Bello, molto bello questo film di quello che considero il più grande regista vivente (e fa piacere sentire negli extra un commosso Trintignant che sposa la mia tesi).
Un film con parecchi punti in comune con Caché e con Amour (del quale, in fondo, è in qualche modo una prosecuzione) e con una grande coerenza nel portare avanti alcuni temi cari al regista austriaco come il disfacimento della borghesia, l’innocenza perduta (o, meglio, mai avuta) dei bambini, la visione mediata da punti di vista “tecnologici” come smartphone, chat e camere di sorveglianza…
Ma c’è molto altro, è sicuramente un film complesso che porta l’attualità in primo piano (non è un caso che il film sia ambientato proprio a Calais che ha uno dei più grandi c’entri d’accoglienza per migranti di tutta Europa) senza però andare realmente a fondo, restando in superficie con un punto di vista non esattamente imparziale ma comunque gelido.
Trintignant è meraviglioso nella sua interpretazione dell’anziano patriarca stanco di vivere ma che non riesce a morire e anche la ragazzina (che interpreta probabilmente il personaggio più spaventoso del film) è di una bravura stupefacente (impressionante vedere come negli extra appaia come una normale quattordicenne, serena e radiosa, totalmente in antitesi col personaggio del film).
Intelligentissimo il titolo e davvero splendido il finale, sia concettualmente che per realizzazione.
Un film che non mi ha lasciato indifferente e che mi ha dato molto a cui pensare una volta finita la visione.
Ho il blu ray francese, ottima qualità audio/video e un backstage di una ventina di minuti negli extra. In Italia, se ho capito bene, esiste solo il dvd.