Il cinema di Lav Diaz

Chissà se qualcuno di voi ha familiarità col cinema di questo regista filippino, classe 1958. Alcuni dei suoi film hanno vinto dei premi rilevanti in Europa: Pardo d’oro a Locarno, un premio a Berlino, e persino il Leone d’oro a Venezia l’anno scorso.

Ora, il film con il quale ha vinto il Leone si intitola The Woman Who Left e dura quasi 4 ore. La cosa bella è che si tratta di uno dei suoi film più brevi. Pochi giorni fa a Milano hanno proiettato alcuni dei suoi lavori precedenti, ed una delle proiezioni l’hanno dovuta programmare alle 10 del mattino perché il film (A Lullaby to the Sorrowful Mystery) dura OTTO ore e qualche minuto.

Film da festival, presumo. Mai visti personalmente, però sono incuriosito.

Caltiki quanto ti ci vuole a muxare un film di 8 ore? :smiley:

Finora, dei suoi film, ne ho solo letto. Mereghetti parla benissimo di un suo lavoro, credo nottetempo passato su “Fuori orario” (e dove, sennò?). Francamente, quando l’anno scorso venne annunciato che il suo film a Venezia aveva vinto il leone d’oro, pensai “Povero Fantozzi, i suoi incubi sono divenuti realtà!”. E nei giorni successivi a tale vittoria, vari dottissimi articoli su quotidiani nazionali a smenarla di come anche questo tipo di cinema abbia diritto ad essere diffuso e premiato e bla bla bla, poi l’annuncio che era stato comprato per una distribuzione in sala in Italia (da parte della Teodora, se rammento bene). Però però però, sarà un caso, ovviamente, ma è passato quasi un anno e tale distribuzione non è ancora avvenuta. Un caso, appunto…
P.S. Al di là del sarcasmo: forse, e dico forse, una ventina d’anni fa avrei avuto la voglia e l’energia per affrontare almeno UNA delle opere del regista filippino. Adesso, invece, in tutta onestà, preferisco dedicare il mio tempo ad altro. E soprattutto, ad un altro tipo di cinema.

In effetti con quelle durate è un cinema che fa molto “l’uomo di aran, dies irae ma soprattutto il più classico dei classici, la corazzata…”.

:smiley: Da quel che vedo in giro, ci sono edizioni dei suoi film in dvd, con una media dai 4 ai 6 dischi.
Evolution of a Filipino family 5 dischi, Century of birthing 4 dischi, ecc.
Figuriamoci se io, che non ho tempo per completare la visione di filmografie fondamentali, mi ci metto a vedere l’opera di questo finora a me sconosciuto regista. Peraltro sembra che tutti i suoi film siano in bianco e nero. Insomma, due coglioni così :smiley:
Se tali opere fossero state create ai tempi, son sicuro che al posto della corazzata Potemkin Fantozzi avrebbe citato una di queste :smiley: (detto per inciso: la corazzata Potemkin tra l’altro è un film bellissimo e cortissimo)

Non guarderei un film della durata di otto ore nemmeno se fosse una biopic sul sottoscritto girata da Orson Welles.

Un applauso a Caltiki per la schietta onestà, intellettuale e non solo. E per il suo elogio a “La corazzata…”, visione fondamentale per ogni cinefilo che si rispetti.

peraltro sembra che in quasi tutti i suoi film ci siano quelle 7-8 ore di camera fissa su scenari palustri o stradine marcescenti.
comunque l’errore sta nell’ossimorico titolo del thread.

Ho trovato in rete un po’ di screenshots dei suoi film

Imperdibili, direi.

Non vedo però l’occhio della madre.

In pratica un discendente del maestro Manoel de Oliveira, che ha girato l’ultimo lungometraggio a 104 anni e l’ultima volta che aveva mosso la macchina da presa era minorenne.
Ecco, di suo qualcosa l’ho vista, e se effettivamente siamo da quelle parti penso che mi farebbe lo stesso effetto: ne riconoscerei alcune grandi qualità (perché comunque per girare una sequenza di minuti a camera fissa serve uno studio dell’inquadratura e del movimento degli attori che non possono lasciare indifferenti) ma in sostanza mi farebbe due palle gonfie come lo Zeppelin.

Premesso che non ho visto nulla di Diaz, se non qualche vecchio gol di Ramon che però credo abbia poco a che vedere col suo omonimo filippino :smiley: ecco, i film di De Oliveira almeno non sono lunghi o inaffrontabili. Al massimo ne ricordo un paio sui 140 minuti, di quelli che ho visto io.

Del regista portoghese allora non ti sei mai cuccato “La valle del peccato” (3 ore e 7’) e soprattutto “La scarpetta di raso” ( 6 ore e 50’!!)…
P.S. Comunque con De Oliveira il problema non è il minutaggio: io mi sono rotto i maroni con “Ritorno a casa”, che dura solo 1 ora e mezza…

Io ho visto solo NORTE http://www.gentedirispetto.com/forum/showthread.php?t=31507

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Premettendo che dei film di Lav Diaz ho visto solo qualche spezzone passato a Fuori Orario, posso dire di concordare molto con quanto scritto da BP: e non per il fatto di essere diventato ormai un “vecchiodemmerda” che si addormenta davanti la tv, perché i film da più di 3 ore li ho sempre mal sopportati, anche ai tempi dell’università, quando per l’esame di cinema eravamo obbligati a vederci un film lunghissimo (e introvabile) come La recita di Anghelopulos (230 minuti) in vhs (malfunzionante) su un vecchio Trinitron sgangherato, spesso arrampicati sugli armadi della saletta seminari, in 30 persone tutti stretti come sardine, quando la saletta ne avrebbe contenute strette al massimo una quindicina. Meno male che possedevo la vhs Vivivideo di C’era una volta in America, così almeno quello me lo gustai comodamente seduto sulla poltrona di casa :smiley:

