Hoodlum Priest (1961)

Il film è la storia di padre Charles Dismas Clark ,gesuita fondatore a Saint Louis nel 1959 della Dismas House un’istituzione destinata ad aiutare gli ex-detenuti a trovare un lavoro e un giacilio facilitando il loro reinserimento sociale e prevenendo così il pericolo di recidività.Nel ruolo del combattivo prete un Don Murray,anche co-produttore e co-sceneggiatore sotto pseudonimo, convincente in una delle sue migliori interpretazioni,insieme a quella altrettanto intensa di Advise & Consent .Eccellente il resto del cast con una menzione speciale per Larry Gates nella parte dell’avvocato penalista Louise Rosen che aiuta il prete nella sua battaglia contro l’ipocrisia dell’opinione pubblica e il cinismo della stampa e soprattutto Keir Dullea,al suo esordio cinematografico, nel ruolo di Billy Lee Jackson,giovane ex-detenuto che padre Charles Dismas cerca di aiutare e recuperare e che assurge a simbolo della sua crociata per rendere più umano il sistema carcerario americano.Stupefacente il bianconero di Haskell Wexler,da grande film noir del quale la pellicola ha l’apparenza se non la sostanza,e ottima la regia dell’eclettico Irvin Kershner,qui forse alla sua prova più importante.
La migliore battuta è messa in bocca ad una comparsa,un attivista che espone un cartello contro la pena di morte che al poliziotto che gli dice”You’re not going to change the world by carrying around that sign, buddy” risponde ” I’m not trying to change the world. I’m trying to keep the world from changing me”.Singolare l’uso frequente dei primissimi piani in funzione drammatica soprattutto nella seconda parte e agghiacciantela scena dell’esecuzione nella camera a gas.