Il paradiso e l'inferno - Himmel og helvete (Øyvind Vennerød, 1969)

Dopo mesi di ricerche, appurato che probabilmente non riuscirò mai a trovare la versione italiana, mi sono accontentato di vedere questo droga movie norvegese d’annata in lingua originale con sottotitoli inglesi.

Le aspettative erano alte, purtroppo sono state parzialmente tradite. Il film in sé non è male, segue i vari topos del genere: l’utilizzo della sostanza in breve tempo da sballo ricreativo diventa dipendenza disperata, conducendo la protagonista alle abiezioni ed alle depravazioni più inimmaginabili pur di accaparrarsi una dose.
Purtroppo è la droga ad essere sbagliata: per un ciocco di fumo la ragazzina protagonista arriva prima a farsi violentare dallo spacciatore e poi a prostituirsi col suo fidanzatino che la fa da pappone. Farsi un tiro di hashish porta all’indolenza, al diventare vuoti, al perdere il contatto col monto esterno restando privi di stimoli e di emozioni.
Queste le critiche che possono essere mosse al film, che non senza qualche ragione qualcuno ha addirittura accostato a Reefer madness.

Resta il fatto che molte scene sono suggestive e di forte impatto emotivo, indice dell’impegno messo sul piatto da regista e sceneggiatore, che sono riusciti a delineare un ritratto che poteva essere verosimile di una gioventù a rischio, esposta a dei pericoli che però gli autori del film non conoscevano bene, travisandoli. L’immagine di questi ragazzi “perduti” che la pellicola trasmette è quindi verosimile per uno spettatore dell’epoca ma certamente non veritiera. Bisogna ammettere che vedendo il film oggi molte scene fanno sorridere, il film a causa delle sue grossolane imprecisioni è invecchiato malissimo.

L’attrice che interpreta Eva, la giovane protagonista, all’epoca delle riprese aveva 16 o 17 anni, ma viene coinvolta in scene di nudo piuttosto spinte che lasciano un po’ interdetti, pur considerando che sono state girate nei liberali paesi scandinavi.

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Leggendo questa scena ho avuto un Flash di uno spezzone di un video di Lene Marlin in cui più o meno succedeva la stessa cosa.

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