Cecoslovacchia 86’ bianco e nero
L’equipaggio della Nave Ikarie XB-1 deve avvicinarsi ad Alpha Centauri
per esplorare un pianeta che vi orbita attorno e che, secondo gli
studi, dovrebbe poster ospitare la vita.
Il viaggio durerà 15 anni ma in effetti per i cosmonauti, a causa
degli effetti relativistici, durerà pochi mesi.
Durante il tragitto si imbattono in una navicella abbandonata
proveniente dal XX secolo (il film e’ ambientato ne 31° secolo) che
trasportava armi nucleari e il cui membri dell’equipaggio si sono
uccisi l’un con l’altro in maniera orribile.
Successivamente si troveranno a confrontarsi con una pericolosa
radiazione proveniente da una “stella nera” che genererà un malessere
fisico sempre più insopportabile nell’equipaggio (e provocando la
morte di uno di coloro che si erano visti costretti ad uscire fuori
bordo per un intervento di riparazione e l’impazzimento dell’altro suo
compagno, a causa della grande quantità di irraggiamento). La
situazione diventerà così critica da rendere accettabile l’idea di
abbandonare la missione; tuttavia alla fine la radiazione sembra
miracolosamente scomparire dopo del tempo e con essa l’influsso
nefasto sull’equipaggio. I terrestri potranno finalmente vedere la
superficie del pianeta bianco abitata dalle creature che li hanno
protetti -con il loro campo di forza- dalle radiazioni generate dalla
stella nera.
Fantascienza nel segno del pacifista e del progressismo in questa
pellicola cecoslovacca nella quale i cosmonauti abbandonano le
nefandezze del XX secolo (tutte simboleggiate dall’astronave
abbandonata, dove si e’ compiuta una strage e l’equipaggio era dedito
al gioco e all’alcool) e si avviano a stabilire rapporti fraterni con
le popolazioni dell’altro pianeta. Chiaro l’influsso del periodo in
cui la pellicola e’ girata: divisione in blocchi, guerra fredda,
fiducia nella scienza, la storia vista come testimone del progresso
sociale, sono tutte cose che possono essere ritrovate nella pellicola.
Chiaramente si tratta di un film del '63 e le ricostruzioni delle
navicelle in orbita fanno sorridere (ma di affetto!), mentre gli
interni, seppur con una scenografia comunque non sciatta, non hanno
resistito al tempo che passa, soprattutto nella rappresentazione delle
strumentazioni.
Molto efficace invece l’episodio sull’astronave: quasi horror e che
qualche brivido lo mette!
Nonostante gli anni il film appassiona dall’inizio alla fine giacché prima
dei viaggi spaziali parla delle mille sfaccettature dell’animo umano e
per questo sembra aver vinto il tempo come i cosmonauti che ritrae.
Il film e’ vagamente ispirato, leggo, ad un libro di Stanislaw Lem,
immenso scrittore polacco (per lo più di fantascienza) autore -tra
gli altri- di “Solaris”. Qui pero’ ho riconosciuto solo parzialmente
la sua influenza ma - a quanto pare, visto che il libro non e’ stato
(ancora, per poco, spero!) tradotto in italiano- si tratta di una
delle prime opere, influenzata dal regime, dove i temi che più lo
interessarono non avevano ancora trovato lo spazio che avrebbero
guadagnato nelle -più note- opere successive.
Mi piace immaginare che Roddenberry abbia tratto ispirazione da questo
film (anche se gli americani lo rimontarono e cambiarono il finale)
per “Star Trek”, e’ plausibile visti i temi e l’anno di uscita, ma
plausibile non significa necessariamente vero. ;-D
Ciao!
C.