Molto bello e interessante. Se la gioca con “Cimitero senza croci” e “Giù la testa” per il primato di stroncatura più imperscrutabile del dizionaro di Giusti. È il più ambizioso dei western- feuilleton con Gemma, non a caso ispirato al romanzone d’appendice per eccellenza: “”Il conte di Montecristo”.
Nell’ingegnosa e intelligente sceneggiatura si sente molto forte l’impronta di Fernando Di Leo (anche aiuto regista), con diverse anticipazioni dei suoi noir degli anni ’70. Bellissima la prima ora, un po’ macchinoso qualche passaggio nella seconda, ma con un finalone coi fiocchi. Notevole la trovata…
… di non inquadrare mai in faccia un Gemma cappelluto e barbuto per i primi 25 minuti di film, fino alla lunga e tesa scena in cui si fa radere da uno dei suoi nemici.
Ma ci sono idee notevoli quasi in ogni sequenza.
Probabilmente era un regista poco western, ma Vancini ha ben altro scatto e respiro rispetto alla solida staticità dei soliti Ferroni e Stegani, registi di fiducia di Gemma in questo genere di film. Vancini regala al film un’aria originale, da thriller girato all’aperto e sotto il sole, che ribalta la claustrofobia tipica del genere. Le sequenze sono spesso molto complesse, con diverse azioni che si sviluppano in parallelo, cosa insolita per il western in generale, quasi unica negli spaghetti.
Perfetto Gemma, nel suo classico ruolo drammatico di innocente perseguitato, ma dotato dell’imperturbabilità e le battute pronte dei suoi ruoli più brillanti, il che accentua l’ambiguità e complessità del suo personaggio, che di fatto è quasi il “cattivo” del film, dato che, a parte all’inizio…
… dove li vediamo ammazzare schiavi negri e peones…
… i malvagi del film sono visti come vittime.
Bellissima come sempre Nives Navarro, simpaticissima e molto sexi l’insolita Gabriella Giorgelli. Tutti con le facce giuste al posto giusto il resto del cast.