I ragazzi della periferia sud (Gianni Minello, 1984)

Qualcuno ha visto I ragazzi della periferia Sud? Un amico che l’aveva e (ahiluli) l’ha dato via dice che è spiazzante ed eccellente!

FILM COMPLETO
https://youtu.be/lnHYDgSzqKs

L’ho trovato noiosissimo e piuttosto insignificante in realtà…

L’unica cosa davvero degna di nota è la bellissima canzone Le aquile di Mario Castelnuovo (che però viene ripetuta con tanta insistenza da diventare anche essa difficilmente sopportabile verso la fine del film!)

Frank rimuovi questo messaggio appena lo leggi, mi hai mandato tu una mail?
Non riesco a visualizzarla…

Non male. Parte con i presupposti da film pasoliano con spruzzate stile Amore Tossico,poi cambia, entra più nell’introspettivo,con il delinearsi della psicologia della ragazza protagonista, che pare fredda e decisa, ma in realtà è fragilissima, così come la sua migliore amica e i loro rispettivi ex ragazzi.
Impacciata la figura del giovane architetto ricco, che pure lui vive con molte insicurezze e inquietudini.
Insomma, un film degli anni '80 in cui non emerge la solita allegria e ricchezza di quell’epoca. A volte il film pigia troppo i tasti sul sentimento,ma è ben lontano dall’entrarci troppo dentro.
Ottime le musiche, oltre alla canzone di Castelnuovo. La musica finale è di una malinconia pazzesca, ma coinvolgente e rimane in testa per diversi minuti…

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Finalmente qualcuno che apprezza! A me il film è piaciuto molto, per il tratteggio psicologico dei personaggi, per le ambientazioni da perfiferia povere ma essenziali, la poetica del degrado che tempo che fu, il finale bellissimo e amaro allo stesso tempo, e il mix di vari generi. La musica portante è bellissima e malinconica! Sono curioso di vedere le altre opere di Minello.

ma la musica del finale è davvero la più coinvolgente…tutto si incupisce, il Lungotevere…e poi quella musica che continua anche dopo i titoli di coda…

Rivisto a quasi 20 anni di distanza dalla prima volta, il mio giudizio cambia ma diciamo che non si ribalta completamente.

C’è qualcosa del film che non funziona, che non convince, che non mi aggancia.
Questo nonostante il fatto che ci siano alcune sequenze azzeccate di forte impatto emotivo, la più potente delle quali è quella in cui la ragazza vittima dello stupro di gruppo si trascina sull’argine del Tevere cercando di lavarsi via di dosso lo sporco dell’esperienza che ha vissuto. E poi, non riuscendoci, si reca all’ombra di quelle vestigia romane abbandonate e si toglie la vita tagliandosi le vene con una lattina della coca-cola. Uno squallore tale che non può non scuotere lo spettatore. L’inquadratura dell’acquedotto che si staglia in mezzo al campo di papaveri con alle spalle gli edifici della periferia, mentre la ragazza compie il gesto estremo, è pura poesia. Minello è davvero bravo a trasmettere anche attraverso l’uso delle location l’idea della trascuratezza e miseria morale che vivono i personaggi. Queste rovine romane lasciate all’incuria, luogo di ritrovo di barboni, tossici e puttane, che sorgono in mezzo a moderne ferrovie e palazzoni popolari, simbolo di una civiltà che al ritmo del frenetico progresso ignora e se ne frega di chi ha altre origini, altre radici, altri ritmi.

Eppure… Eppure… Qualcosa continua a non convincermi, il film non mi arriva molto, soprattutto nel primo tempo.
Ho cercato di entrare dentro a questo mio vissuto ed analizzarlo un po’.
Credo che la pecca più grande siano le scarse abilità recitative degli attori, diversi dei quali non protagonisti o alle prime armi. Mentre in Amore tossico i tossici recitano sé stessi qui i borgatari cercano di recitare una parte, ma il tutto risulta artefatto, non genuino: i dialoghi risuonano vuoti e artificiosi, certe dinamiche mostrate sullo schermo sembrano frettolose e superficiali. Insomma, in certi frangenti il film emotivamente proprio non arriva. Ad accentuare questo effetto anche il fatto che Minello non usi quali mai il primo piano, riprendendo gli attori al massimo in mezza figura, aumentando l’idea di distacco, di lontananza dallo spettatore. Devo dire che però a partire dal secondo tempo la vicenda diventa davvero tosta e la prossimità emotiva coi personaggi inizia a farsi sentire.

Continuo a considerarlo un film non del tutto riuscito, ma ritengo comunque che valga la pena di vederlo.

Non c’è qualche romano in forum che sappia dire dove si trovano le rovine romane usate come location? Mi piacerebbe vedere come sono ora, se ancora abbandonate a loro stesse ed al degrado della periferia o se hanno ricevuto un po’ più di attenzioni dal ministero dei beni culturali. Continuano a sembrarmi le stesse rovine usate anche in alcune scene del film pseudo-sociale di Vani Ragazzi de’ borgata, ma non ne ho la certezza.

Aggiorno il primo post inserendo il link al film completo su YouTube, in una versione però che fa pietà, poiché presa da una vhs già di per sé impastata e ulteriormente deturpata da una compressione digitale da denuncia.

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Il fillm a dire il vero non m’interessa ma ho dato un’occhiata veloce stimolato dal tuo quesito. Ho come l’impressione che Minello abbia realizzato un finto degrado. Di quelle rovine e di quegli acquedotti qui ne abbiamo talmente tanti che è difficile inquadrarli ma l’istinto mi dice che siamo nel parco dell’Appia Antica e quindi in zona tutt’altro che degradata, nonostante alcuni palazzoni alti che si vedono sullo sfondo. Istinto perchè non sono di quelle zone ma la galleria da dove esce il treno mi sembra familiare. Tra l’altro, se nel film si vede una catena d’imbottigliamento e quindi siamo probabilmente nello stabilimento dell’Acqua Egeria o Capannelle che confermerebbe la mia intuizione.

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Si trova nella “periferia sud”?
O è stato fatto un magheggio cinematografico?

Quello no, sta effettivamente a sud ma non la definirei “periferia” in senso figurato. Magari averci il budget per comprarci casa…

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Ma Caligari sapeva scrivere eccome. Magari i ragazzi avranno anche improvvisato un po’, ma si vede che c’è un vero regista dietro la macchina da presa. Ho visto solo i primi due minuti di questo film e mi sembrava una recita parrocchiale.

Al netto di tutte le critiche che si possono muovere al film Minello è un autore con la A maiuscola, con un suo stile ed una sua poetica che si possono riconoscere nei suoi diversi lavori.

Magari prima di sparare un giudizio così tranchant prova a fruire dell’opera nel suo complesso e non soltanto dei primi due minuti…

Tra l’altro è un’autore che in altre sue pellicole ha trattato in profondità e con approccio direi quasi neorealista la tematica dell’omosessualità, che so essere a te cara.
Dagli un’altra possibilità

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