Film davvero particolare, molto attuale in questi giorni, in quanto il tema di fondo è la denuncia della stupidità e dell’inutilità di tutte le guerre, poiché in fondo sono la pace e l’amore le uniche cose che consentono all’umanità di perpetuarsi e progredire. Nei titoli di testa vediamo addirittura scorrere alcune immagini relative ai conflitti armati ed alle esplosioni atomiche.
In un sogno Valentina e Valentino iniziano un viaggio fantastico, che li porta alla scoperta del mondo e di tutto ciò che di bello e di brutto in esso si può trovare. Ogni città o paese che è visitato è rappresentato attraverso una o più sue caratteristiche peculiari, siano esse legate all’attualità, al costume, alla storia, alla leggenda o all’arte. E così assistiamo al conflitto israelo-palestinese, alle avventure di Don Quichotte, alla contestazione del maggio parigino, all’epopea del far west, all’avanguardia tecnologica del giappone, alle danze e ai canti dell’ockober fest, e così via senza soluzione di continuità. Il segmento che mi è piaciuto di più è stato quello relativo al rinascimento fiorentino, con la Venere del Botticelli e il David di Michelangelo che si sposano in un rito celebrato da Dante e partono per la luna di miele a bordo della macchina volante di Leonardo.
Non si capisce bene quale sia il target del film: la vicenda è molto lineare e banale per essere destinato agli adulti, al contempo spesso ci sono riferimenti anche ben poco velati alla sessualità che lo rendono non del tutto adatto ai bambini… Il fatto è che si tratta di una vera e propria opera d’arte, realizzata con una grande attenzione ai dettagli ed ai colori, con tanti stili differenti e parecchi messaggi più o meno espliciti che confluiscono in un unicum, un oggetto bello in sé e per sé, a prescindere da chi sia la persona che ne fruisce. Le animazioni sono generalmente semplici e fluide, anche se alcune mi hanno colpito per il particolare taglio prospettico che adottavano, inusuale e sicuramente non banale da realizzare.
Personalmente ho apprezzato i tanti riferimenti alla contestazione, alla controcultura, agli hippies ed all’amore libero, che riescono ad inserirsi in modo armonioso in una pellicola che in realtà muove le fila da un concetto piuttosto mainstream (ovvero mostrare e raccontare i posti più famosi e caratteristici del nostro mondo). Vengono messi alla berlina il regime dei colonnelli in grecia, la dittatura franchista in spagna ed in generale ogni forma di potere forte che utilizza la violenza per affermarsi. Persino la monarchia inglese si trasforma e diventa amica dei figli dei fiori.
Molto bello il tema dei titoli di testa di Morricone e soprattutto la canzone finale “A flower’s what you need”, cantata da Demis Rousseau su parole di Paolinelli (lo scenegiatore) e Musica di Morricone.
Il ritmo del film è piuttosto lento e furori da quelli che sono i canoni dell’intrattenimento moderno, i dialoghi quasi assenti, ma come già segnalavo prima è opportuno fruire di questa pellicola considerandola come un’opera d’arte piuttosto che come un semplice film di intrattenimento.
Visto nel dvd giapponese, che ha audio italiano, inglese e giapponese e sottotitoli giapponesi escludibili.