Il problema dei film lunghi è che (per me ovviamente) non sono cinema! Hai tante cose da dire? Prendi l’esempio di Reitz e fai un film in varie parti come Heimat. Ancor più oggi, con le serie tv spesso ormai migliori dei film in sala, non mi pare un’eresia fare una serie invece che un film. Oltre le 3 ore l’attenzione cala inevitabilmente, anche se sei giovincello. Io arriverei alla provocazione di “proibire” i film da più di 240 minuti (che ai tempi mi costringevano a registrare in LP su cassette da 240 minuti, ora peraltro del tutto compromesse) se non spezzati in varie parti. Del resto registi che hanno girato veri capolavori (Hitchcock, Billy Wilder, Fritz Lang, Lubitsch, Ford… oppure Herzog, Truffaut, Bunuel, Rossellini ecc ecc), raramente hanno superato le 3 ore per i loro film… anche lo stesso Kubrick ha “sforato” le 3 ore solo per Barry Lyndon (che comunque, oltre ad essere molto più fluido dei film di Diaz o Sokurov è anche una gioia per gli occhi) e dei grandi registi storicizzati forse solo Wenders con la Director’s cut di Fino alla fine del mondo ha sfondato la soglia delle 4 ore.

Diaz peraltro credo non possa neppure essere considerato un “innovatore” riguardo né per la durata dei suoi film né per quella delle inquadrature, dato che di film lunghi più di 7/8 ore, con inquadrature e piani sequenza lunghissimi, ne sono stati girati molti in passato, ben prima che Diaz iniziasse la sua carriera, in primis Satantango di Bela Tarr (1994), ma ancor prima Hitler, ein Film aus Deutschland di Hans-Jurgen Syberberg che è del 1977, che peraltro sono entrambi divisi in più parti, senza contare il già citato Le Soulier de satin (1985) di De Oliveira.

Secondo me ormai il fatto che di film “brevi”, come i classici di un tempo che duravano mediamente dai 90 ai 120 minuti, se ne girano pochi è dovuto alla perdita di capacità di sintesi da parte dei registi odierni (troppo influenzati dai vari input che arrivano da tv, internet ecc ecc) e dal montaggio troppo “spezzettato” che, invece di rendere il film più veloce lo rende solo meno fruibile, magari aggiungendo frame inutili (a volte impercettibili per l’occhio umano) mentre una volta il montaggio serviza per ottimizzare la durata di un film, asciugarlo degli orpelli, non per aggiungerli come ora. Pensate alla “evoluzione” delle scene di combattimento: ad un certo punto erano diventate così veloci che si sono dovuti inventare l’obbrobrio dei combattimenti al rallentatore con le accelerate improvvise, che se su Matrix funzionavano, poi sono diventate francamente inutili e indigeste, quando non del tutto nocive.

Essere un bravo regista secondo me vuol dire essere capace di raccontare una storia in un tempo filmico realmente “giusto”, che per me va dai 90 minuti ai 120, con più sporadici sforamenti fino a 180: di più secondo me è controproducente e a volte dimostra solo l’incapacità di un regista di “tagliare” ciò che ha pensato in fase di scrittura o la sua “megalomania”: pensate alla versione originaria di Nuovo Cinema Paradiso: mi sembra un caso esemplare, calcolando il successo planetario avuto dalla seconda versione approntata da Cristaldi.
Senza contare che, con le tantissime serie tv interessanti che girano, oltre alla possibilità odierna di reperire film stranieri in dvd/bd facilmente (penso a molto cinema giapponese del passato, spesso imprescindibile, molto più di Lav Diaz), se ci mettiamo a vedere film di 7/8 ore quando abbiamo tempo di recuperare i tanti capolavori del passato?

Quindi… a che pro “sciropparsi” i film di Diaz?
Il mio giudizio è: thread da cancellare :oops:

:D:D:D

Sì ma pure te potevi restare sotto le 200 righe però

:smiley:

L’averle superate è anch’essa una provocazione, al pari della chiosa finale :smiley:

Da quel che ho capito, di Diaz e del suo cinema(?!) “smisurato” ce ne frega poco o nulla, a noialtri del forum. Me ne compiaccio…

invece io ho capito che è stato processato e condannato in contumacia da compiaciuti non-spettatori.

Stessa impressione. “Se un film è troppo lungo non è cinema”, “Bene che venga ignorato”… Boh. Come ne venisse qualcosa in tasca. Anch’io ho problemi coi film lunghi e temo il suo cinema, ma resta che così ci si perde un autore ritenuto importante del cinema contemporaneo. Si può fare, ma senza sentirsi gli spettatori nel giusto.

“Importante” secondo chi, poi? Secondo un manipolo (infelici pochi, mi viene da definirli…) di critici e spettatori masochisti. Che evidentemente hanno parecchio tempo da perdere. E a proposito di “non spettatori”, niente ipocrisie e tiriamo fuori le palle: quanti nel forum se la sentono davvero di affrontare anche uno solo dei film di Diaz? Io, proprio no.