Il profeta (Dino Risi, 1968)

Come d’abitudine anche nei film minori Risi riesce ad essere graffiante.
Si tratta di una commediuccia leggera ma con tante belle frecciatine taglienti, con le quali il film mette alla berlina vizi e difetti dell’intero spaccato sociale italiano, dalla classe media impiegatizia al mondo aristocratico, dai piccolo borghesi ai giovani della contestazione, passando per il mondo dello spettacolo e dell’informazione.
Gassman in versione sopra le righe, che gli viene proprio bene.

Al solito, finale caustico (anche se non tragico).

Piacevole la OST con diverse hit di Caterina Caselli.

Su mediasetplay fino al 2 aprile: Il profeta | Mediaset Play

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Film molto bello, almeno per me che sono particolarmente affezionato a quel gruppo di film di Gassman di quel periodo come Lo scatenato, Il tigre, Il divorzio, Una su 13, Slalom ecc., nessuno di essi si può definire capolavoro, e lo stesso Gassman li ha sempre sottovalutati, ma l’insieme di queste pellicole che commentavano puntualmente in modo acido e leggero il costume sociale del loro tempo rappresentano un momento di ottimo cinema italiano.

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Sono completamente d’accordo, non si possono definire capolavori ma sotto una facciata di leggerezza e spensieratezza nascondono delle critiche sociali acute e ben assestate. Lo stile recitativo del Gassman più scioccherello e istrionico in realtà spesso cela provocazioni e atti d’accusa molto corrosivi.

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Gassman anche quando recitava queste particine era al top, dopo Tognazzi (per me, naturalmente) il miglior attore italiano del periodo. Tra i film che pochi cagano di quel.periodo a mio avviso svettano proprio gli unici due che ha girato lui, vale a dire “L’alibi” e “Senza famiglia nullatenenti cercano affetto”: in entrambi non è lui IL protagonista (nel primo è co-protagonista, nel secondo è spalla di Villaggio) ma i risultati sono sorprendenti.

“Il Profeta” invece non ha particolari guizzi che lo elevino dalla media, esattamente come ‘L’arcangelo’ e “Il tigre” . Molto meglio Il divorzio, con la celebre chiosa finale “Le corna? Beh, tutto sommato, se portate bene…”

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Per me fa il paio con “il tigre”. Lì c’era il Gassman borghese mentre qui lo troviamo eremita ma sempre alla presa con la società dell’epoca, i suoi cambiamenti e soprattutto i giovani da capire (oddio, in questo film non è che li voglia tanto capire ma piuttosto menare!). Ann-Margret conturbante.

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