Il cinema di Lav Diaz

le mie visioni del premiato “regista” filippino sono dovute ovviamente a Ghezzi, inoltre ho anche scritto che secondo me il suo non è cinema.
ore e ore di gracidii, gente sudata che beve o ragazzine stuprate sono solo pippe per le giurie borghesi-terzomondiste dei festival europei.
però come diceva Rino Gaetano “mio fratello è figlio unico e non ha mai criticato un film senza prima vederlo”.

rivaluterei il filippino solo se girasse un action di 72min su Duterte che combatte i signori della droga: “fottuti narcos! dove sono i vostri diritti umani adesso? RATATATATATATATAT!!!”:smt068:smt067:smt071

Urca, fa così caldo a Trieste?

Trieste come Manila - un film di Lav Diaz (Filippine, 523’, b/n, V.O.S.)

Qui fa abbastanza caldo, caro Renato, grazie. Non ci credo: SOLO 523’?
P.S. Per l’Infame: Gaetano aveva anche ragione. Ma sono troppo vecchio, sazio e scoglionato per affrontare certi film. E approfitto per un coming out: mi piacerebbe vedere i vari “Heimat” di Reitz. Ma dovrei investire almeno 3 mesi della mia esistenza. Lo “spirito” non ce l’ho proprio…

Secondo critici e cinefili di oggi: direi più di un manipolo, e al netto di chi se lo farà piacere per forza voglio presumere che almeno una parte sia in buona fede. Quel che intendevo dire è che negarsi il suo cinema è una scelta che capisco bene, ma non il rivendicarla compiaciutamente. Quanto a me, onestamente: vorrei almeno provare ad affrontarlo, scegliendo qualcosa dalla durata meno monstre -o al limite spezzando la visione.

Mah, nel mio caso non era prevenzione, ma solo la convinzione personale, quindi opinabile, che lunghezze di tal genere poco abbiano a che vedere con il linguaggio cinematografico.
Anzi, secondo me sono proprio antitetiche. Se non sono in grado di sintetizzare il mio messaggio, allora scrivo un romanzo.

Un anno è passato dalla (discutibilissima) vittoria di Diaz a Venezia. Il suo film nemmeno quelli di “Fuori orario” hanno avuto il coraggio (o impudenza?) di programmarlo. Vorrà dire qualcosa…

O semplicemente improponibile dal punto di vista televisivo. Dovrebbero trasmetterlo in 3 puntate, forse.

Però Satantango (435 min.) a Fuori Orario l’hanno passato tantissime volte a prescindere dalla durata e alla fine il film di Diaz sono “solo” 100 minuti in più :smiley:

Scusate, state pigliando cazzi per razzi: il film di Diaz vincitore a Venezia, “The woman who left”, dura “solo” 3 ore e 46’ (quindi perfetto per una singola notte a "Fuori orario "). E se rileggete i post precedenti, si parlava di uscita cinematografica anche nelle nostre sale. Ma un anno è passato…

Oh porcodiaz…