si sgonfia tristemente e anche il buon finale non risolleva le sorti del film

Ieri sera, su CIELO, ho visto Angels & Demons ed è stato praticamente impossibile evitare di fare un parallelismo (tanto che alcune comparse porporate mi son sembrate le stesse in entrambi i film) tra la pellicola di Ron Howard e questo film di Nanni Moretti che considero la “risposta italiana” alla mania di complottismo occulto di stampo vaticanista architettata dalla nuova “gallina dalle uova d’oro” della letteratura d’evasione - alias Dan Brown.

Per meglio comprendere il senso di un film come Habemus Papam: agli intrighi di palazzo e alle sette seicentesche si contrappone la visione morettiana della città-stato del Vaticano in cui tutto è al contrario di come comunemente si pensa: i preferiti anziché lottare per la poltrona papale fanno di tutto per evitare l’elezione a Sommo Pontefice e fanno in modo di eleggere Papa un ignaro individuo (padre Melville) lontanissimo dalla lista dei (appunto) papabili.
Moretti rovescia tutto: alle pistolettate, alle marchiature degli antichi “Illuminati” e agli avvelenamenti a base di eparina, contrappone un grottesco torneo di pallavolo e le guardie svizzere appaiono poco intriganti e molto più malleabili; mentre nel film di Howard è Langdon, esperto di storia dell’arte, esoterismo e simbologia occultista ad essere chiamato dalla Gendarmeria Vaticana per risolvere i problemi - deve ritrovare quattro cardinali minacciati di morte atroce - qui è Brezzi (lo stesso Nanni Moretti in veste di psicanalista separato) che viene incaricato di ritrovare un Papa umanissimo e fuggiasco, gia bello che eletto, contro la sua volontà e in piena crisi d’identità. La stessa crisi d’identità che minaccia il futuro della Chiesa Cattolica Romana di Dan Brown?
In un certo senso sì.

Per quanto mi riguarda, momento stracult del film… :smiley:

Devo dire che la seconda e la terza visione, nel mio caso, hanno decisamente fatto salire le quotazioni del film: da una parte, del resto, avevo troppe pietre miliari scolpite di Moretti (sia come regista, che come attore) per giudicare serenamente soltanto l’ultima pellicola che peraltro individua indelebilmente disagi e drammi del vivere contemporaneo non trascurando momenti di sano umorismo per stemperare l’altmosfera in parte…
…probabilmente, sia come tecniche che come contenuti, ritroveremo in tale ultima fatica qualcosa del precedente e mi aspetto postiate al più presto i primi commenti subito dopo la visione completa. :oops: