Influenze della nouvelle vague sul cinema italiano

Riguardando oggi pomeriggio “Il Tagliagole” di Chabrol,riflettevo sull’influenza che il cinema della nouvelle vague ha lasciato sul cinema italiano.
A questo riguardo volevo anche lanciare due provocazioni:
1-Secondo voi la nouvelle vague si sarebbe potuta sviluppare in Italia?
2-Trovo personalmente che all’interno del panorama cinematografico italiano post-nouvelle vague,sia stato sopratutto il cinema di genere a sperimantare di più.Quindi sostengo che in maniera sotterranea e con meno riconoscimento artistico da parte della critica,il cinema detto di serie b sia da rivalutare non solo in ottica nostalgica-cult ma anche sotto un profilo di rinnovamento dei canoni tradizionali del nostro cinema.
Fatemi sapere il vostro punto di vista.

Sull’influenza della nouvelle vague sul cinema italiano di genere ti consiglio l’ottimo articolo di Alberto Pezzotta uscito sull’ultimo numero di “Segnocinema”. Pensavo che il tuo post si riferisse proprio a questa pubblicazione…

grazie per l’informazione andrò a leggerlo al più presto

Non ho letto l’articolo di Pezzotta ma soffermerei la riflessione su un punto. Se c’è un comun denominatore ben riconoscibile, una direzione che convoglia le varie esperienze di un gruppo di cineasti/critici (o giovani turchi come li si vuole denominare) in un’unica corrente che per comodità possiamo chiamare Nouvelle Vague (altrimenti un nucleo alquanto eterogeneo di personalità con intenti differenti tra loro), ebbene questi vanno trovati nell’esigenza da parte di tutti di rivisitare il cinema di genere americano (con particolare predilezione per il grande noir degli anni '40/50). Fonte inesauribile di libertà di sperimentazione. Normale dunque che l’esperienza francese con il suo carico di rifunzionalizzazione di cinema di genere rivisitato alla luce di nuovi stilemi e di nuovi codici espressivi (l’en plein air, tanto per dirne uno) si travasasse anche in Italia, raccolta per la maggior parte proprio da cineasti, sceneggiatori, etc., sensibili a certa cinematografia di genere e alla sua urgenza di creare modelli espressivi innovativi, rispettando comunque anche i non trascurabili parametri di un gusto di largo consumo.

A ben vedere,anche noi abbiamo avuto la nostra nouvelle vague.Non a caso Gianni Rondolino accostava Godard ad Antonioni.

In qualche modo sì, indiscutibilmente. Però in Italia si sono verificati casi emblematici di percorsi molto personali e individuali. Antonioni, Bertolucci, Pasolini, Bellocchio, Ferreri, Fellini, i Taviani (per ricordare i più noti) hanno generato linee poetiche difficilmente accostabili, ed elaborato modelli estetici alquanto differenti tra loro, infinitamente di più che nel contesto già piuttosto eterogeneo della Nouvelle Vague francese.

Segnalo che nel libro di Michel Marie “La nouvelle vague” (ed. Lindau, 1998) l’ultimo capitolo analizza molto sinteticamente l’influenza che tale movimento ha avuto sul cinema internazionale, compreso quello italiano, ma riferendosi al solo cinema “autoriale”.

Credo che l’argomento vada indagato più a fondo di quanto finora sia stato fatto (magari a cominciare dall’articolo di Pezzotta) poiché sono convinto che esistano precise linee di continuità col la nostrana cinematografia di genere. E non è escluso che magari questo interessante topic possa fungere da stimolo di approfondimento collettivo.

“Omicidio per appuntamento” di Mino Guerrini, a mio parere un piccolo (e sottovalutato) “Fino all’ultimo respiro” italiano…

i miei riferimenti curturali sono sempre molto basici ma mi pare la nouvelle vague sia a sua volta fortemente debitrice nei confronti del cinema italiano, non solo di quello americano e di chissà quanti altri, per cui parlare di semplici influenze lascia spazi grossi come praterie

cmq qualche tempo fa ho visto “ti ho sposato per allegria” e ho pensato continuamente a godard (quello di “la donna è donna”, in particolare)

Se parliamo di influenze nouvelle vague in italia mi viene subito in mente Nerosubianco di Brass, che però io trovo davvero eccessivamente manierista.

Si Tinto Brass è un cineasta che si è sempre contraddistinto per alcune perle di cinema di ricerca NerosuBianco ci mise molto a farlo produrre.Per far “cassetta” prima gli fecero fare altri fillm più commerciali,ad esempio Yankee che pur nella sua crepuscolarità rappresenta secondo il mio modestissimo parere un qulacosa di estremamente innovativo nello spaghetti western.