Titolo: Il Fantasma dell’Opera
Regia: Dario Argento
Anno: 1998
Paese: Italia/rancia
Durata: 99 minuti (106 la director’s cut)
Cast: Julian Sands, Asia Argento, Nadia Rinaldi, Andrea di Stefano
Produzione: Medusa
Link IMDB
Il Fantasma dell’Opera rientra tra i trascurabili di Argento, tuttavia mi sono vergognato di più a vedere Giallo o La Terza Madre. Rifare un film che è stato già girato da 8512 registi forse non è stata una grande idea, ma Argento racconta di essere innamorato della versione del '43, quella di Arthur Lubin, il primo film horror che ha visto. Ha sempre avuto il pallino di metterci le mani, e alla fine, purtroppo, ha mantenuto fede alla promessa.
A mio parere due cose si salvano del film, le locations bellissime (il teatro dell’opera di Budapest, molto simile a quello ottocentesco parigino, i sotterranei del castello sempre di Budapest, e le grotte di Pertosa in provincia di vicino Salerno) e Asia Argento, con buona pace dei suoi incalliti detrattori. Il suo personaggio è reso al meglio, e Asia trasmette anche una notevole sensualità.
L’elenco delle cose che non vanno invece è lunghetto: Julian Sands è di una tristezza unica (per chi li conosce, pare l’imitazione dell’ex cantante degli Stratovarius, Timo Kotipelto), la colonna sonora di Morricone è insolitamente loffia e anonima, i fondali finiti per gli effetti speciali sono veramente “finti”, brividi di paura manco a parlarne, anzi qualche sbrodolo patetico sentimentale di troppo. I momenti di ridicolo involontario abbondano, per citarne un paio: quando Asia Argento parla da sola col fantasma - del quale può avvertire i pensieri - pare Ambra con Boncompagni nell’auricolare; le visioni del fantasma sul tetto del teatro sono fra le cose più kitsch mai viste al cinema.
Molto carina la macchina annienta topi invece, e pure la scena di colluttazione tra il cacciatore di topi e Julian Sands ha una sua vena ironica.
Trombone Morandini definisce il film un softcore per il mercato bulgaro… e quasi quasi stavolta ci ha preso :-p
Al di là del testo letterario di origine (al quale comunque Argento apporta siginificativi adattamenti), ci sarebbero molti “perché” da chiedersi: come può il bambino “fantasma” essere allevato ed accudito dai topi? Nei primi mesi/anni di vita, praticamente, di cosa si nutre? Chi lo allatta, mamma topa? Come fa poi Julian Sands a costruirsi un regno sotterraneo, c’è addirittura un organo da chiesa in camera, come ce lo ha portato lì, con cannuccia e cucchiaino? Perché, se il fantasma non è un vero fantasma, ma solo un disgraziato allevato dai topi e cresciuto nell’oscurità, pare avere addirittura poteri extrasensoriali, come la trasmissione del pensiero nelle menti altrui? Oddio, quello forse è spiegabile col fatto che il fantasma conosce il teatro a menadito e dunque riesce a far propagandare la sua voce sfruttando pertugi, condotti e anfratti vari, ma insomma, me lo spiego più io che Argento durante il film… Pure l’innamoramento di Asia per il fantasma avviene in 5 secondi netti, il che significa o che Christine (il personaggio di Asia) è deficiente, o che il fantasma ha il potere di stregare al minimo sguardo, e allora si ripropone il quesito di sopra, è “normale” o “super”?