I Marchesi Casati

Brutta roba il silicone. Da vestita è molto più bella che svestita.

La storia la conoscevo perchè l’ho letta in I segreti di Roma di Corrado Augias.
Anna Fallarino fece anche la modella e apparve in Tototarzan di Mario Mattoli come generica.
Prima della Fallarino, Camillo Casati Stampa aveva sposato tale Letizia Izzo dalla quale aveva avuto una figlia, Annamaria, che al momento del delitto aveva 19 anni (all’epoca si diventava maggiorenni a 21).
Quando conobbe la Fallarino erano entrambi sposati e fecero annullare i rispettivi matrimoni per sposarsi.
Augias la fa lunghissima, raccontando storie varie collaterali, ma alla fine arriva all’apertura del testamento, in cui si nomina erede universale anna falarino e lascia ad annamaria la legittima, un’assicuazione e un quadro.
I parenti di Anna impugnano il testamento, poichè, se la Anna fosse morta anche solo un secondo dopo il marito, l’eredità toccherebbe a loro. L’avvocato che li assiste in questa vicenda è tale Cesare Previti. Le perizie però stabilicono che anna è morta prima del marito, per cui è Annamaria a ereditare tutto. Essendo minorenne, il tribunale dispone che la tutela dei beni venga affidata a un tutore. L’avv. Previti, benchè rappresentante legale dei Fallarino, contatta Annamaria offrendole la propria assistenza, e la ragazza accetta.

La ragazza sconvolta dalla vicenda si trasferisce in Brasile. Pressata da tasse arretrate e scadenze di imposte di successione, Annamaria Incarica l’avvocato di vendere la villa di Arcore e relativo parco con espressa esclusione di arredi, pinacoteca, biblioteca e circostanti proprietà terriere. Previti le annuncia di aver venduto la villa con quadri (tele del quattrocento e del cinquecento) bibllioteca (10mila volutmi antichi) arredi, parco per 500 milioni di lire (1974). Il prezzo di un attico al centro di milano.
Il costruttore edile che ha concluso l’affare, ed è tuttora proprietario della villa, non pagò subito ma pattuì con il Previti comode rati annuali, con un contratto per il quale l’atto di vendita verrà siglato nel 1980 (per sei anni, quindi, le tasse di proprietà restano a carico di Annamaria Casati, che pare non si sia resa conto dell’assurdità della cosa, volendo tenersi il più lontana possibile da qualsiasi cosa le ricordasse la tragedia familiare.
L’immobile, che nell’atto viene descritto come ‘casa di abitazione con circostanti fabbricati rurali e terreni a varia destinazione’ verrà poco tempo dopo ritenuto dalla Cariplo garanzia sufficiente per un finanziamento di 7 miliardi e 300 milioni a favore del palazzinaro di cui sopra.

E’ una storia veramente terribile e sfruttata in modo squallido e vergognoso; tuttavia, pur sgradevole e morbosa, mi ha ‘‘affascinato’’ in un certo senso, oltre a shockarmi tantissimo. Anche la figura del marchese Casati con le sue turbe interiori e la sua particolarissima visione della moglie, l’amore fisico scambiato ‘‘per interposta persona’’…