Film insolito su una coppia di ladri di cadaveri, ambientato nel 19° secolo, con un Ron Perlman super in forma nel ruolo di un monaco pseudo-inquisitore.
A cavallo tra horror e commedia, risulta sempre arguto e intrigante, ed estremamente postmoderno nel suo melange di generi e contenuti, in una carrellata bizzarra che ci propone tanto vampiri, alieni e zombies, quanto stilemi dei racconti del terrore gotico/vittoriani, fino a mostrare situazioni goliardiche da osteria nella più classica tradizione irlandese (paese d’origine del regista).
Il quale regista, tra l’altro, arriva dall’ambito dei visual effect, e questo si nota spesso nell’efficacia con la quale sono curati gli effetti di postproduzione legati al colore e a diverse soluzioni visive (specialmente relative al lavoro sugli sfondi) realizzate in CG. Da notare anche una grande attenzione per la composizione dell’immagine e la scelta delle inquadrature, oltre ad un humor sagace e costante che, in un sapiente mix tra azione e narrazione, tiene viva l’attenzione e l’interesse dello spettatore dall’inizio alla fine.
Carini i titoli di testa, che omaggiano nello stile e nello score musicale quelli di Re-animator, ed efficace la scelta di inserire brevi sequenze in animazione per sottolineare alcuni passaggi narrativi o personaggi.
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