House Of Versace (Sara Sugarman, 2013)

Anche se non è una serie, trattasi di TV movie, spero sia la sezione giusta. Sky lo sta mandando a martello sui suoi canali. Biopic super concentrato (meno di due ore, ascesa e caduta della casata “Versaci” negli States). Si passa per l’omicidio di Gianni (liquidato in 2 minuti) e per l’incoronazione al trono di Donatella, quindi le sue beghe da tossica, il rehab e l’immancabile happy ending (niente spoiler, è cronaca mondana).

Personalmente trovo sgradevolissima la vera Donatella Versace, Gina Gershon perlomeno contribuisce a renderla minimamente più sopportabile. Siamo alla macchietta (ma del resto la stessa Donatella è una caricatura vivente). La Fiction meriterebbe di essere vista in lingua originale (Sky lo permette) per premiare lo sforzo linguistico abnorme della Gershon la quale, per calarsi nei panni della Versace, ne ha studiato ossessivamente movenze, look e accento. La Gershon recita come un’italo-americana e spesso alcune parole nei dialoghi sono volutamente lasciate in italiano. A conti fatti la Gina ne esce bene, la sua è una buona prova, tutta da caratterista però.

A guardare il biopic i Versace sembrano la famiglia Munster più che un esempio di valori umani e successo. Gianni è una checca tronfia, Santo è un ragionierino avido e pedante, Donatella è una tossica invidiosa ricalcata pari pari su una partecipante di un qualche reality alla Geordie Shore. Come i tre siano diventati “i Versace” pare un mistero. Chiaro che il biopic - basato su un libro di una giornalista del Wall Street Journal - esageri un po’ (non troppo, un po’), chiaro che quando assistiamo alle privatissime liti familiari chiuse tra quattro mura e senza testimoni, la licenza poetica si è presa giocoforza le sue libertà; tuttavia, inquadrato come una specie di Beautiful frettoloso, il film diventa persino divertente.

Quando entra in scena Raquel Welch (la zia Sofia di casa Versace) il mondo della chirurgia plastica ha avuto un sussulto. La (ex) bellissima Welch è veramente ridotta come un comodino puntellato con i ponteggi, francamente imbarazzante. Le scene a due tra lei e la Gershon (un po’ risistemata di suo, e ulteriormente incatramata dal trucco per simulare la fisionomia deforme di Donatella) sono qualcosa di fantascientifico. Inutile dire che Donatella ha disapprovato ufficialmente l’intera operazione.