Il vedovo

Regìa di Dino Risi, 1959
Con Alberto Sordi, Franca Valeri, Livio Lorenzon, Nando Bruno, Leonora Ruffo, Nanda Primavera

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Uno dei film con Sordi che preferisco, acre ritratto del solito ominicchio che l’attore romano portava sempre sullo schermo, ma qui sorretto da una sceneggiatura coi controfiocchi. Strepitosa Franca Valeri nel suo miglior ruolo -a mio avviso- per il cinema… tutta la parte centrale in cui Sordi crede di essere diventato vedovo e non “riesce a piangere”, salvo poi scoppiare in lacrime quando scopre di non essere vedovo sul serio, è grandiosa.

Si in effetti è un super film, al di là della sceneggiatura perfetta, c’è anche quel bel bianco e nero e l’atmosfera 59’ generale, mi viene in mente anche la figura dell’imprenditore Fenoglio, nel film, amico della Valeri ed idolo di Sordi…il ritratto dell’uomo d’affari tarchiato, ruspante ed a tratti terra terra di un’epoca lontana, che differenza dalla figura asettica e yuppista dei suoi colleghi degli anni 80’…

Verissimo. Sono film che valgono magari 8, che già è tanto, ma la mia percezione è di quasi 10 proprio per quel valore aggiunto che rappresentano dopo 50 anni, e cioè mostrarci uno spaccato di un’Italia che sembra -ed è- lontanissima.

Rivisto stasera nel più che discreto master del dvd Moonlight uscito in edicola con Oggi diversi anni fa, peccato solo per la mancanza di extra e il formato non anamorfico.

Sul film cos’altro si può aggiungere se non che è quasi perfetto, sia negli interpreti, tutti al massimo della forma (con menzione doverosa per Livio Lorenzon), che nella sceneggiatura e nella regia. Uno dei capostipiti della commedia all’italiana versione Risi, ovvero quella più cinica, amorale e politicamente scorretta, e probabilmente il suo film migliore fino a quel momento (1959).
Nota curiosa: inspiegabilmente il dizionario di Mereghetti gli concede solo 2 stelle… peraltro dopo averlo abbastanza osannato nel commento… mah!

A voler essere maliziosi, questo cumenda milanese basso, calvo e tarchiato potrebbe essere una caricatura del cumenda per eccellenza del cinema italiano di quel periodo, cioé Angelo Rizzoli.